Eileen [recensione film]

Nell’immagine: le attrici Thomasin McKenzie, a sinistra, e Anne Hathaway, a destra, nel film Eileen (USA, 2023). © Photo Credit by Jeong Park, courtesy NEON.

Arrivato il 30 maggio 2024 nei cinema italiani, con anteprime svolte a Roma e Milano, Eileen è il film tratto dall’omonimo romanzo del 2015 di Ottessa Moshfegh, co-autrice della sceneggiatura assieme al marito Luke Goebel.

Diretto da William Oldroyd e ambientato nella Boston degli anni Sessanta del Novecento, questo thriller dalle atmosfere hitchcockiane narra la relazione, sempre più pericolosa, tra la giovane segretaria Eileen (Thomasin McKenzie) e la psicologa Rebecca (Anne Hathaway, questa volta in versione bionda).

A fare da sfondo alla narrazione, situazioni dure come il carcere minorile in cui lavorano Eileen e Rebecca; e la vita privata di Eileen segnata dal rapporto con suo padre, l’alcolista Jim.

Il fascino manipolatorio di Rebecca fa presa su Eileen, che rimane sempre più coinvolta nei misteri e nella morbosità di Rebecca.

Fino al conflitto contro la madre di uno dei ragazzi del carcere minorile.

Per chi apprezza i film drammatici, ecco una storia con personaggi frustrati, a modo loro divertenti, scioccanti, oscuri, pronti a fare di tutto per ottenere ciò che vogliono.

Non mancano scene crude in questo film che vede l’interazione tra una interprete ormai nota come la statunitense Anne Hathaway e un’attrice in ascesa come la neozelandese Thomasin McKenzie.

I misteri della mente umana trovano in Eileen uno sfogo macabro: fidarsi della persona sbagliata può essere letale.