Una delle aree su cui il Sud Italia può crescere è quella dell’implementazione degli eventi culturali sul territorio locale.
Due casi interessanti sono in corso di svolgimento.
Nel 2012, il giovane italo-venezuelano Giulio Vita è rientrato in Italia, e nel 2013, assieme ad un gruppo di amici, ha fatto nascere il festival La Guarimba ad Amantea (Cosenza, in Calabria), con l’idea di riportare la gente al cinema e il cinema alla gente. Nel corso di questi anni, La Guarimba è diventata un festival in cui la dimensione locale e quella internazionale si fondono. Cinema, cinema d’animazione, illustrazione, sono le principali aree d’attività di questo festival, nel quale la cultura è intesa come un veicolo per promuovere democrazia partecipativa, integrazione e accessibilità.
Guarimba è una parola che per gli indios venezuelani significa “posto sicuro”.
E La Guarimba vuole essere un posto affidabile per chi vuole vedere sperimentazioni interessanti nel campo degli audiovisivi e delle performing arts. Oltre all’organizzazione degli eventi del festival, c’è anche l’offerta di workshops su come realizzare prodotti artistici di qualità avendo a disposizione risorse limitate.
L’edizione 2017 del festival si svolge dal 7 all’11 agosto, il programma è qui. Ingresso libero, è possibile effettuare donazioni al festival. Durante le giornate del festival, sarà disponibile cibo tipico calabrese a prezzi popolari.
Ogni anno, inoltre, La Guarimba va in trasferta per mostrare la propria selezione di cortometraggi (fiction, animazione e documentario), i lavori degli illustratori, laboratori per adulti e per bambini, masterclass sul cinema. Tra le città che hanno ospitato La Guarimba: New York (USA), Chicago (USA), San Francisco (USA), New Orleans (USA), Ismailia (Egitto), Stepanavan (Armenia), Nicosia (Cipro), Málaga (Spagna), Barcellona (Spagna), Madrid (Spagna), Formentera (Spagna), Clermont-Ferrand (Francia), Milano (Italia), Trento (Italia), Pompeii (Italia), Castiglione Delle Stiviere (Italia), Cleto (Italia), Favara (Italia), San Vito Dei Normanni (Italia), Lecce (Italia), Cosenza (Italia), Catanzaro (Italia), Riva del Garda (Italia), Salerno (Italia).
Più a sud della Calabria, c’è la Sicilia: una regione italiana ricca di miti e leggende.
E il Museo Archeologico Regionale Antonino Salinas di Palermo propone, dal 1 luglio al 10 settembre 2017, la mostra Viaggio in Sicilia. Mappe e Miti del Mediterraneo: un progetto dell’azienda vitivinicola siciliana Planeta (di proprietà della famiglia Planeta) per sostenere l’arte e il territorio in Sicilia. In particolare, si tratta di una mostra a cura di Valentina Bruschi, con le opere inedite di sei artisti: Marianna Christofides, Gabriella Ciancimino, Malak Helmy, Andrew Mania, Pietro Ruffo, Luca Trevisani, tutti nati fra il 1974 e il 1982.
Realizzata in occasione della settima edizione di Viaggio in Sicilia, la mostra è il risultato delle suggestioni nate durante una residenza itinerante d’artista, svolta a settembre 2016 nel periodo della vendemmia, e durante l’incursione degli artisti nella collezione del Museo Salinas (che per la prima volta si è aperto all’arte contemporanea).
I sei artisti hanno viaggiato attraverso il territorio siciliano confrontandosi con luoghi, persone e storie. Paesaggi e simbologie hanno acceso il loro immaginario, che si è tradotto in lavori appositamente pensati per gli spazi del Museo, dalla scultura al disegno, dalla fotografia al video, in dialogo con i reperti archeologici del Museo Salinas.
“Il progetto è il frutto della collaborazione tra un’istituzione pubblica e un’azienda privata, da sempre interessata alla promozione dell’arte e della cultura. L’obiettivo è stimolare i visitatori del Museo a guardare le opere d’arte antica attraverso lo sguardo degli artisti contemporanei. Questo è un modo per ridurre la percezione, errata, di un distacco tra l’arte del passato e quella del presente, e favorire un avvicinamento del pubblico al dialogo tra arti diverse per epoca e tipologia”, afferma la direttrice del Museo Salinas, Francesca Spatafora.
Il mito in Sicilia è una sottotraccia costante, utilizzata fin dall’antichità per spiegare i maestosi fenomeni naturali, dal mare – che circonda tutta l’Isola, la cui forma triangolare ha alimentato leggende – ai vulcani dell’Etna e di Stromboli. Le mappe hanno una tradizione antica, perfezionata con i geografi arabi. In una linea di continuità che parte dalla maestosità dei templi greci fino alle chiese-fortezze dei Normanni e ai castelli di Federico II, la geografia di queste zone dissemina il territorio siciliano di significati simbolici. Nell’arte contemporanea, le mappe sono diventate una vera e propria espressione artistica, a cominciare dagli anni Sessanta, da quelle degli Stati Uniti di Jasper Johns a quelle globali di Alighiero Boetti (1940 – 1994). Per questi artisti, scala e precisione non hanno molta importanza: per loro l’intera mappa diventa opera d’arte, dove i lavori rappresentano luoghi riconoscibili, anche se non rappresentati con esattezza geografica.
La mostra Viaggio in Sicilia. Mappe e miti del Mediterraneo è accompagnata da un catalogo in italiano e in inglese, con una selezione iconografica e testi di Francesca Spatafora, Valentina Bruschi, Gianluigi Ricuperati (scrittore invitato a partecipare alla tappa finale del viaggio), Vito Planeta, Flavia Frisone (storica e archeologa).
Il viaggio, inoltre, è stato documentato da un reportage fotografico di Leonardo Scotti (classe 1988).
Il progetto Viaggio in Sicilia ha vinto, a maggio 2017, la terza edizione del Premio Gavi – La buona Italia per avere efficacemente integrato arte e cultura con un’attività di accoglienza e valorizzazione turistica del territorio.
La mostra è aperta dal 1 luglio al 10 settembre 2017 a Palermo, piazza Olivella, Museo Archeologico Regionale Antonino Salinas, ingresso gratuito, dal martedì al sabato ore 9.30 – 18.30, domenica e festivi, ore 9.30 – 13.30.
Per informazioni: e-mail urpmuseopa@regione.sicilia.it e/o press.museosalinas@gmail.com.