Fare ricerca sui social media, utilizzandoli.
E’ stato il filo rosso che ha caratterizzato il Social Media Lab svolto all’Università IULM di Milano dal 2009 al 2011. Si è trattato di una esperienza atipica nel panorama accademico italiano: il corso è stato co-finanziato dalla Fondazione Cariplo e le lezioni si sono tenute in parallelo all’attività didattica istituzionale. A frequentare il corso, quattordici studenti selezionati fra gli iscritti ai corsi di laurea magistrale dell’Università IULM. In cattedra, numerosi esperti italiani ed internazionali del web.
Il prof. Alberto Abruzzese, docente di comunicazione alla IULM ed attento osservatore dei new media, ha coordinato l’iniziativa, gestita operativamente da Francesco D’Orazio, direttore delle aree tech e social media dell’agenzia di ricerca ed innovazione Face (Londra), e Stefano Mizzella, social media strategist presso la società di consulenza OpenKnowledge (Milano).
Recentemente si è tenuto il convegno Refresh: avventure nei media sociali (di cui avevo dato notizia qui): simbolicamente, l’atto conclusivo di questa esperienza formativa. Così come avvenuto durante il corso, nella conferenza sono stati presentati casi concreti di utilizzo dei social media nell’ambito della business e della vita quotidiana. A partire dalla comunicazione pubblicitaria. Secondo Paolo Iabichino, direttore creativo all’interno dell’agenzia pubblicitaria Ogilvy Italia:”Essere sui social networks costringe le aziende a ripensare completamente la loro comunicazione, e a prendere posizione. C’è il rischio che le persone vengano strumentalizzate quando entrano in rapporto con le aziende sui social networks. Ma, oggi, abbiamo una storia da raccontare nella pubblicità? Pochi stanno facendo comunicazione in maniera nuova”.
Tommaso Sorchiotti, rappresentante dell’Osservatorio italiano su Foursquare, ha esposto alcuni dati sul fenomeno della geolocalizzazione:”L’ecosistema del mobile si sta trasformando molto velocemente: secondo stime della società di ricerca e consulenza Gartner, nel 2013 gli utenti utilizzeranno internet più su dispositivi mobili che da computer fissi. Foursquare è anche uno strumento giocoso, e gli utenti italiani, secondo stime di Foursquare, sono 160 mila, pari al 2,3% del totale mondiale degli utilizzatori del servizio. Mobnotes, inoltre, è un social network italiano di geolocalizzazione nato prima di Foursquare. I social media funzionano anche con le piccole aziende e il percorso in atto va nella direzione di come le persone utilizzano internet sul territorio”.
Tema universale è quello della salute, affrontato da Federica Postiglione, cofondatrice del sito Pazienti.org :”La nostra è una start-up digitale italiana nata nel maggio 2010, basata sull’idea che la salute sia un bene di tutti. Desideriamo rendere più trasparenti le istituzioni sanitarie in Italia, pubblicando sul nostro sito le opinioni dei pazienti sulle strutture sanitarie. Anche in medicina, la comunicazione è fondamentale. Alcuni casi sono quelli di HealthLine.com, dove si può fare una ricerca partendo dai sintomi della malattia, Patientslikeme.com, una community di persone che condividono lo stesso problema di salute, Acor.org: community di pazienti con diagnosi di cancro. Alfemminile.com è un forum italiano di donne che cercano notizie sulla salute, mentre su PatientOpinion si trovano valutazioni sul servizio sanitario britannico”.
Emanuele Quintarelli, partner della società di consulenza OpenKnowledge, ha delineato alcune tendenze di fondo:”Sembra che le aziende si stiano affannando sui social media ma senza una strategia precisa, o limitata a stupire il cliente. Nei prossimi cinque, dieci anni il concetto di social media cambierà ancora, e bisogna fare il passaggio da un nuovo marketing ad una nuova azienda. I clienti desiderano essere trattati in modo corretto”.
E, dunque, cosa rimane del Social Media Lab? Secondo Mizzella:”Rimane un punto d’incontro su progetti innovativi che sono stati lanciati o si stanno sviluppando su questi temi in Italia. Progetti assolutamente trasversali alle industry e agli scenari”. Aggiunge D’Orazio:”Siamo contenti dell’impatto che questa esperienza ha avuto sugli studenti che l’hanno frequentata, sull’Università che l’ha ospitata e anche su di noi, perché abbiamo imparato molto. E speriamo che questo esperimento possa essere replicato”.
Nel frattempo, l’esperienza del Social Media Lab è confluita nel libro a cura di Francesco D’Orazio e Stefano Mizzella, Social Media Lab. Avventure nei media sociali, Liguori Editore, Napoli 2011, euro 9,90 (volume pubblicato con il contributo della Fondazione Cariplo).