Nonostante i cambiamenti causati nel commercio mondiale dall’imposizione dei dazi da parte dell’Amministrazione Trump, il mercato statunitense continua a presentare opportunità.
Ad esempio, sono oltre 3.000 i buyers statunitensi presenti al Vinitaly, fiera di riferimento del settore enologico italiano, in corso a Verona dal 6 al 9 aprile 2025. Tra gli addetti ai lavori statunitensi – selezionati, invitati e ospitati da Veronafiere e ICE – è consistente la presenza di delegazioni arrivate da Texas, California, Florida, New York e stati del Midwest. Martedì 8 aprile 2025, a Palazzo della Gran Guardia, avrà luogo una serata di networking dedicata agli operatori americani in cui sarà presentata anche la prossima edizione di Vinitaly.USA, in programma a Chicago il 5 e il 6 ottobre 2025.
Secondo l’osservatorio di ExportUSA, società di consulenza con sedi a Rimini, Bruxelles e New York che dal 1993 sostiene le imprese italiane nell’ingresso sul mercato statunitense, la First Sale Rule – una disposizione ben nota nel settore doganale statunitense – si conferma come uno strumento strategico per chi esporta o vuole esportare negli USA. Questa regola consente di calcolare i dazi doganali sul primo prezzo di vendita nella catena commerciale (il più basso), e non sull’ultimo prezzo pagato dal cliente americano.
«Tutto ciò che rientra nella sfera dei servizi in generale e dei servizi digitali, come software e piattaforme, non è soggetto a dazi – precisa Lucio Miranda, presidente di ExportUSA –. Torna in primo piano anche l’e-commerce diretto dall’Italia verso gli USA: gli ordini con valore inferiore a 800 dollari sono esenti da dazi. Per tutte le altre categorie merceologiche materiali, una mossa strategica è quella di costituire una società negli Stati Uniti in forma consortile tra più aziende dello stesso settore. Questa società può agire da importatore-distributore diretto, evitando il tradizionale ricarico del 30-35% applicato dai distributori terzi. In pratica, diventi l’importatore e il distributore di te stesso. Con tutti i vantaggi in termini di margini, controllo e rapidità di accesso al mercato statunitense che questo comporta».