Nell’immagine: Delfina Licata, coordinatrice del Rapporto Italiani nel Mondo. New York, 16 marzo 2025. © image by Fondazione Migrantes.
Dal 2006 ad oggi, il RIM – Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes è diventato un punto di riferimento per analizzare l’evoluzione dei flussi migratori degli italiani.
Coordinato dalla sociologa Delfina Licata e pubblicato dalla casa editrice Tau, questo Rapporto si avvale del contributo di numerosi autori dislocati in Italia e nel mondo, e viene presentato nell’autunno di ogni anno a Roma, con successive presentazioni in altre località italiane e in vari Paesi.
In base a questa ricerca, negli Stati Uniti vivono oltre 320.000 persone con passaporto italiano: il 5,2% degli oltre 6 milioni di cittadini italiani residenti all’estero. Gli USA sono il settimo Paese con maggiore presenza di cittadini italiani dopo Argentina, Germania, Svizzera, Brasile, Regno Unito e Francia.
Il 16 marzo 2025 il Rapporto è stato presentato per la prima volta a New York, alla Saint Patrick’s Old Cathedral School, alla presenza di istituzioni civili e religiose.
Prima della presentazione del Rapporto, si è svolta la Messa officiata dal presidente della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego, da don Luigi Portarulo, responsabile della comunità cattolica italiana a New York, da padre Giacomo Costa, accompagnatore spirituale delle Acli Nazionali e da don Giacomo Granzotto, assistente di mons. Perego.
Sono intervenuti alla presentazione anche Paolo Ricotti, presidente del Patronato ACLI; Christian Di Sanzo, deputato della Repubblica Italiana eletto con il PD nella Ripartizione Elettorale del Centro e Nord America; Silvana Mangione, vicesegretaria del CGIE – Consiglio Generale degli Italiani all’Estero; e il Console Generale d’Italia a New York, Fabrizio Di Michele.
«Ci sono voluti 19 anni perché il Rapporto Italiani nel Mondo arrivasse a New York. Nel frattempo i connazionali all’estero sono raddoppiati e in America sono cresciuti di oltre il 70%. Un’America e una New York profondamente cambiate da quel lontano 2006, anno della prima pubblicazione del Rapporto che la Fondazione Migrantes dedica alla mobilità italiana. Oggi siamo diventati una nazione dalle migrazioni plurime e complesse ma che soffre per una migrazione malata perché unidirezionale. Il lavoro da compiere è quello di guarire il processo migratorio trasformandolo da unidirezionale a circolare, unendo le partenze agli arrivi e ai ritorni. E questo lavoro è innanzitutto culturale. Ma dalla guarigione della ferita migratoria, che vede esaltare la perdita e non l’opportunità, occorre passare alle azioni concrete. Il RIM non è un progetto in solitaria ma vive e si fortifica grazie alle reti tra menti pensanti e menti operanti, tra chi analizza e chi trova strategie con cui agire nel tessuto sociale», ha spiegato Delfina Licata, curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo.