Nell'Europa continentale di oggi non mancano certo i problemi economici e sociali. E nella storia c'è sempre stato un Paese che ha osservato le vicende europee con un misto di partecipazione e distacco: la Gran Bretagna.
Indubbiamente, la separazione fisica dal resto d'Europa ha avuto un ruolo, ma il Regno Unito ha comunque caratteristiche interessanti, tra le quali: ponte culturale tra Europa e Stati Uniti, democrazia di lungo corso, attenzione al futuro, senso civico e della memoria, humour degli abitanti, una famiglia reale spesso divertente, la sterlina come moneta nazionale, pragmatismo anglosassone. Certamente, neanche i politici britannici sono immacolati, ma tra uno scandalo e l'altro pensano anche al futuro del loro Paese. L'economia inglese, inoltre, risente degli effetti negativi della crisi economica e finanziaria globale ma rimane comunque disponibile all'innovazione.
Nel frattempo, da Londra giungono un paio di notizie che meritano citazione.
La prima riguarda The People's Supermarket: è l'idea concepita nel 2010 dal baronetto Arthur Potts Dawson. Quarant'anni, nipote acquisito del cantante dei Rolling Stones, Mick Jagger, chef con vent'anni di esperienza in cucina, sostenitore del consumo responsabile del cibo, Sir Potts Dawson ha fondato un supermercato "fatto dalla gente per la gente": pagando una quota di 25 sterline ogni anno e lavorando quattro ore a settimana nel supermercato, si ha diritto ad uno sconto del 10 per cento sui prodotti del supermercato per tutto l'anno. Finora, il fatturato è arrivato, in euro, a 1,7 milioni e i soci registrati sono 1.200. La clientela è trasversale: dagli immigrati ai disoccupati fino agli avvocati.
Il negozio è a Londra, 72 -78 Lamb's Conduit Street, Bloomsbury/Holborn, WC1N 3LP (zona 1). Entro Pasqua 2012, dovrebbe essere aperto un secondo punto vendita nella capitale inglese, ad Hackney (East London).
Inizialmente, i prodotti venduti facevano parte del commercio equo e solidale, ora è in corso un ampliamento dell'offerta e la filosofia del baronetto è quella di proporre una valida alternativa alla grande distribuzione fatta nelle tradizionali catene di supermercati.
Per il futuro, questo progetto di supermercato-cooperativa punta all'espansione in tutta la Gran Bretagna, con People's Kitchen: ossia una "industria" alimentare low-cost che evita gli sprechi di cibo e guadagna attraverso la preparazione e la vendita di prodotti altrimenti destinati alla spazzatura.
E, dopo aver scritto di cibo, un po' di attività fisica fa sempre bene. In tal senso, è recentemente uscita la notizia, sul sito web della BBC, di una ricerca della London School of Economics che mostra come andare in bicicletta generi quasi 3 miliardi di sterline ogni anno per l'economia britannica.
Dal 2009 al 2010, c'è stato un aumento del 28 per cento nel numero di biciclette vendute in Gran Bretagna, ed attualmente si stima che 13 milioni di britannici usino, più o meno regolarmente, la bicicletta (su una popolazione totale di 62 milioni di persone nel Regno Unito). Tale dato rafforza una tendenza in crescita che aveva manifestato i primi segnali negli anni scorsi. I dettagli della ricerca sono qui sul sito della London School of Economics.
Tra i fattori che hanno contribuito a fare aumentare l'utilizzo della bicicletta, vengono citati il rialzo del prezzo del carburante per l'automobile, i timori per l'inquinamento ambientale, la spinta derivante dallo svolgimento delle Olimpiadi a Londra nel 2012.
Il report sottolinea anche come un incremento del 20 per cento nell'utilizzo della bicicletta entro il 2015, potrebbe portare un risparmio di milioni di sterline, in termini di riduzione dell'inquinamento e della congestione del traffico.
Inoltre, secondo l'indagine, chi va regolarmente in bicicletta è, in media, assente dal lavoro per malattia 7.4 giorni all'anno, contro gli 8.7 giorni di chi non va in bicicletta; con un risparmio di 128 milioni di sterline dovuto alla riduzione dell'assenteismo.
Il Dr Alexander Grous (London School of Economics – Department of Management) ha condotto la ricerca ed ha affermato:"I fattori strutturali, economici, sociali e di salute sembrano avere finalmente creato un vero cambio di passo nell'utilizzo e nella percezione della bicicletta nel Regno Unito".
Qualcosa da imparare da questi fatti anche in Italia?