Le applicazioni della bioeconomia del tannino in Calabria

Domani, martedì 19 marzo 2024, a Palazzo Miceli, sede di rappresentanza del Comune di S. Vincenzo La Costa (Cosenza), verranno presentati i risultati di approfondite ricerche sulla bioeconomia del tannino.

Estratto in Europa dal legno del castagno da quasi due secoli, il tannino è un prodotto naturale tradizionalmente usato nella concia delle pelli, che oggi ha due nuove importanti applicazioni: l’uso come fertirrigante e biostimolante in agricoltura e in sostituzione degli antibiotici negli allevamenti. In entrambi i casi, il tannino sostituisce costosi prodotti chimici di sintesi.

Il convegno pubblico La nuova bioeconomia del tannino per lo sviluppo della Calabria, organizzato dal CNR – Consiglio nazionale delle ricerche in collaborazione con il Comune di S. Vincenzo La Costa, verrà aperto dai saluti del Sindaco, Avv. Gregorio Iannotta, e vedrà gli interventi di Lucia Turano (Università di Palermo) e di Francesco Meneguzzo, Mario Pagliaro e Sonia Vivona del CNR.

Territorio con significativa presenza di boschi di castagno, la città di Cosenza vide sorgere nel 1906 uno dei maggiori impianti in Italia per l’estrazione del tannino, e nel tempo si aggiunsero altri impianti fra cui uno nel Comune di S. Vincenzo La Costa.

Da allora, quando l’unica applicazione del tannino era nella concia delle pelli, l’industria del tannino è profondamente cambiata, e oggi l’estrazione di questo prezioso prodotto naturale viene condotta con successo in molteplici Paesi europei, tra i quali Italia, Francia, Slovenia, Spagna e Portogallo.

In questi anni, gli scienziati del Cnr nei laboratori di Francesco Meneguzzo in Toscana e di Mario Pagliaro in Sicilia hanno sviluppato direttamente su scala pre-industriale il processo della cavitazione che hanno applicato a molteplici scarti agroalimentari e forestali per l’estrazione di preziosi prodotti naturali. Tra i quali, ora, il tannino.

Dopo un esperimento, durato quasi un anno, condotto in un vivaio in Sicilia specializzato in viticoltura dai team di Nino Pisciotta e Diego Planeta dell’Università di Palermo, i ricercatori hanno pubblicato lo studio che dimostra l’eccellente capacità di questo nuovo tannino a funzionare da biostimolante per la vite.

Lucia Turano illustrerà i risultati conseguiti utilizzando il nuovo tannino di castagno denominato “HyTan” come biostimolante della crescita delle viti. Francesco Meneguzzo presenterà il nuovo processo di estrazione del tannino “HyTan” basato sulla cavitazione idrodinamica, applicato per la prima volta proprio al legno di castagno proveniente dalla Calabria. Sonia Vivona illustrerà come le ricerche dell’Istituto per i Sistemi Agricoli e Forestali del CNR siano concretamente al servizio dello sviluppo delle aree interne della Calabria.

«Il nuovo processo introdotto dal CNR elimina la necessità di utilizzare qualsiasi agente chimico o di scaldare l’acqua con notevole consumo di energia. E lo sostituisce con un processo fisico, chiamato cavitazione dinamica dell’acqua, che consuma solo una piccola quantità di elettricità, in cui l’estrazione del tannino dalle cellule del legno e della corteccia avviene in base ad un principio fisico del tutto differente dall’estrazione convenzionale. Si tratta di risultati che aprono le porte ad un utilizzo massivo del tannino di castagno, estratto con questo nuovo processo, nella viticoltura. Ogni anno solo nei Paesi dell’Unione Europea vengono prodotte 350-400 milioni di barbatelle innestate. In Italia se ne producono circa 130-150 milioni di cui 40 milioni destinate all’esportazione. Questi sviluppi scientifici e tecnologici aprono nuove prospettive di sviluppo economico sia nelle aree con elevata presenza di boschi di castagno sia nel settore agricolo e florovivaistico», spiega Mario Pagliaro, dirigente di ricerca al CNR – Consiglio nazionale delle ricerche di Palermo, chimico specializzato in bioeconomia, nanotecnologie e scienza dei materiali.