Nell’immagine: Gianfranco Ferré. © Ph. by Michel Comte, 1995. Courtesy of Centro di Ricerca Gianfranco Ferré, Politecnico di Milano.
Gianfranco Ferré (1944 – 2007) è stato tra i protagonisti di una stagione importante della moda italiana.
Dopo essersi laureato in Architettura al Politecnico di Milano nel 1969, Ferré iniziò a lavorare nel mondo della moda e diventò uno degli stilisti italiani più noti, ricoprendo incarichi prestigiosi come quelli di Direttore Artistico della Maison Christian Dior per le linee femminili di Haute Couture, Prêt-à-Porter e Fourrure dal 1989 al 1996 e di Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Brera nel 2007.
Il Centro di Ricerca Gianfranco Ferré è stato costituito nel dicembre 2021 dal Politecnico di Milano a seguito della donazione della famiglia Ferré dell’archivio e della sede della Fondazione Gianfranco Ferré. Sotto il coordinamento del Laboratorio di Ricerca Fashion in Process del Dipartimento di Design, il Centro di Ricerca mette a sistema il know-how tecnico-scientifico del Politecnico di Milano con il patrimonio materiale e immateriale relativo alla storia, alla cultura e alle tecniche della moda conservato dalla Fondazione Gianfranco Ferré.
In Valle d’Aosta, nella Fortezza di Bard, struttura militare realizzata nel XIX secolo e successivamente riconvertita in polo culturale e turistico, dal 6 dicembre 2024 al 9 marzo 2025 sarà possibile visitare la mostra Gianfranco Ferré dentro l’obiettivo, realizzata dal Forte di Bard e a cura del Centro Ricerca Gianfranco Ferré del Politecnico di Milano e CZ Fotografia.
Il percorso espositivo inedito dedicato allo stilista e architetto a ottant’anni dalla nascita è pensato per raccontare il lavoro di Gianfranco Ferré a partire da immagini fotografiche, stampe in B/N e a colori, fotocolor, diapositive, provini, abiti, schizzi e disegni.
La sezione fotografica dell’Archivio Storico Gianfranco Ferré presenta oltre 90 opere, mai esposte prima, di otto maestri della fotografia di moda che con Ferré hanno lavorato a iconiche campagne pubblicitarie: Gian Paolo Barbieri, Guy Bourdin, Michel Comte, Patrick Demarchelier, Peter Lindbergh, Steven Meisel, Bettina Rheims e Herb Ritts.
Le sei stanze che accompagnano la galleria fotografica sono ispirate alla metafora della camera oscura e raccontano il processo di produzione dell’immagine attraverso provini, fotocolor, diapositive, scatti annotati dai fotografi. Al tempo stesso disvelano il processo creativo dello stilista introducendo sei principi operativi da lui spesso evocati – comporre, ridurre, enfatizzare, ricalibrare, decostruire, emozionare – che riconducono il linguaggio fotografico al lavoro di Ferré, accostando alle immagini altri elementi centrali della progettazione come i disegni, le cartelle materiali e gli abiti. La mostra si sviluppa, dunque, come un percorso multidisciplinare, con esplorazioni di realtà virtuale e aumentata.
Nelle parole di Gianfranco Ferré: «Lo stilista non deve soltanto sapere con chiarezza ciò che vuole, ma anche scegliere l’interlocutore adatto, quello che darà corpo, colore, luce e magia alla sua idea. Deve comunicare col fotografo, stabilire una complicità, dargli autonomia, ma con la certezza di potersi riconoscere nell’immagine realizzata. È una questione di feeling, di intesa. Certo, l’esperienza e la professionalità hanno una parte importante; ma senza la capacità di creare insieme, di condividere le emozioni, di fare lavorare insieme l’occhio e l’anima, la fotografia sarà vuota, fredda, inutile e falsa» – Gianfranco Ferré, Lettres à un jeune couturier, Balland: Paris, 1995.