Aggiornamenti sull’equity crowdfunding

Incontro Equity Crowdfunding. Modello inglese e italiano a confronto, Milano, Sala Tiepolesca, 18 maggio 2016. Da sinistra: Rich Mason (business development director Seedrs), Alessandro Maria Lerro (avvocato e presidente Associazione Italiana Equity Crowdfunding), Matteo Cerri (Ceo The Family Officer Group e i2i – Italians to Italians).

 

Qual è il panorama nell’area dell’equity crowdfunding?

Si tratta di quegli investimenti in capitale di rischio fatti da persone esterne al mondo degli affari, su startups e iniziative imprenditoriali ritenute ad alto potenziale di crescita economica.

Ne avevo scritto qui, alcuni giorni fa.

E due giorni fa (mercoledì 18 maggio 2016), nella Sala Tiepolesca in via Monte Napoleone 22 a Milano, si è parlato degli sviluppi più recenti di questa forma di finanziamento.

Alessandro Maria Lerro, avvocato e presidente dell’Associazione Italiana Equity Crowdfunding, ha spiegato: “Attualmente, in Italia vengono investiti meno di 100 milioni di euro nel crowdfunding, e spesso sono operazioni tra aziende. Secondo una recente indagine della World Bank, nel 2025 il crowdfunding nel mondo sarà superiore ai 92 miliardi di dollari. I modelli di crowdfunding sono quattro: reward based, donazioni, P2P lending, equity. Equity crowdfunding significa investire in capitale di rischio. In Gran Bretagna, prima è stato fatto nascere il mercato e dopo è stata fatta la legge sul crowdfunding. In Italia, è successo il contrario“.

Inoltre, prosegue Lerro, “Attualmente, in Italia le iniziative di equity crowdfunding hanno una percentuale di successo del 50 per cento. Questo dato si presta a una duplice lettura: da una parte, non ci sono moltissimi progetti realmente interessanti da finanziare, dall’altra c’è comunque un pubblico di soggetti disposti ad investire. Tra i rischi dell’equity crowdfunding, ci sono la scarsa liquidità delle azioni di alcune società, e alcuni casi, pochi, di frodi. In Italia, non c’è limite all’investimento in equity crowdfunding, ma l’investitore deve dichiarare che questo tipo di investimento non intacca il proprio patrimonio“.

Matteo Cerri, Ceo di The Family Officer Group (Londra), azienda finanziaria che controlla la società d’investimento i2i – Italians to Italians (specializzata nel finanziamento di aziende gestite da italiani al di fuori dell’Italia), ha dichiarato: “Con Italians to Italians, investiamo nel Made by Italians, soprattutto nei settori della finanza e delle assicurazioni, della gastrononomia e delle bevande, del design e dell’architettura, dei media e degli eventi, dell’ospitalità turistica e dei viaggi, con una ampiezza d’investimento da 50 mila a 500 mila sterline. Per noi, è molto importante l’espansione internazione e la creazione di opportunità di lavoro per giovani italiani competenti nel proprio settore. Vivo a Londra dal 1997, e negli ultimi anni quattro, cinque anni ho visto il grande aumento degli arrivi di italiani nel Regno Unito. Ma soltanto da poco tempo, vedo che alcuni italiani a Londra hanno capito l’importanza di lavorare insieme e fare networking. Inoltre, è importante che gli startuppers italiani a Londra imparino in tempi rapidi a ragionare come veri e propri imprenditori“.