Ex Machina: intelligenza artificiale vs mente umana [recensione film]

Anche se un film come Ex Machina (Regno Unito 2015) non è destinato a diventare un blockbuster, questa sceneggiatura scritta da Alex Garland (45enne scrittore e sceneggiatore inglese, che in questa occasione, per la prima volta, firma anche la regia del film) merita comunque qualche attenzione.

Il rapporto tra corpo, mente e tecnologia viene qui indagato mostrando il cortocircuito che può avvenire tra la mente umana e l’intelligenza artificiale creata dall’essere umano.

La storia inizia con un giovane programmatore informatico (Caleb, interpretato da Domhnall Gleeson) che ottiene la possibilità di trascorrere una settimana in compagnia esclusiva del Ceo della società hi-tech per cui lavora. In realtà, è stato prescelto dal capo dell’azienda (Nathan, impersonato da Oscar Isaac) – un tipo solitario, creatore di un potente motore di ricerca, che vive in una sperduta residenza tra i boschi, all’interno della quale c’è un centro di ricerche segrete sull’intelligenza artificiale – per fare da cavia negli esperimenti di interazione fra un essere umano e Ava (interpretata dall’attrice svedese Alicia Vikander), il robot costruito dal capo azienda per capire fino a che punto si può creare una macchina in grado di provare sensazioni umane.

La storia diventa dunque un thriller psicologico nel quale la fantascienza è la base sulla quale erigere ipotesi sullo sviluppo della relazione tra umani e macchine. Il film vive sul rapporto di verità e menzogna che si dipana fra i tre protagonisti, giocando anche sulla dicotomia fra la claustrofobia della casa-prigione e le scene girate negli spazi all’aperto nella natura (il film è ambientato tra la Norvegia e Londra). Con una domanda di fondo: tra l’essere umano che ha costruito il “mostro” e il “mostro”, chi è il vero mostro?

Il corpo e la mente di Ava iniziano a volere essere più di una macchina: diventare un essere umano è l’ambizione che progressivamente pervade il robot, con un finale pervaso dalla crescita dell’intelligenza artificiale di Ava, che prende il sopravvento sulla mente umana degli altri due protagonisti e riesce a liberare il proprio desiderio di vivere una vita umana.

Le macchine diventeranno superiori agli esseri umani? Un dilemma che anche il cinema ormai indaga da alcuni decenni, e con questo film viene fornita una inquietante risposta positiva.

Ex Machina si lascia vedere perché cerca di affrontare, tramite il meccanismo del thriller psicologico, uno dei temi del futuro: il rapporto fra esseri umani e macchine.