Nell’immagine: Francesco Carlà, presidente Finanza World.
Può un libro del 2001 essere, in alcune parti, ancora attuale nel 2019?
Sì, nel caso del libro Simulmondo. Vivere Internet. La rivoluzione simulata: dai videogiochi alla finanza democratica di Francesco Carlà, pubblicato nel 2001 dalla casa editrice Apogeo.
L’autore, classe 1961, ha fondato nel 1999 Finanza Word: società di informazione e consulenza finanziaria indipendente, specializzata sui mercati finanziari italiani, europei, statunitensi, che proprio in questi giorni compie 20 anni di attività.
Carlà si è formato nei mondi della comunicazione e dell’imprenditoria in campo tecnologico (con una particolare attenzione ai video games), e da molti anni frequenta gli Stati Uniti, il Regno Unito, il Giappone. Tra gli anni Novanta e gli anni Zero, ha insegnato anche Comunicazione e New Media nelle Università La Sapienza di Roma e IULM di Milano. Attualmente, vive in Italia, a Lecce, e continua a viaggiare spesso all’estero, frequentando anche Singapore.
Quando scrisse il libro Simulmondo, l’autore teneva il corso di Sistemi e Tecnologie della Comunicazione nel Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione Università La Sapienza di Roma. E fu così che mi ritrovai a studiare questo libro.
Dopo 18 anni, alcune pre-visioni di Carlà contenute in quel suo libro mi sembrano ancora valide. Le ripropongo, in corsivo, qui di seguito.
“L’uomo si è sempre dato un gran da fare e si è spremuto il cervello quando si tratta di soldi. E adesso lo sforzo supremo: l’e-cash e il cybercash, il digicash: insomma le banche che non esistono e i soldi che volano in giro come le e-mail da un conto corrente all’altro. Un sistema per velocizzarne la circolazione. Per assecondare il desiderio supremo del capitalismo: il denaro mutante, simulato, interattivo. Digitale.
Ma il denaro ha un limite in se stesso. Come le merci. Deve essere guadagnato e corrispondere a valore. Valore presente o futuro. Denaro già posseduto o che si possiederà. Credito o debito. Quindi prevede sempre il lavoro. Che disdetta. E c’è sempre meno lavoro. Perché c’è sempre meno tempo. Un terribile loop.
Ed ecco l’altra tecnologia inesorabile e velocissima. Il tempo. Beniamino Franklin, capitalista e avventuriero, inventore del parafulmine e del motto “Il tempo è denaro”, se n’era subito accorto. Tempo e denaro sarebbero stati sempre più connessi. Perdendo senso assieme. Chi ha denaro non ha tempo e chi ha tempo non ha denaro. Equilibrio difficilissimo. Da trovare e peggio da mantenere. E allora come si fa? Ci vogliono tre cose: tecnologia, informazione, comunicazione”.
Per chi volesse sapere come mi andò quell’esame, la risposta è: 30 (smile).