“Oltre la Grande Muraglia”: un libro per iniziare a conoscere la Cina contemporanea [recensione libro]

Il Primo ottobre 1949 è la data di nascita ufficiale della Repubblica Popolare Cinese, nome formale del Paese conosciuto come Cina.

E ironia della sorte, oggi, Primo ottobre 2018, scrivo del libro Oltre la Grande Muraglia. Uno sguardo sulla Cina che non ti aspetti di Alberto Bradanini, appena pubblicato da Egea-Università Bocconi Editore.

Tra i libri di saggistica sulla Cina pubblicati negli ultimi dieci anni, Oltre la Grande Muraglia è tra i più interessanti, poiché unisce le conoscenze sul mondo cinese di Bradanini e i suoi rapporti personali e lavorativi con la Cina.

L’autore di questo libro ha svolto una lunga carriera nella diplomazia italiana, a partire dal 1975. La frequentazione di Bradanini con la Cina iniziò con una missione di lavoro nel 1986, per poi proseguire negli anni Novanta, quando fu Console Generale d’Italia a Hong Kong, nel periodo in cui avvenne il passaggio di Hong Kong dal Regno Unito alla Cina. Ed infine, dal 2013 al 2015, Bradanini è stato Ambasciatore d’Italia in Cina.

Dal 2016, Bradanini è presidente del Centro Studi sulla Cina Contemporanea (sede a Reggio Emilia), e i suoi collaboratori hanno fornito preziose indicazioni nella stesura del libro.

Leggendo il libro, si rimane colpiti dal sincero interesse dell’autore per la Cina, che è contemporaneamente un Paese-Stato (entità politica), un Paese-continente (per via del suo immenso territorio nazionale), un Paese-civiltà (espressione di una cultura antichissima e molto raffinata). All’interno del volume, i riquadri scuri narrano i ricordi personali di Bradanini durante i suoi periodi di permanenza in Cina. Tali ricordi sono a volti di tipo ufficiale, altre volte hanno un lato tragicomico, e forniscono sempre una traccia sulla mentalità dei cinesi.

Per chi si approccia per la prima volta all’universo cinese, il libro è una “miniera” di informazioni, soprattutto sul piano politico, sociale ed economico.

Con chiarezza, Bradanini spiega qual è l’approccio del Partito Comunista Cinese nella gestione della trasformazione di un Paese di 1,4 miliardi di abitanti (il più popolato del mondo) in una società “moderatamente prospera entro il 2050”, secondo l’obiettivo di lungo termine fissato dal Partito. Si tratta di un modello che è riuscito a fare viaggiare assieme lo sviluppo economico (forte ed innegabile negli ultimi 30 anni) con l’autoritarismo politico, tramite la creazione di una economia socialista di mercato e di un socialismo scientifico con caratteristiche cinesi.

Nella cultura cinese, il rapporto con il passato è molto importante, ad esempio nel caso del culto degli antenati e dei leaders politici del passato. Ma il modello cinese è anche proiettato al futuro: sebbene vi siano alcune eccezioni, di norma i dirigenti politici devono lasciare le posizioni di potere all’età di 68 anni.

In politica estera, il Partito ha scelto la strada della non interferenza con le vicende degli altri Paesi, attuando una strategia di coesistenza pacifica. Il rapporto con gli Stati Uniti rimane delicato e complesso, a causa di divergenze (sistema politico, sociale, di valori individuali) e convergenze (salvaguardia del sistema economico internazionale, lotta al terrorismo e al crimine organizzato, contenimento delle armi di distruzione di massa). Inoltre, una delle maggiori sfide geopolitiche dei prossimi venti anni per gli Stati Uniti sarà il rapporto che la Cina avrà con la Russia e con l’Iran.

Citando Dominique Moïsi, l’autore spiega come i Paesi del mondo possano essere suddivisi in tre gruppi: i Paesi del risentimento, che hanno vissuto le tragedie dovute al colonialismo occidentale; i Paesi della speranza, di cui fa parte la Cina, che intravedono un futuro migliore; i Paesi della paura, ovvero quelli occidentali, che temono di perdere le ricchezze accumulate e percepiscono l’avanzata dei Paesi in via di sviluppo.

Bradanini spiega inoltre come la Cina sia attualmente soddisfatta delle relazioni con l’Italia, che viene vista come un mercato di sbocco di discreto interesse per i prodotti cinesi, nonostante la struttura burocratica e poco trasparente del sistema italiano.

Sul piano degli investimenti, quelli europei in Cina hanno creato milioni di posti di lavoro e fornito tecnologia all’economia cinese, mentre quelli cinesi in Europa, seppure in crescita, non hanno creato molti posti di lavoro, essendo più interessati all’accesso a tecnologie e mercati di sbocco.

Attualmente, il Paese del Dragone è la seconda economia mondiale, e la comunità internazionale preme da anni per la piena internazionalizzazione del renminbi (la moneta cinese, nota anche con il nome di yuan), ma secondo Pechino, la piena convertibilità del renminbi ridurrebbe significativamente la sovranità del Paese e gli spazi di autonomia nella politica economica, aprendo la strada a variabili che potrebbero essere destabilizzanti, e dunque non c’è fretta di arrivare alla piena convertibilità della renminbi.

Per chi non conosce la mentalità cinese, può sembrare difficile capire alcuni modi di fare: ad esempio, in Cina, le leggi non vengono interpretate come vere e proprie leggi da rispettare, e nella vita quotidiana si fa riferimento soprattutto ad un insieme di abitudini e “regole” non scritte.

Ma il sistema cinese è un sistema a saggezza incrementale, che impara dalle esperienze proprie e da quelle degli altri.

La Cina ha una visione non ideologica del mondo, ha una concezione pragmatica dell’esistenza umana e una idea scientifica dell’universo.

Il percorso che la Cina vuole proseguire è quello di una propria via allo sviluppo, tramite il socialismo scientifico creato con l’esperienza storica vissuta e sofferta dal popolo cinese.

Opportunamente, Bradanini suggerisce l’istituzione, in Italia, di un gruppo di lavoro permanente italo-cinese presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, oppure presso il Ministero degli Affari Esteri.

Sicuramente, la trasformazione della Cina da Paese economicamente arretrato a Paese proiettato nel futuro, è un fatto storico e di rilevanza mondiale.

Conoscere meglio il rapporto che la Cina ha con sé stessa e con il mondo è un primo passo per capire questo Paese, e questo libro è una delle letture di riferimento.

La prima presentazione del libro si svolgerà a Roma, venerdì 5 ottobre 2018, alle ore 17, in Largo Ascianghi 5, nell’ambito di Asiatica Film Festival, con la presenza dell’autore.