Poli Opposti [recensione film]

In questo primo lungometraggio del 47enne regista Max Croci (già autore di numerosi cortometraggi e documentari), si riprende un tema classico del cinema come l’incontro-scontro tra persone che vivono vite molto diverse. Ma in Poli Opposti (Italia 2015), il tono da commedia viene gestito con un abile mix di ironia e serietà.

Nell’ampia casistica delle vicende sentimentali, troviamo qui l’intreccio fra Claudia (interpretata da Sarah Felberbaum) e Stefano (recitato da Luca Argentero). Lei ha un figlio adolescente a carico, avuto con un uomo che è già sposato, mentre lui è uno psicologo specializzato in terapie di coppia (e ha una compagna molto petulante). In realtà, Claudia e Stefano si conoscono da quando erano bambini, ma poi la vita li ha portati su strade diverse; finché, dopo molti anni, per pura casualità Stefano incontra di nuovo Alessandro, suo amico d’infanzia e fratello di Claudia. Nel frattempo, Claudia è diventata un avvocato specializzato in cause di divorzio e ha maturato molto risentimento nei confronti degli uomini. Stefano e Claudia hanno punti di vista molto diversi sulla vita, ma per motivi di lavoro si ritrovano a lavorare, in studi diversi, sullo stesso piano dello stesso palazzo a Roma.

Una vicenda di parcheggio dell’automobile rappresenta il loro primo incontro dopo molto tempo, ma nessuno dei due riconosce l’altro. Il riconoscimento avviene durante una festa a casa di Alessandro, e da qui inizia la vera storia, con Stefano che decide anche di aiutare il figlio di Claudia, vittima di bullismo a scuola. Il rapporto tra Stefano e la sua compagna peggiora sempre di più, e in maniera un po’ goffa lui inizia a corteggiare Claudia, che non gli risparmia ampie dosi di acidità (ma non si fa mancare avventure con altri uomini). Con vari escamotages di sceneggiatura (tra cui un giro in una Roma trasformata in una Parigi immaginaria), si arriva al finale nel quale le differenze si smussano e ci si viene incontro.

Tra gli elementi di interesse del film, c’è una realistica carrellata di tipi umani e di errori che si possono commettere da entrambe le parti, con sfumature psicologiche che potevano essere approfondite. Si tratta comunque di un’opera prima che vale la pena di vedere, soprattutto per sorridere in maniera non banale sul rapporto uomo-donna.