Ricordando Paolo Rosa

Paolo rosa studio azzurro

 

In questo periodo, un anno fa, morì all’improvviso Paolo Rosa (1949 – 2013). Nella notte tra il 19 e il 20 agosto dell’anno scorso, un attacco cardiaco spense la vita terrena di questo artista che ha saputo innovare la produzione culturale esplorando le possibilità espressive offerte dalle innovazioni tecnologiche.

Co-fondatore, assieme a Leonardo Sangiorgi e a Fabio Cirifino, di Studio Azzurro nel 1982 a Milano, Paolo Rosa ha incarnato una mirabile unione di poesia e di concretezza nel suo lavoro creativo. Ho avuto modo di intervistarlo qui per questo NòvaBlog nel 2012.

Le sue idee sull’evoluzione dei linguaggi artistici hanno avuto eco anche fuori dall’Italia e sono lieto che avesse accettato di partecipare al libro Italo Globali. Viaggio nell’Italia che vive al ritmo del mondo, Fausto Lupetti editore, Bologna 2014, da me curato. Arrivammo alla versione definitiva del suo contributo al volume pochissime settimane prima della sua prematura scomparsa. Per una serie di motivi, ci sentivamo abbastanza spesso per telefono nella giornata del venerdì: lui aveva ribattezzato quei dialoghi come “le nostre telefonate del venerdì” e ci scherzavamo sopra. All’interno del suo contributo al volume, propongo questa sua considerazione: “Una delle scommesse più importanti che dovremo affrontare per il prossimo futuro risiederà proprio nella capacità di far convivere queste due differenti attitudini: parlare con il mondo e parlare con la propria comunità“.

Viveva a Milano da molti anni, viaggiava molto, era nato a Rimini e amava il mare. Mi unisco al ricordo di Paolo Rosa nella home page del sito di Studio Azzurro: anch’io sono sicuro che sta continuando a navigare con abilità nell’oceano dell’immaginario.