Una occasione particolare di dialogo interreligioso e interculturale tra Italia e Giappone: la mostra 道信 Thesaurum Fidei. Missionari martiri e cristiani nascosti in Giappone. 300 anni di eroica fedeltà a Cristo vede la partecipazione della Santa Sede, dell’Ambasciata del Giappone presso la Santa Sede, della Japan National Tourism Organization, della Fondazione Missio – Pontificie Opere Missionarie.
Inaugurata il 12 dicembre 2023, questa mostra è aperta fino al 17 gennaio 2024: informazioni su orari e modalità di prenotazione nell’immagine qui sopra. È prevista anche la pubblicazione del catalogo della mostra.
L’iniziativa è frutto del lavoro realizzato dall’Arcidiocesi di Lucca, guidata da mons. Paolo Giulietti, Arcivescovo di Lucca, e dalla professoressa Olimpia Niglio, architetto e docente all’Università di Pavia con anni di insegnamento in atenei in Giappone.
L’obiettivo è riflettere sul significato che il cristianesimo ha avuto e ha nel Sol Levante e promuovere i valori della pace e del dialogo nel mondo di oggi.
Le prime presenze cristiane in Giappone risalgono al 1549 con l’arrivo di San Francesco Saverio, ma dal 1612 il cristianesimo venne messo al bando per oltre 250 anni. Si tratta, dunque, di una storia complessa e con molte vicende.
La mostra si svolge a pochi anni dal viaggio apostolico di Papa Francesco in Giappone (23-26 novembre 2019) e come spiegano Mons. Paolo Giulietti, Arcivescovo di Lucca, e la professoressa Olimpia Niglio: «Ricordare i missionari martiri e i “cristiani nascosti” non è solamente prestare un tributo a una storia gloriosa ma riveste una singolare attualità: infatti la Chiesa-in-uscita auspicata da Papa Francesco non potrà svilupparsi se nel popolo di Dio si affievoliscono la stima per il dono prezioso della fede e lo zelo per la missione. Oggi, come nel Giappone di quei tempi, è il momento del coraggio».
Nell’ambito della mostra, è in programma anche una dimostrazione della cerimonia del tè, martedì 16 gennaio 2024 alle ore 11, Via Urbano VIII 16.
«Pur valorizzando la spiritualità, la cerimonia del tè incorpora anche l’estetica legata all’arte e all’artigianato – si legge in una nota della Pontificia Università Urbaniana –. La cerimonia del tè, proprio per questo motivo, viene definita una forma d’arte completa. Viene spesso anche sottolineato come i gesti della cerimonia del tè e quelli dei riti cristiani siano simili».