Oggi se n’è andato anche Diego Armando Maradona.
Per quelli della mia generazione, e non solo per noi, è stato il mito calcistico di quegli anni Ottanta creativi e allegri anche nel mondo del calcio.
Maradona: questo bambino, nato povero in Argentina, che fin dalla più tenera età manifestò capacità eccezionali nel gioco del calcio. E diventò la prima vera icona globale di questo sport, con l’attenzione dei media e delle persone puntata su di lui e sulla sua vita. Gli anni in cui giocò in Italia, dal 1984 al 1991 nel Napoli, furono il suo periodo di massimo splendore sportivo. Nel corso dei suoi 60 anni di vita, fu un personaggio controverso, e si può dire tutto di lui, ma con il pallone tra i piedi faceva poesia pura. Un personaggio d’altri tempi: era sufficiente dargli la materia prima (il pallone) e a tutto il resto pensava lui. La combinazione tra la sua personalità e la città-mondo di Napoli ha prodotto un fenomeno sociale e sportivo unico e irripetibile.
Per chi vuole approfondire il rapporto tra Maradona e Napoli e il calcio, c’è il numero 662 (luglio 2020) della rivista italiana Linus, dedicato a lui.
Al giorno d’oggi, molto è cambiato nel mondo dello sport. In questa epoca, le icone globali del calcio sono due: l’argentino Lionel Messi e il portoghese Cristiano Ronaldo, entrambi molto attenti anche al personal branding.
Nei mesi scorsi, la società FinTech italiana MoneyFarm (sedi operative a Cagliari e Milano) ha elaborato un modello predittivo per calcolare il valore dei calciatori: Moneyfarm Score, un algoritmo di valutazione sviluppato esaminando circa 100 colpi di mercato dell’estate 2019, costruito in base alle statistiche dei giocatori a giugno 2019. Si tratta di un esperimento che vuole offrire ai tifosi una lettura più scientifica sugli acquisti della propria squadra del cuore, provando a fare luce su alcuni degli aspetti finanziari del mercato dei trasferimenti dei giocatori. Il Moneyfarm Score viene elaborato, basandosi su parametri quantitativi, tramite un modello sviluppato grazie ad alcune delle metodologie e tecnologie che Moneyfarm utilizza per la gestione degli asset finanziari. Il punteggio mira a offrire una valutazione parametrata a quanto speso dal club e non solo al valore assoluto del giocatore. Ad esempio: se un giocatore viene preso a parametro zero, lo score sarà nettamente più alto che prendendo lo stesso giocatore pagato 30 milioni. Dunque un giocatore di buon livello comprato a molto poco potrebbe ottenere uno score più alto di un top player pagato a caro prezzo. Moneyfarm costruisce il punteggio attraverso la valutazione di alcuni dati statistici dei calciatori e modelli di regressione (sviluppati regredendo statistiche come, per esempio, i gol segnati, l’età, il team di provenienza, i trofei vinti, le presenze in Champions League, il risalto mediatico del calciatore) stimando così il fair value del calciatore. Questo valore viene poi parametrato al costo dello stipendio e al costo del cartellino, in modo tale da ottenere il punteggio.
E quando si tratta di sport business, è sempre bene osservare cosa succede negli Stati Uniti.
Da settembre 2020, Michael Jordan – leggendario ex giocatore statunitense di basket, ora diventato imprenditore – è entrato nel Consiglio di Amministrazione di DraftKings, in qualità di special advisor.
DraftKings è una società specializzata nel digital sports entertainment e nelle tecnologie per il gaming, con sede a Boston e fondata nel 2012 da Jason Robins, Matt Kalish e Paul Liberman. Il contributo di Jordan sarà centrato sulla consulenza strategica e creativa per lo sviluppo dei prodotti e dell’azienda. In cambio del suo lavoro, Jordan ha acquisito una quota delle azioni della società. «Michael Jordan è tra le persone più importanti nello sport – ha dichiarato Jason Robins, CEO di DraftKings – e ha ridefinito per sempre l’atleta e l’imprenditore moderno. L’esperienza e il senso degli affari che porta nel nostro board sono senza prezzo, e sono felice di averlo nella nostra squadra».