Oltre ad essere una esperienza punitiva, il carcere dovrebbe essere anche un periodo di rieducazione, in modo che dopo l’uscita dal penitenziario non si commettano più reati e si abbia qualche competenza spendibile nel mondo del lavoro.
Le attività di rieducazione dei detenuti, peraltro, dovrebbero partire già durante il periodo di detenzione, ed è noto che la situazione nelle carceri italiane sia difficile, dal punto di vista delle condizioni di vita e delle strutture a disposizione.
E nei prossimi giorni diventerà realtà un progetto di innovazione sociale che mette insieme due gruppi di persone agli antipodi: alcuni detenuti del carcere di Regina Coeli a Roma e alcuni studenti dell’Università Tor Vergata di Roma si sfideranno, infatti, in un duello di retorica nel quale dovranno argomentare le proprie tesi in maniera convincente e pacifica.
L’iniziativa è organizzata da PerLaRe – l’associazione per la retorica fondata da Flavia Trupia e Andrea Granelli, entrambi esperti di comunicazione – in collaborazione con la Casa Circondariale di Roma Regina Coeli, l’Università Tor Vergata di Roma e la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, e si svolgerà sabato 5 marzo 2016 a Roma al carcere di Regina Coeli, via della Lungara, 29, alle ore 10. Per assistere alla gara bisogna scrivere, preferibilmente entro il 26 febbraio 2016, a info@perlaretorica.it comunicando nome, cognome e data di nascita.
Sia i detenuti che gli studenti sono allenati da Flavia Trupia e dall’attore Enrico Roccaforte. Il tema di dibattito sarà: i confini della legittima difesa. La gara si svolgerà in due round di venti minuti ciascuno, e al termine del round le tesi da sostenere si invertono. Una giuria – nella quale ci saranno un linguista, un attore, due giornalisti e un avvocato – decreterà la squadra vincitrice, sulla base non tanto del talento innato quanto della capacità di impegnarsi.
Potrebbe sembrare qualcosa di mai accaduto. Invece, c’è un precedente: il Bard College di New York ha avviato un programma di attività di riabilitazione nei penitenziari Usa, e a settembre 2015 c’è stata la gara di retorica tra alcuni detenuti del carcere Eastern Correctional Facility di New York e alcuni studenti di Harvard, vinta dai detenuti.
Sia nella vita sia nel lavoro, d’altra parte, è inevitabile che prima o poi avvenga l’incontro con opinioni diverse dalla propria, e sapersi esprimere in maniera civile e convincente può fare la differenza.
In ogni caso, il ritorno nella società dopo il periodo di detenzione è sempre un momento particolare per l’ex detenuto.
Un esempio di attività rieducativa svolta durante la permanenza in carcere e utile anche dopo il periodo di detenzione è quella svolta nel carcere di Bollate, poco fuori Milano. All’interno di questa casa circondariale si trova, infatti, il ristorante InGalera, dove le pietanze sono preparate dai detenuti, supervisionati da uno chef professionista e formalmente assunti come dipendenti del ristorante. Il ristorante è aperto a pranzo e a cena ed è necessaria la prenotazione, chiusura la domenica tutto il giorno e il lunedì a cena.
Lavorare durante la reclusione permette di rimanere in contatto con la realtà; e per citare un caso tratto dal mondo della comunicazione, anche nella famosa serie televisiva Orange is the New Black, ambientata in un carcere femminile statunitense, le detenute sono tenute a lavorare durante la giornata.
Tornare nella società con competenze spendibili nel mondo del lavoro, è meglio sia per l’ex detenuto sia per l’intera società.