Nell’immagine: in primo piano, il giocatore statunitense di basket LeBron James, cestista dei Los Angeles Lakers dalla stagione 2018/2019.
Da pochi giorni, è iniziata la stagione 2018/2019 della NBA: il campionato di basket professionistico degli Stati Uniti, con stagionalità dal mese di ottobre fino a giugno dell’anno successivo.
Negli Usa, il basket è uno dei quattro sport nazionali, assieme a baseball, football (che non va inteso come il gioco del calcio, chiamato invece soccer negli Usa), hockey su ghiaccio.
Tra i giocatori di basket più talentuosi e più noti dell’epoca contemporanea, c’è anche LeBron James (classe 1984), che da questa stagione gioca per i Los Angeles Lakers, dopo aver militato per molti anni nei Cleveland Cavaliers (2003 – 2010 e 2014 – 2018) e per quattro anni nei Miami Heat (2014 – 2018).
Atttualmente, peraltro, ci sono anche due cestisti italiani in NBA: Danilo Gallinari (classe 1988, dalla stagione 2017/2018 gioca per i Los Angeles Clippers) e Marco Belinelli (classe 1986, dalla stagione 2018/2019 gioca per i San Antonio Spurs, squadra con la quale aveva già giocato nelle stagioni 2013/2014 e 2014/2015, vincendo il titolo NBA con gli Spurs nel 2014, fino ad oggi è l’unico cestista italiano ad aver vinto il campionato di basket professionistico USA).
Il collegamento tra gli atleti e gli investitori è interessante: una buona carriera da atleta professionista richiede impegno, perseveranza, forza mentale, duro lavoro, e anche un pizzico di buona sorte. Queste caratteristiche sono necessarie anche quando si opera come investitori.
Ad esempio, Roger Staubach è stato un quarterback della squadra statunitense di football dei Dallas Cowboys. Quando la stagione sportiva non era in corso di svolgimento, Staubach vendeva assicurazioni sulla vita. Dopo 11 anni da atleta professionista, Staubach si è ritirato dalle competizioni sportive e per sei anni ha lavorato a tempo pieno come venditore di assicurazioni sulla vita, finché ha aperto un proprio business nel settore degli immobili ad uso commerciale. Nel 2008, Staubach ha venduto il proprio business alla società di investimenti immobiliari Jones Lang LaSalle per 663 milioni di dollari. Sicuramente, Staubach ha dimostrato di avere un certo senso degli affari.
Ma non è l’unico: ad esempio, sono diversi i giocatori o ex giocatori statunitensi di basket che sono diventati investitori in startups e in iniziative imprenditoriali.
Kobe Bryant, classe 1978, ex cestista dei Los Angeles Lakers (ritiratosi nel 2016), ha finanziato il fondo di venture capital Bryant Stibel, creato nel 2016 assieme al socio Jeff Stibel, dotato di 100 milioni di dollari. Nel 2014, Bryant ha fatto un investimento di 6 milioni di dollari in Body Armor: una bevanda creata per essere più salutare delle altre. Ad oggi, la quota del 10% detenuta da Bryant in Body Armor è stimata in 200 milioni di dollari, e Bryant ha avuto un ritorno del 3.200% su questo investimento. E forse non tutti sanno che Kobe Bryant ha trascorso anche alcuni anni in Italia (dal 1984 al 1991), quando era bambino/adolescente, perché suo padre è stato un giocatore di basket, e in quegli anni giocò in Italia. In Italia, peraltro, è in uscita (il 13 novembre 2018, per Rizzoli editore) l’edizione italiana del libro The Mamba Mentality di Kobe Bryant: in questo libro, Bryant (autosoprannominatosi “Black Mamba”, riprendendo il nome di uno dei serpenti più letali e più rapidi presenti in natura) racconta il proprio modo di intendere il basket, la volontà di rinascere più forte dopo i tanti infortuni patiti in carriera, i suoi maestri, lo studio degli avversari – da Michael Jordan a LeBron James – per migliorare fino all’ultimo minuto dell’ultima partita disputata. Il volume contiene anche fotografie di Andrew D. Bernstein, fotografo ufficiale dei Lakers che ha seguito Bryant fin dal suo esordio con i Lakers.
Anche LeBron James si occupa di affari. Nel 2012, assieme al suo socio in affari Maverick Carter, investì poco meno di un milione di dollari in Blaze Pizza: una piccola e poco conosciuta catena di ristoranti. Nel 2017, Blaze Pizza ha venduto una parte dell’azienda alla società di private equity Brentwood Associates, per poter continuare a crescere. Al momento dell’accordo con Brentwood Associates, Blaze Pizza è stata valutata 250 milioni di dollari, e l’investimento di LeBron James ha raggiunto i 40 milioni di dollari. Pur essendo un trentenne, LeBron James sembra avere uno stile di investimento simile a quello dell’88enne leggendario investitore statunitense Warren Buffett: ovvero, entrare in un business considerato valido e tenere l’investimento per molti anni.
Magic Johnson ha iniziato ad investire nel 1981, anche lui mentre era ancora in attività agonistica (all’epoca, era un cestista dei Los Angeles Lakers). Nel corso degli anni, Magic Johnson ha fatto partnerships e investimenti con molti soggetti, contribuendo anche all’apertura di 125 stores di Starbucks. Nell’approccio di Magic Johnson, una parte importante è costituita dal circondarsi di persone più giovani e più intelligenti di lui.
Ora, Michael “Air” Jordan: da molti, considerato come il più grande giocatore di basket di tutti i tempi. Nel 2010, Jordan prese il controllo, al 90%, della squadra di basket NBA degli Charlotte Hornets, quando gli Hornets erano una società piena di debiti. L’investimento iniziale di Jordan fu di 175 milioni di dollari: oggi, nel 2018, questo investimento vale 1.05 miliardi di dollari. Oltre al business degli Charlotte Hornets, Jordan ha anche un accordo commerciale con Nike, che gli assicura 100 milioni di dollari all’anno: una cifra che permette a Jordan di avere sempre liquidità a disposizione per fare gli investimenti ritenuti interessanti.
C’è poi Shaquille O’Neal, autore di ottimi investimenti in Apple e in Google. Al giorno d’oggi, O’Neal risparmia il 75% dei suoi guadagni annuali, e vive con il restante 25%. La maggior parte dei suoi risparmi viene destinata ad investimenti pubblici e privati, con l’obiettivo di investire in prodotti e servizi che possano cambiare in meglio la vita delle persone. La strategia di O’Neal è ammirevole, considerando che molti anni fa, appena dopo aver firmato il suo primo contratto da professionista nella NBA, riuscì a spendere un milione di dollari nell’arco di un’ora di tempo.
Oltre ai giocatori di basket, ci sono anche le operazioni di investimento firmate da Ion Tiriac: ex tennista romeno, ex allenatore di ormai ex tennisti come Ilie Nastase, Guillermo Vilas, Boris Becker (che ha amministrato i suoi guadagni in maniera disastrosa, finendo in bancarotta nel 2017). Tiriac ha accumulato un patrimonio di 1.1 miliardi di dollari e ha compiuti diversi investimenti in Romania, in particolare nei settori delle costruzioni, delle proprietà immobiliari, delle energie rinnovabili, delle assicurazioni. Nell’aprile 2018, Tiriac ha investito anche in Italia, acquistando un terreno in Toscana (in passato appartenuto al politico italiano Giulio Andreotti, 1919 – 2013) per 8 milioni di euro, corrispondenti al 20% del valore totale del terreno. In un certo senso, Tiriac potrebbe essere il Benjamin Graham (1894 – 1976, investitore, economista e docente statunitense) della Romania, data la sua attenzione al valore intrinseco degli investimenti.
Provare a fare canestro con una startup: se ci sono tutte le condizioni favorevoli – startuppers motivati, teams preparati, prodotti/servizi validi, business con potenzialità di crescita anche a livello globale, mercati ricettivi, investitori lungimiranti, capacità di comunicazione –, si può tentare.