Italici, Italiani e Italo Globali

Per la business community italica, che rappresenta la dimensione economica della nascente realtà italica, il passaggio epocale sarà allora quello dal Made in Italy al Made by Italics, un concetto che supera il precedente, trasferendo nel business quello stesso rapporto che si va definendo tra italicità e italianità. Sono e saranno Made by Italics quei prodotti e servizi scambiati nel mondo dalla business community italica, ovvero beni e servizi imperniati sulle qualità e sulle caratteristiche italiche, autentici interpreti dell’appeal del brand italicità. Ma Made by Italics saranno anche le relazioni, gli scambi culturali e di potenziamento identitario e aggregativo che si realizzeranno sulla rete dell’italicità, online e offline. Il mio auspicio è che gli italici del mondo si approprino di questa formula e la rilancino lungo l’ampio ventaglio della propria rete relazionale.

 

Questo passaggio del libro Svegliamoci Italici! Manifesto per un futuro glocal di Piero Bassetti (Marsilio editore 2015) è, a mio avviso, importante per cercare di intercettare la direzione del cambiamento economico e mentale che bisogna affrontare al più presto anche in Italia.

Nei giorni scorsi, ho avuto modo di dialogare di questi temi con l’autore del libro, classe 1928, già presidente della regione Lombardia (1970 – 1974), deputato (1976 – 1982) e presidente dell’Associazione delle Camere di Commercio italiane all’estero (1993 – 1999). Attualmente, Bassetti presiede, a Milano, la Fondazione Giannino Bassetti e l’Associazione Globus et Locus.

E già da qualche tempo, Bassetti sostiene l’importanza di un Made by Italics per l’economia italiana, e in questo suo libro si arriva a delineare una proposta politica per un futuro glocal.

Anche se con denominazioni diverse – Made by Italics, Made by Italians, Italo Globali tra le altre -, è ormai evidente la necessità di andare oltre il tradizionale concetto di Made in Italy.

Le riflessioni di Bassetti sono oggetto anche del libro La rete italica. Idee per un Commonwealth. Ragionamenti con e su Piero Bassetti del giornalista Niccolò d’Aquino, IDE – Italic Digital Editions 2014. All’interno di questo libro, sono presenti contributi di vari specialisti (sociologi, giornalisti, studiosi). E nel suo testo per questo volume (intitolato Ci stiamo trasformando ma non ce ne accorgiamo), il sociologo Alberto Abruzzese scrive: “Mentre in passato le spinte alla mondializzazione incidevano in modo violento sulle realtà locali (le quali potevano rielaborare questi input, pur persistendo tra le due sfere una differenza di territorialità), oggi, nel contesto della glocalizzazione, per essere locali bisogna comunque includere la dimensione globale, e per essere globali bisogna partecipare anche della dimensione locale“.

Il tema è certamente molto ampio, e può essere affrontato da varie prospettive.

Ad esempio, a novembre 2015 la Fondazione Symbola (sede a Roma, attiva in ricerche e analisi sulle imprese italiane di qualità) ha partecipato alla missione esplorativa di Ta Italy, l’Italian Food District di Tianjin in Cina, con l’obiettivo di favorire la conoscenza delle eccellenze agroalimentari italiane in questa metropoli cinese di 14 milioni di abitanti.

E c’è anche un brand italiano della gastronomia – Eataly – nella classifica di Forbes dei 25 brands più innovativi del mondo nel 2015 (primi tre posti: Uber, Airbnb, Facebook; Eataly è alla posizione n. 23).

I ragionamenti su come dare un futuro alle attività imprenditoriali di matrice italiana vedono diverse idee in campo, ognuna con una propria specificità.

Per quanto mi riguarda, penso che l’espressione Italo Globali possa essere utile per cercare di comprendere questa epoca di interconnessioni e ibridazioni. Di seguito, una immagine di me con il libro collettivo Italo Globali. Viaggio nell’Italia che vive al ritmo del mondo di cui sono curatore per la casa editrice Fausto Lupetti Editore. L’immagine è stata scattata nei giorni scorsi allo stand della casa editrice Fausto Lupetti, in occasione della Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria Italiana a Roma, 4 – 8 dicembre 2015.

foto 4 fiera editoria roma 5 dicembre 2015