Ho scattato la fotografia qui sopra in Italia.
Non avevo ancora sentito parlare delle ferie mentali, ma è altamente probabile che la mente degli italiani di oggi abbia bisogno di un periodo di riposo.
Ai giorni nostri, infatti, ci sono parecchi pensieri nella testa degli italiani: pur rimanendo una società “a coriandoli” (tanti soggetti con tanti colori diversi), la crisi degli ultimi dieci anni ha compattato alcuni gruppi sociali.
Se la società italiana fosse un albero, oggi ci sarebbero due grandi rami: su uno c’è chi sta bene economicamente, sull’altro c’è chi deve lottare per avere dei guadagni. Soprattutto sull’albero di chi non ha entrate economiche stabili, si sono progressivamente avvicinati vari gruppi sociali, tra i quali i precari, i disoccupati, i liberi professionisti, chi lavora a partita IVA.
Di sicuro, nell’Italia di oggi ci sono vari squilibri.
Un esempio? Chi è fuori dal mercato del lavoro, non riesce ad entrarvi facilmente, o a rientrarvi. Chi è “dentro”, deve lavorare sempre di più, perché l’azienda deve mantenere un certo livello di ricavi, e continuare a fare risultati, oggi, è più difficile che in passato.
A livello politico, è probabile che le elezioni europee di maggio 2019 siano un momento strategico per capire i reali rapporti di forza in Europa tra sovranisti ed europeisti.
È di questi giorni la recente dichiarazione di Jack Ma, il fondatore del colosso cinese dell’e-commerce Alibaba. A 54 anni, il cinese Ma detiene un patrimonio personale di alcune decine di miliardi di dollari. Nei giorni scorsi, Ma ha affermato di voler lasciare la guida operativa di Alibaba, e vorrebbe morire su una spiaggia, non lavorando in ufficio.
Non c’è bisogno di scomodare la saggezza orientale per capire che il desiderio di Ma è comune a molte altre persone nel mondo.
Il bilanciamento tra vita lavorativa e tempo libero, d’altra parte, è una delle grandi questioni del presente e del futuro.
Certamente, in Italia e in altre parti del mondo, la confusione e l’incertezza sono elementi dell’epoca contemporanea. Allo stesso tempo, l’avanzata delle tecnologie implica – o dovrebbe implicare – anche un aumento della capacità di mettere in ordine il mondo.
Fin dai tempi più antichi, la Storia del mondo di dipana anche nella dialettica fra ordine e disordine.
Una lettura interessante su come il disordine possa generare vantaggi nella vita delle persone è il libro Che casino! Il potere del disordine per tirare fuori il meglio di noi stessi di Tim Harford, economista e giornalista, senior columnist del Financial Times, visiting fellow del Nuffield College di Oxford e membro onorario della Royal Statistical Society. Noto divulgatore scientifico, Harford collabora anche con BBC World Service. Il libro è stato appena pubblicato in Italia da Egea editore, e l’autore sarà a Milano lunedì 1 e martedì 2 ottobre 2018.
Usando la ricerca di neuroscienze, psicologia, scienze sociali e storie di persone ispiratrici che fanno cose straordinarie, Tim Harford spiega che le qualità umane che apprezziamo – creatività, reattività, capacità di recupero – sono parte integrante del disordine e della confusione che le producono. Questo saggio è un’esplorazione dei vantaggi del caos nella vita umana: una lettura che permette di scoprire le connessioni inaspettate tra creatività e disordine e di capire perché cambiamenti improvvisi di piani, persone sconosciute ed eventi imprevisti possono aiutare a generare nuove idee e opportunità.
A volte, il desiderio di ordine – un bisogno innato – è indubbiamente d’aiuto: non sarebbe così radicato se non lo fosse. Ma spesso siamo così sedotti dalle sue lusinghe che non riusciamo ad apprezzare le virtù di cioò che è improvvisato, imperfetto, diverso.