I mercati finanziari e alcune tracce sul futuro dell’economia globale

Che cosa è il mercato? Una definizione molto larga e abbastanza veritiera potrebbe essere questa: il mercato è la somma delle menti e dei comportamenti di tutti gli operatori presenti sul mercato.

E in questa epoca, stanno avvenendo due fatti interessanti: il primo è che molti operatori di mercato non hanno più le idee molto chiare sul futuro, il secondo è l’introduzione di tecnologie sempre più avanzate nella gestione degli investimenti.

I cambiamenti di questi anni hanno un impatto anche sui tre pilastri del capitalismo moderno: il denaro, le banche, le Borse. Nel corso del tempo, questi tre pilastri sono stati controllati (in maniera più o meno attenta) dalle Banche Centrali, affinché il sistema economico globale potesse continuare a funzionare.

Ma ormai da un decennio, il “giocattolo” non funziona più bene come in passato.

Per capire meglio alcuni aspetti dello scenario economico globale, è utile, allora, studiare la struttura del mercato finanziario. Proviamo a immaginare il mercato finanziario come un “tempio” con quattro colonne portanti: le azioni, le obbligazioni, le materie prime, le valute (ovvero le monete). Tra il 2007 e il 2008, una di queste colonne portanti (le azioni) ha subìto notevoli danni perché uno dei materiali più importanti che la componevano (le banche) è andato quasi distrutto negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, e per riparare questa colonna sono state necessarie azioni molto rilevanti da parte dei “guardiani” delle Banche Centrali. Queste riparazioni sono state fatte con modalità e velocità diverse fra gli Stati Uniti e l’Europa, perché la FED (la Banca Centrale degli Usa) ha l’obiettivo di sostenere la crescita economica e garantire il massimo livello di occupazione, mentre la BCE (la Banca Centrale che gestisce la moneta dell’euro) deve, prima di tutto, mantenere l’inflazione dell’eurozona attorno al 2 per cento. E in questi anni, le scelte di politica monetaria fatte della FED e della BCE hanno avuto e continuano ad avere un impatto sull’economia globale. Per quanto riguarda gli USA, fino ad oggi la FED ha avuto più influenza del presidente degli Stati Uniti nel determinare l’andamento della economia americana, ma il rapporto fra l’attuale governatrice della FED (Janet Yellen) e il nuovo presidente Usa (Donald Trump) non sembra essere dei più facili. Alla fine del 2015, Yellen ha alzato per la prima volta i tassi di interesse negli Usa, e ha operato un altro rialzo alla fine del 2016. Nel 2017, molti si attendono tre rialzi del tasso di interesse negli Usa, ma alcuni ritengono che tre rialzi durante quest’anno siano troppi e la FED stia rialzando i tassi troppo velocemente. La storia, peraltro, evidenzia che quando la FED alza i tassi d’interesse, poi non torna indietro.

Per analizzare il mercato finanziario, ci sono tre grandi scuole di pensiero: l’analisi fondamentale, l’analisi tecnica, l’analisi intermarket. Le prime due esistono da molti decenni, mentre l’analisi intermarket è nata negli anni Ottanta ed è sostanzialmente una branca dell’analisi tecnica (con qualche influenza di analisi fondamentale). L’analisi fondamentale si basa sullo studio dello stato di salute delle aziende quotate in Borsa e usa una serie di parametri per determinare la bontà o meno di un investimento nell’azione di una certa azienda. Questo tipo di analisi viene usato dai “grandi investitori” privati (come lo statunitense Warren Buffett) e istituzionali, i quali acquistano notevoli quantitativi di azioni di aziende che hanno notevoli vantaggi competitivi, per poi tenere l’investimento in pfolio per molti anni. L’analisi tecnica, invece, si basa su probabilità, su indicatori matematici e sullo studio del grafico dell’andamento dell’azienda in Borsa; di solito viene usata dalla maggior parte dei piccoli investitori “retail” per cercare di guadagnare delle somme (generalmente, non elevate) in un breve periodo di tempo. L’analisi intermarket lavora sulla correlazione fra il mercato delle azioni, quello delle obbligazioni, quello delle materie prime e quello delle valute.

Chi conosce il mercato finanziario, ha visto che la storia si ripete: i prezzi delle azioni si muovono sempre all’interno di un trend, che può essere laterale, rialzista o ribassista. Durante l’anno, il mercato azionario rimane, per il 70-80 per cento del tempo, in fase laterale (con movimenti poco significativi), per poi muoversi in maniera forte, in quel 20-30 per cento del tempo, al rialzo o al ribasso.

Nell’analisi intermarket, ad esempio, c’è correlazione inversa fra le commodities e le obbligazioni: quando salgono le commodities, scendono le obbligazioni. D’altra parte, il prezzo delle materie prime incide significativamente sui costi aziendali e sulle spese dei consumatori, influenzando il contesto economico. Il monitoraggio sulle materie prime è utile anche perché consente di avere una “fotografia” sulle dinamiche inflazionistiche, e di conseguenza sul mercato dei tassi. Il rialzo del dollaro, inoltre, ha un impatto negativo sulle commodities. Proseguendo in questa serie di correlazioni, è stato notato che quando sale il prezzo dell’oro, tende a salire anche il cambio euro/dollaro. Inoltre, il mercato obbligazionario e quello azionario tendono a salire insieme, con una correlazione diretta e positiva. In generale, le obbligazioni si muovono in direzione opposta rispetto ai tassi d’interesse. C’è poi la regola non scritta secondo la quale il mercato azionario inverte il trend rialzista dopo il terzo rialzo consecutivo dei tassi d’interesse da parte della FED. Un’altra “regola” del mercato azionario è che esso cresce nello scetticismo generale e scende nell’euforia generale.

Senza dubbio, i temi economico-finanziari sono diventati molto importanti in questa epoca. In Italia, una occasione per incontrare un esperto internazionale di economia e finanza sarà la presenza di Mervyn King a Roma (mercoledì 5 aprile 2017) e a Milano (giovedì 6 aprile 2017). King è autore del libro La fine dell’alchimia. Il futuro dell’economia globale (2016), pubblicato in Italia dalla casa editrice il Saggiatore (440 pp., 23 euro) e disponibile al pubblico italiano dal 16 marzo 2017. Per informazioni sugli eventi ai quali King parteciperà il 5 e il 6 aprile 2017 in Italia: stampa@ilsaggiatore.com. Attualmente, King insegna Economia e Legge alla New York University e alla London School of Economics and Political Science. King (classe 1948) è un economista britannico ed è stato governatore della Banca d’Inghilterra dal 2003 al 2013. In questo libro – che rappresenta una summa del suo pensiero sull’economia e sul mondo di oggi – King si concentra sulle cause della crisi di questi anni, individuando nella crisi di idee il motivo principale delle attuali difficoltà del capitalismo. Secondo lui: gli elementi alchemici dell’economia capitalista (il denaro e le banche) non funzionano più in modo efficace, il sistema bancario deve essere ristrutturato, il sistema politico ha compiuto molti errori, sono necessarie importanti riforme nazionali e internazionali, ed è il momento di immaginare un futuro diverso per l’economia globale.