I 30 anni di Dylan Dog, con un commento di Alberto Abruzzese

Per tutti coloro che gravitano attorno al mondo del fumetto italiano, l’evento di Lucca Comics&Games è un appuntamento di riferimento, che quest’anno si celebra dal 28 ottobre al 1 novembre nel centro storico di Lucca.

Quest’anno si celebrano anche i 30 anni di Dylan Dog: uno dei più noti fumetti mainstream italiani. Qui su Fumettologica.it – portale specializzato in informazione e cultura del fumetto, guidato da Matteo Stefanelli – c’è l’elenco delle iniziative per il trentennale di Dylan Dog.

Per chi non lo conoscesse, Dylan Dog è un personaggio immaginario creato nel 1986 dallo scrittore e fumettista italiano Tiziano Sclavi.

In Italia, Dylan Dog si trova nelle edicole, solitamente l’albo mensile esce l’ultimo venerdì di ogni mese, con la copertina a colori e l’interno in bianco e nero, pubblicato dalla casa editrice Bonelli; 3,20 euro a copia. Oltre allo storico albo mensile, esistono anche altre pubblicazioni cartacee di Dylan Dog, che hanno periodicità diversa.

L’Indagatore dell’Incubo: ecco il “soprannome” di Dylan Dog. Dopo aver lasciato il lavoro di agente di Scotland Yard, Dylan Dog è diventato, per così dire, un “libero professionista” che indaga negli incubi dei clienti. Al 7 di Craven Road, a Londra, c’è il suo studio, che coincide anche con la sua abitazione personale, condivisa con il suo assistente e amico Groucho. E a volte, nel letto di Dylan Dog, c’è posto per le clienti. L’ispettore Bloch – un poliziotto di Scotland Yard ormai in pensione – rappresenta una sorta di padre per lui, e da qualche tempo è entrato in scena un nuovo avversario per Dylan: John Ghost, una specie di geniaccio della tecnologia e dell’imprenditoria. Oltre all’attività di investigatore privato, Dylan Dog ama suonare il clarinetto, cerca di finire di costruire un modellino di galeone, ha un rapporto un po’ conflittuale con lo smartphone, guida un Maggiolone cabriolet bianco, nelle situazioni più pericolose sa usare armi da fuoco. Ed è dotato di un “quinto senso e mezzo” che spesso gli permette di risolvere casi complessi.

Perché un fumetto centrato sui temi dell’orrore, dell’incubo, del mostro, ha avuto e continua ad avere così tanto successo? Probabilmente, Dylan Dog ha saputo cavalcare bene l’inconscio degli esseri umani, interpretando le angosce e le paure dell’umanità nel corso di questi 30 anni.

Tra gli studiosi di comunicazione che si occupano di Dylan Dog, c’è anche Alberto Abruzzese: mediologo di fama internazionale, artista, filosofo, scrittore, professore universitario in pensione, residente tra Roma e il resto del mondo, e lettore di Dylan Dog.

L’Indagatore dell’Incubo vive a Londra. E, ironia della sorte, in queste settimane Abruzzese si trova proprio a Londra. Lo abbiamo dunque raggiunto, in maniera telematica, per chiedere un commento sui 30 anni di Dylan Dog.

È straordinario – spiega Abruzzesequanto i fumetti sappiano offrire immagini di incredibili capacità simboliche, in grado di schizzare fuori dalla linea narrativa e visiva alla quale appartengono. Facendosi “multi-versali”. Recise dal testo di appartenenza, esplodono con una densità immaginifica in tutto straordinaria. Per quanto riguarda Dylan Dog, autori come Luca Raffaelli, Sergio Brancato, Gino Frezza hanno giustamente sottolineato quanto la sua fortuna non appartenga solo allo specifico, genialmente mirato e raffinato, format e eroe di un genere in tutto spurio, contaminato, eppure in tutto fantastico, ma sia spiegabile soprattutto facendo riferimento all’intero apparato di produzione e consumo della sua casa editrice, sapientemente fondato sulle forme di creatività di un modello di industria culturale nato e sviluppatosi a misura del pubblico italiano: modello in cui alla macchina di produzione si affianca la duttile qualità di laboratorio artigianale e familiare.

La fortuna di questa testata – prosegue Abruzzeseè interamente affidata al lettore, all’universo delle letture, dei libri e dei film che ha memorizzato. Il lettore di casa Bonelli è protagonista grazie alla propria memoria. All’esperienza della propria memoria. Alla sua automatica rievocazione al presente. Ad esempio, in questo momento ho tra le mani L’alba dei morti viventi di Sclavi & Stano, Dylan Dog numero 1, seconda ristampa, 1 giugno 1991“.