Nell’immagine: un momento di una conferenza-show.
Una cena a casa, tra amici.
Dopo avere mangiato e bevuto, ecco spuntare alcuni attori che mettono in scena uno spettacolo in salotto, rendendo la serata più interattiva e più originale. Si tratta delle conferenze-show: un format di intrattenimento, nato negli Stati Uniti in questi ultimi anni, che può essere proposto sia in forma privata, come nel caso di cene/feste tra amici, sia in forma pubblica, ad esempio all’interno di eventi culturali/di intrattenimento.
A Roma, abbiamo incontrato Luca Martera – autore di cinema, televisione, documentari, dal 2011 residente fra Roma, Milano, New York e Los Angeles – per parlare di queste nuove idee di intrattenimento: «Si tratta di una forma di teatro in casa – spiega Martera. Ho visto nascere questa idea a Los Angeles, dove la crisi degli anni scorsi si è fatta sentire fra gli addetti ai lavori del mondo dello spettacolo. La necessità aguzza l’ingegno, e molti giovani attori hanno deciso di formare delle piccole compagnie per mettere in scena qualsiasi tipo di idea passi per la mente: dal pilot per una sit-com all’idea per una app. Questi attori traducono le idee in un dialogo che si può scaricare in formato audio o video, per poi farlo sentire ad un agente. A Los Angeles, quasi nessuno ha tempo per leggere in maniera approfondita, ma ascoltando o vedendo i materiali delle conferenze-show, un agente può intuire se ci sia qualcosa di valido su cui investire».
Le potenzialità sembrano esserci. Ma quali sviluppi può avere questa idea? «Penso che i margini di sviluppo possano essere notevoli – prosegue Martera –. Le persone che sono in età matura e ancora lavorano, iniziano a guardare con un certo distacco a smartphone e computer. Da parte di un pubblico un po’ più istruito, c’è una tendenza a tornare ad un contatto visivo diretto. Per andare a vedere uno spettacolo in un teatro tradizionale, bisogna uscire di casa, cercare un parcheggio per l’automobile, il prezzo del biglietto d’ingresso non è sempre alla portata di tutti. Si sta creando, dunque, una sorta di circuito, quasi porta a porta, dove piccoli gruppi, di solito fino ad un massimo di venti persone, sono disposti a trascorrere una serata in maniera originale, arricchendosi culturalmente e interagendo con attori che lavorano con l’arte del narrare. In Italia, ci vorrà ancora un po’ di tempo, ma non escludo che le conferenze-show possano arrivare anche fra gli italiani. Anche io sto lavorando ad alcune conferenze-shows, che nel 2018 porterò in scena sia in Italia sia negli Stati Uniti».