Qual è lo stato dell’arte nel rapporto tra media e disabilità? Senza dubbio, lo sviluppo tecnologico di questi anni sta aprendo possibilità di comunicazione che possono essere ulteriormente implementate.
Sul versante della telefonia mobile, ad esempio, ha recentemente esordito il primo cellulare per non vedenti: il Braille Phone, realizzato dalla società inglese Ownfone (Londra, zona Islington) specializzata nel design di telefoni cellulari con funzionalità semplificate, che possano essere utilizzati da tutti – inclusi, tra gli altri, disabili e anziani.
In Italia, è attivo Braille News: il primo settimanale italiano in braille, diretto da Francesca D’Atri. E in Italia, il 21 febbraio è la Giornata nazionale del Braille: una ricorrenza, istituita con la legge 126 del 3 agosto 2007, per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti delle persone non vedenti.
In campo editoriale, inoltre, iniziano a comparire pubblicazioni completamente accessibili anche ai non vedenti: un esempio è quello del recentissimo e-book Pensieri di un cervello in fuga di Raffaele De Rosa (2015), realizzato da Way to Epub: piattaforma italiana di ricerca e consulenza sull’editoria cartacea e digitale, nata dall’esperienza del service editoriale il Quadrotto. Il testo è stato realizzato seguendo i criteri di IDPF (International Digital Publishing Forum) e LIA (Libri Italiani Accessibili), in modo tale da poter essere letto anche da persone non vedenti, ipovedenti o dislessiche. Al di là dell’espressione “cervello in fuga”, ormai molto di moda, il testo racconta, appunto, i pensieri dell’autore, Raffaele De Rosa, che da molti anni fa l’insegnante in Svizzera e ripercorre, in maniera non troppo “traumatica” né troppo “politica”, la sua vicenda di emigrato di origini pugliesi, campane e siciliane che è cresciuto in Veneto e ha continuato il suo viaggio “sempre più a Nord” in Svizzera, arrivando a descrivere con ironia e riflessività un percorso di vita nel quale chi ha deciso di lasciare, per scelta o per necessità, la propria terra natale potrà riconoscersi.
Il settore dei media accessibili a tutti è in corso di sviluppo, e se ben gestite le tecnologie possono essere un fattore di inclusione sociale.