Dal navigare sul mare al navigare sul web. Ci siamo arrivati, al giorno d'oggi.
La Rete è ormai un mare esteso, e presenta molte analogie con il mare propriamente detto.
La qualità sempre più anfibia dell'attuale mondo online si ricollega, infatti, all'idea della navigazione, che è un po' arte e un po' tecnologia.
Non a caso sono stati gli antichi greci, popolo di mare, a perfezionare la navigazione come tecnologia della comunicazione occidentale (assieme alla scrittura e al teatro); e infatti in greco antico la parola mare si scrive πόντος (pronuncia: pόntos): ovvero ponte tra le terre e mezzo di comunicazione.
Inoltre, il mare è da sempre un luogo privilegiato per merci e commerci, e permette di guardare la terraferma come un'entità esterna. Senza dimenticare che la maggior parte del pianeta Terra è bagnata dalle acque degli oceani (circa 364 milioni di chilometri quadrati, a fronte di circa 149 milioni di chilometri quadrati di terre emerse). E in base alla curva ipsografica, la profondità media del mare è di 3.730 metri (con l'abisso di 11.034 metri della Fossa delle Marianne), mentre l'altezza media delle terre emerse è di 875 metri (con il picco degli 8.848 metri del Monte Everest).
E dunque? Il mare mantiene ancora una "funzione" sia nell'immaginario collettivo sia nel commercio mondiale.
Ad esempio, The Marine Traffic Project offre una mappa in tempo reale del traffico marittimo nel mondo, sia per quanto riguarda le navi sia per quanto riguarda i porti. Tra l'altro, l'intensità del traffico delle navi merci e di trasporto passeggeri è anche un indicatore per monitorare il livello dei commerci nel mondo. La app di Marine Traffic è disponibile per iPhone, iPad, iPod touch, per i devices Android e per Windows Phone. Le FAQ sono qui.
Diceva il giornalista e scrittore Tiziano Terzani (1938 – 2004):"Il senso della ricerca sta nel cammino fatto e non nella meta. Il fine del viaggiare è il viaggiare stesso e non l'arrivare".