Ieri sono andato ad ascoltare l'incontro Beni culturali in Rete. Social networking, mondi virtuali e nuove modalità di apprendimento, organizzato a Roma dalla Fondazione IBM Italia e dall'Associazione Civita. Diversi i partecipanti al tavolo dei relatori: l'opportunità di approcciare il rapporto tra beni culturali e tecnologie attraverso un cambio di prospettiva è il dato emerso dai contributi.
Ha aperto i lavori Antonio Maccanico, presidente Associazione Civita:"Nell'aprire questo incontro focalizzato sui beni culturali e sull'Information and Communication Technology, è da ribadire come la cultura possa giocare un ruolo determinante nell'economia: anche in Italia bisognerebbe comprendere meglio l'importanza dell'interazione fra turismo e cultura".
Ha proseguito Luciano Martucci, presidente ed amministratore delegato IBM Italia:"I beni culturali contribuiscono ad unificare gli esseri umani. La crisi economica ci deve spingere a fare i cambiamenti necessari: bisogna rendere più fruibili i beni culturali ed adattarli ai tempi attuali".
Successivamente, è intervenuto Sun Yuxi, Ambasciatore della Cina in Italia:"Sia la Cina sia l'Italia sono Paesi con una lunga storia stratificata. Il progetto The Forbidden City – Beyond Space and Time restituisce l'importanza della Città Proibita di Pechino, uno dei maggiori patrimoni culturali cinesi. Il 2010 sarà l'anno della Cina in Italia, come da intesa siglata fra i due Governi".
Mario Ricciardi, Vice Rettore Comunicazione del Politecnico di Torino, ha sottolineato:"Nessuna società è mai esistita senza trasmettere una eredità culturale. L'Italia spende più della Francia per i beni culturali ma la redditività è un quarto di quella francese".
Luca De Biase, responsabile di Nòva – Il Sole 24 Ore, ha evidenziato:"Nella relazione tra beni culturali e social network, stiamo passando dalla nostalgia alla prospettiva. A gennaio 2008, gli iscritti a Facebook in Italia erano circa 100.000, oggi si va verso i 6 milioni di persone: il mondo dei social network è dominato da un 'egoismo altruista' nel quale si dà qualcosa di sé per ricevere altro, con la dimensione del tempo schiacciata in un iper-presente. Nell'economia della conoscenza, il senso è la parte più importante e la prospettiva dovrebbe essere quella di raccontare i beni culturali creando ed aggiungendo una prospettiva: il racconto dei beni culturali deve essere adottato dalla Rete per poi generare senso".
Angelo Failla, direttore Fondazione IBM Italia, ha coordinato la tavola rotonda conclusiva:"Il progetto Forbidden City ha rappresentato un importante investimento per IBM e non è stato il primo che l'azienda ha fatto in questa direzione. La ricostruzione virtuale della Città Proibita di Pechino è un esempio di come le tecnologie possano essere utilizzate per proporre esperienze culturali su larga scala".
Giuseppe Granieri, giornalista e blogger esperto di innovazione e rapporti fra media e società, ha notato:"Fino ad oggi, come Paese, non stiamo facendo un buon lavoro nella gestione dei beni culturali. Lo scenario può essere duplice: attendere la prossima generazione di intellettuali – nativi digitali – oppure cercare un incontro collettivo come oggi, ad esempio. La comunicazione è, per il bene culturale, come il design per il prodotto industriale. Anche nel web ci sono le aree di alto livello e di basso livello ma il web viene ancora raccontato soprattutto con le grammatiche della stampa".
Andrea Granelli, presidente Kanso, ha aggiunto:"L'innovatore ha vissuto e vive ancora oggi il dilemma tra innovazione e tradizione. La valorizzazione dei beni culturali è legata alla comunicazione ma ci sono anche altre questioni da affrontare: la narrazione del bene culturale è troppo importante e la tecnologia da sola non basta. Oggi è presente un sovraccarico informativo e bisogna tenere presente il lato oscuro della tecnologia: serve un approccio più maturo, di incontro tra luddisti e fan della tecnologia. Per me il vero valore della cultura è creare opinione: la cultura vera è un agente di cambiamento".
Oreste Signore, dirigente CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa-Istituto di Scienza e Tecnologie dell'Informazione "A.Faedo" e responsabile dell'Ufficio Italiano del World Wide Web Consortium presso il CNR, ha annotato:"Già venti anni fa Tim Berners Lee, padre del web, disse:'il web è più una creazione sociale che tecnica'. Il sapere esistente nei vari luoghi può essere utilizzato per un approccio interdisciplinare e nel nuovo scenario conta più l'autorevolezza che l'autorità".
Benedetto Benedetti, docente alla Scuola Normale Superiore di Pisa, ha rilevato:"La conoscenza critica è un elemento importante negli interventi e nelle politiche di intervento. La visita virtuale non sostituisce necessariamente quella reale. Sarebbe, inoltre, auspicabile un incontro tra mondi della ricerca e dell'impresa su questi temi".
Carlo Infante, libero docente di performing media, ha commentato:"La biodiversità e il territorio sono possibilità per l'Italia. Il virtuale è utile per fare esperienza e la creatività riguarda i comportamenti creativi: interattività è interazione sociale, non cliccare bottoni. L'obiettivo è insistere sui cambiamenti radicali: la memoria è necessaria per creare il linguaggio. La creatività sociale legata al territorio è una risorsa legata all'Italia e al suo territorio".
Antonia Pasqua Recchia, direttore generale per l'organizzazione, l'innovazione, la formazione, la qualificazione professionale e le relazioni sindacali del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha concluso i lavori:"In questo momento di crisi economica, è difficile il ruolo di una istituzione come il Ministero dei Beni Culturali: dovrebbe creare cultura intesa come risorsa. Ci possono essere due punti: il primo riguarda il fatto che un ministero come questo dovrebbe adempiere all'articolo 9 della Costituzione [N.d.A. La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione], il secondo riguarda il fatto che il racconto o la narrazione del bene culturale possa farlo chiunque. Ma in questo momento di sviluppo della Rete, una istituzione dovrebbe agire anche secondo l'Agenda di Lisbona del 2001, secondo cui il patrimonio culturale è fondamentale per la costruzione della società della conoscenza. Il 2 aprile, il Ministero dei Beni Culturali presenterà un aggregatore nazionale di contenuti culturali di qualità".