L’evoluzione digitale del punto vendita

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Uno dei riti più noti della modernità è rappresentato dal camminare per le vie della città e fare esperienza di ciò che offre la metropoli, sul piano delle relazioni umane e della vita quotidiana. E l'acquisto e consumo di prodotti e servizi fa parte delle caratteristiche di base delle società occidentali moderne.

Per molte generazioni di persone, l'atto d'acquisto si è svolto esclusivamente nella sede fisica del punto vendita, nelle sue varie forme: negozio, centro commerciale, mercato all'aperto o al chiuso.

Le prime forme di e-commerce sono arrivate negli anni Novanta (un pioniere su tutti: Amazon) e al giorno d'oggi si possono aprire opportunità di valore per chi gestisce un'attività di vendita al dettaglio o imprenditoriale.  Su questo tema, si può leggere anche questo recente post intitolato: Le piccole aziende italiane, fra e-commerce e web (tratto da questo NòvaBlog).

Oggi, il punto vendita assume anche forma digitale, sulla rete internet. Si tratta di un fenomeno in crescita nel mondo, con sfumature diverse fra Paesi e settori.

Secondo dati recentemente elaborati dalla società di ricerche di mercato indipendente Euromonitor International (sede di Londra, 2012), tra il 2012 e il 2013 è previsto un incremento dell'internet retailing in Italia pari al 15,9 per cento, mentre nello stesso periodo si prevede un incremento del 30,6 per cento in Cina, del 25,4 per cento in India, del 20,5 per cento in Russia e del 16,2 per cento in Brasile.

Fra i settori più dinamici nell'internet retailing: Consumer Electronics e Video Games Hardware (previsioni per il periodo 2012/2013: + 9,8 per cento nel mondo, con +26,9 per cento per Cina e +24,9 per cento in India, +5,5 per cento in Italia); Consumer Healthcare (+8,5 per cento nel mondo, con +41,5 per cento in Russia, +7,1 per cento in Italia); Media Products (+12,9 per cento nel mondo, in Italia +22,3 per cento, in India +25,4 per cento); Food&Drinks (+8,9 per cento nel mondo, con +9,3 per cento in Italia, e +31,9 per cento in Cina).

Evidenziati alcuni fra i settori in crescita, resta ora da chiedersi come stia evolvendo il punto vendita nell'epoca digitale. E dall'Italia arriva una notizia di rilievo. Nei giorni scorsi, il progetto Benetton Live Windows, ideato da Fabrica-centro ricerche sulla comunicazione Gruppo Benetton, ha vinto il Primo Premio (Oro) nella categoria Retail dell'Apex Award. La cerimonia si è svolta a Las Vegas (Stati Uniti) nell'ambito del Digital Signage Expo: manifestazione internazionale su tecnologie interattive e comunicazione sul punto vendita e in spazi pubblici.

Il progetto consiste in una rete, gestita centralmente da Fabrica, che grazie ad una innovativa architettura software connette in tempo reale dieci flagship stores Benetton in tutto il mondo, da New Delhi a Mosca, da Londra a Shanghai. Come si sa, la vetrina è il primo punto di contatto rilevante tra la marca e il potenziale cliente. Nel caso del progetto premiato all'Apex Award, lo spazio della vetrina è occupato da videowall ad alta definizione, che contribuiscono a rendere il punto vendita un digital place-based media, interconnesso con gli altri flagship stores.

In occasione della consegna del premio, Alfio Pozzoni, ideatore del progetto e direttore dell'area Innovazione e Ricerca di Fabrica, ha dichiarato:" Il digital signage è divenuto un must per i brand di tutto il mondo: l'obiettivo è catturare l'attenzione del pubblico e trasformare gli utenti in acquirenti. Ma è importante non dimenticare che qui si parla di esperienza dell'utente più che di tecnologia. Numerosi brand investono in grandi videowall, ma poi li considerano come enormi televisori: quanto di più inutile per catturare l'attenzione di un'audience mobile e distratta. Senza contenuti disegnati ad hoc – per quel luogo, per le dinamiche di quel pubblico, per le sue aspettative – questa strategia è perdente. Bisogna invece costruire un linguaggio nuovo che sia guidato dall'esperienza dell'utente e non condizionato dalle tecnologie oggi prevalenti. In un futuro che è già cominciato, le ispirazioni verranno dal teatro, dallo show, dall'arte, per realizzare esperienze di maggiore durata e intensità rispetto a quelle attuali. Solo in questo modo i brand riusciranno ad emergere sui concorrenti e ad offire agli utenti esperienze uniche e riconoscibili. Il videowall, o quel che sarà dopo di esso, non deve essere una barriera visiva, bensì una membrana che apre e mette in comunicazione utente e brand, in entrambe le direzioni".