© Credits image: Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè, 2016.
Quando si parla di rallentamento dell’economia cinese, bisogna tenere presente che comunque si sta parlando di un Paese di 1,4 miliardi di persone che attualmente ha un tasso di crescita del 6,5 per cento (un dato che nei Paesi occidentali non si vede neanche con il binocolo).
E per alcuni prodotti italiani, c’è spazio di crescita nel mercato cinese.
Ad esempio, il caffè italiano è un prodotto ancora poco “consumato” dai cinesi.
In Italia, opera dal 1993 l’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè – Iiac, specializzato nell’analisi sensoriale del caffè e nella formazione di assaggiatori di caffè espresso italiano.
“Nei giorni scorsi, abbiamo deliberato la creazione dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè China, con sede a Guangzhou e assaggiatori in tutta la Cina – dichiara Luigi Odello, presidente Iiac –, lavoriamo in Cina dal 2010 e avere lì una sede indipendente permetterà un ulteriore sviluppo delle attività, a cominciare dal corso per formatori cinesi che terremo tra poche settimane, a maggio. Attualmente, abbiamo oltre 10 mila allievi in oltre quaranta Paesi del mondo, e la sede in Cina si aggiunge alle nostre sedi già operative in Corea del Sud, Giappone e Taiwan“.
Le possibilità di business ci sono, ma prima è necessario capire il rapporto tra il caffè e la cultura dei cinesi.
Commenta Litao, presidente Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè China: “Nel 2015, il consumo annuale di caffè in Cina è stato di sole dieci tazze a persona. Per i cinesi, il caffè non è un’abitudine, ma è un consumo di piacere legato al tempo libero. L’espresso italiano, grazie alla sua tradizione di diverse tipologie di miscele, ha un grande potenziale sul nostro mercato proprio perché ciascun cliente può individuare lo stile che lo soddisfa maggiormente“.
Ecco dunque una opportunità di crescita per le aziende italiane che producono caffè.