Qual è lo stato dell’arte dell’e-commerce in Italia?
Se ne è parlato ieri a Roma, nella sala Aldo Moro della Camera dei Deputati, nell’incontro E-commerce. Tra regole e crescita organizzato dall’Intergruppo parlamentare sull’Innovazione, con partecipazione di esponenti aziendali e politici e analisti del settore.
Come ha evidenziato Roberto Liscia, presidente del Consorzio NetComm: “Al giorno d’oggi, l’e-commerce non è più soltanto un atto di compravendita fatto in Rete, ma è un insieme di azioni che si vanno ad inserire all’interno di un ecosistema informativo più ampio“.
Rodrigo Cipriani Foresio, country manager per l’Italia dell’azienda cinese di e-commerce Alibaba, ha dichiarato: “Alibaba punta a diventare una vera e propria azienda globale nei prossimi dieci anni e stiamo lottando contro la contraffazione dei prodotti. Vogliamo aiutare le aziende italiane, soprattutto quelle che operano nei settori della gastronomia, dell’abbigliamento e del arredamento, a sbarcare in Cina e recentemente abbiamo sottoscritto accordi con i Ministeri italiani dell’Agricoltura e dello Sviluppo Economico e con l’ICE. La Cina è un mercato enorme ma bisogna sapere come agire. Dal mercoledì 1 a sabato 4 giugno 2016, su Alibaba ci sarà una grande promozione dei prodotti italiani“.
Andreas Schmeidler, country manager in Italia del portale francese Vente-privee.com, ha affermato: “Il nostro vero cliente sono i brands. La nostra azienda aiuta a far scoprire marchi italiani all’estero, e l’Italia ha una serie di marchi con la M maiuscola. Ma ancora oggi, manca una cultura digitale fra le marche“.
Giuseppe Tamola, responsabile per Italia e Spagna del portale tedesco di e-commerce Zalando, ha spiegato: “Il sistema educativo italiano è nato un centinaio di anni fa con obiettivi nobili, ma al giorno d’oggi fatica a tenere il passo con l’evoluzione del mondo digitale, e bisogna ragionare sul tema della formazione per il mondo del futuro. Zalando è nata nel 2008 e siamo presenti in Italia dal 2011, attualmente l’azienda ha un fatturato di 3 miliardi di euro. Il sistema europeo dell’e-commerce è molto frammentato, così come è molto frammentato il sistema dei pagamenti elettronici. L’online ha livelli di concentrazione molto più alti rispetto al retail tradizionale. I prodotti italiani sono di qualità, ma la debolezza è sui processi“.
Andrea Panconesi, alla guida del retailer italiano di prodotti di lusso Luisa Via Roma (Firenze), ha notato come “In questo momento, la maggiore difficoltà per crescere sia trovare persone abbiano una formazione informatica adeguata, bisogna creare una centro di alta formazione informatica in Italia“.
Nel secondo panel, hanno preso la parola esponenti del mondo istituzionale.
Stefano Firpo (Ministero dello Sviluppo Economico), ha sottolineato come “l’Italia sia in ritardo sul digitale, con soltanto il 2 per cento degli italiani che ha competenze approfondite nell’Information and Communication Technology. In questo Paese, vanno sviluppate forme di imprenditorialità digitale, ed è una sfida che l’Italia può affrontare“.
Lorenzo Basso (deputato PD) ha aggiunto: “Siamo in un momento cruciale, in cui verranno prodotte norme che potranno aiutare il Paese oppure creare asimmetrie informative. Il tema delle competenze è importante“.
Adriana Gàlgano (deputata Scelta Civica) ha evidenziato il fatto che “La Germania stia investendo 60 miliardi di euro nell’industria 4.0, e invece in Italia siamo indietro sulla sharing economy e sulla banda larga“.
Concludendo l’incontro, Antonio Palmieri (deputato Forza Italia e co-fondatore dell’Intergruppo parlamentare sull’Innovazione) ha dichiarato: “In Italia, c’è una ghettizzazione di coloro che si occupano di digitale, non soltanto in Parlamento ma anche in altri settori della società italiana. Esiste l’evoluzione digitale, e attualmente i leaders globali dell’e-commerce sono statunitensi e asiatici, mentre non c’è un leader europeo dell’e-commerce“.