Il flirt della Aston Martin con la Borsa, e alcune memorie di James Bond

Nell’immagine: l’attore cinematografico britannico Sean Connery, negli anni Sessanta, quando interpretava il personaggio di James Bond.

Chi segue da anni questo NòvaBlog sa che, ogni tanto, mi diverto a “trasformarmi” nel personaggio letterario e cinematografico di James Bond: il celebre agente segreto britannico – nome in codice: 007 – creato dallo scrittore britannico Ian Fleming (1908 – 1964) negli anni Cinquanta.

Di solito, Bond (uomo di mondo) viene convocato dal capo dei servizi segreti britannici, il quale gli spiega la missione da compiere (in giro per il mondo). Se lui sta al gioco, il ruolo di capo dei servizi segreti britannici potrebbe essere interpretato dallo scrittore, sceneggiatore e attore italiano Alberto Abruzzese (smile).

Durante la missione, Bond si trova a lavorare anche con una collega, che ha le fattezze di una affascinante agente segreta. Per gli spostamenti, Bond usa una automobile particolare: si tratta di una vettura di produzione britannica – la Aston Martin – che è attrezzata per respingere gli attacchi dei nemici. Questa automobile viene data a Bond da Q: un esperto di attrezzature per agenti segreti.

In qualità di conducente del veicolo, ho dunque appreso con un certo interesse i rumors di una possibile quotazione in Borsa della azienda Aston Martin.

Infatti, secondo quanto riportato nei giorni scorsi da Bloomberg (media internazionale specializzato in informazione finanziaria), la Aston Martin potrebbe sbarcare alla Borsa di Londra entro quest’anno, con una valutazione attorno ai 5 miliardi di sterline (circa 6.8 miliardi di dollari).

Nel caso della Aston Martin, è molto complesso fare una valutazione attendibile su quanto possa valere in Borsa, e per il momento il top management dell’azienda mantiene uno stretto riserbo su questa vicenda. Dal punto di vista del business, si sa che nel 2017 sono state consegnate più di 5 mila Aston Martin (dato che non si verificava dal 2008), e l’azienda conta di chiudere il 2017 con ricavi per oltre 840 milioni di sterline. Inoltre, l’azienda ha dichiarato che inizierà a costruire un SUV, entro il 2019 nel suo nuovo stabilimento in Galles.

Che il 2018 possa essere un anno con diverse IPO (quotazioni in Borsa)?

Per quanto riguarda le aziende che si occupano di innovazione tecnologica e scientifica, c’è un po’ di movimento, soprattutto alla Borsa di New York.

Dropbox (scambio di files attraverso il cloud) ha appena presentato la documentazione per la quotazione a Wall Street.

Secondo MarketWatch.com (noto sito web dedicato alla finanza) ci sarebbero diverse aziende hi-tech pronte a sbarcare alla Borsa USA, tra le quali Spotify (musica), Xiaomi (smartphones), 23andMe (biotech), Docusign (documenti e firme digitali), Fanatics (merchandising di vario tipo).

Dalle aziende tecnologiche/innovative, ci si aspetta che corrano subito in Borsa. Ma per vederle correre, è necessario che si verifichi un insieme di situazioni, e può essere necessario del tempo.

Invece, per vedere con calma qualcosa di veloce, c’è la mostra Under the Skin, che si svolge a Londra, al Design Museum, fino al 15 aprile 2018, ed è dedicata alla storia della Ferrari.

Già, la Ferrari: iconic brand, come dicono gli anglosassoni. Ricordate la serie televisiva Magnum, P.I. andata in onda negli anni Ottanta? L’attore statunitense Tom Selleck (che interpretava il personaggio dell’investigatore privato Thomas Sullivan, detto Magnum) guidava una Ferrari alle Isole Hawaii, e con lui c’era il suo fidato amico, il factotum britannico Higgins (interpretato dall’attore statunitense John Hillerman, 1932 – 2017).

Tornando a James Bond, forse non tutti sanno che il suo creatore – Ian Fleming – amava trascorrere del tempo sull’isola della Giamaica.

Per quasi vent’anni, Fleming trascorse due mesi all’anno in Giamaica. Nel 1946, infatti, aveva acquistato un terreno sull’isola, sul quale sorse Villa Goldeneye. Il nome della villa richiama una vicenda realmente accaduta a Fleming: l’Operazione Goldeneye fu l’operazione segreta in cui Fleming fu coinvolto durante la Seconda Guerra Mondiale. Bisognava creare una rete di agenti segreti in Spagna, nel caso in cui il dittatore spagnolo Francisco Franco (1892 – 1975) avesse deciso di entrare in guerra e invadere la colonia britannica di Gibilterra. Non ci fu bisogno di entrare in azione perché non successe nulla, ma a Fleming piacque quel nome e così decise di chiamare la sua residenza in Giamaica con il nome di Villa Goldeneye.

La Giamaica fu anche un set per alcuni film su 007. E fu un luogo ritrovo per il jet set dell’epoca: da Marylin Monroe (1926 – 1962) a Charlie Chaplin (1889 – 1977), da Winston Churchill (1874 – 1965) a Liz Taylor (1932 – 2011), fino a Sophia Loren, furono molte le persone famose che frequentarono l’isola. Probabilmente, al giorno d’oggi, fra le persone note di quell’epoca soltanto Sophia Loren e la Regina Elisabetta II conservano il proprio “ruolo”.

Ci sarebbe altro da raccontare sugli avvenimenti di quegli anni in Giamaica, ma un agente segreto non può rivelare tutti i dettagli delle sue missioni. A meno che non siano la Regina o il capo dei servizi segreti a chiederglielo (smile).

Sicuramente, la missione di scrivere questo post è stata compiuta.

Ora, è il momento di un Vodka Martini agitato, non mescolato, da sorseggiare assieme ad una collega (smile).