Suggerimenti per imprenditori italiani che desiderano fare business negli Stati Uniti d’America

Nell’immagine: un momento degli Italy Seminars – Select USA 2019. Seduti, da sinistra: Todd Avery, Ministro Consigliere per gli Affari Commerciali dell’Ambasciata USA in Italia; Marco Brugnoli, Managing Director Cosmed; Michelangelo Morlicchio, presidente Tecnocap; Fabio Bordignon, direttore finanziario di Fincantieri negli Usa; Marco Checchi, Ceo Pelliconi & C.; Diego Gaggioli, Rail Sales & Project Manager Elettromar. Roma, Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia, 19 marzo 2019.

Guardare agli Stati Uniti per costruire o per espandere il business aziendale è una scelta lungimirante.

Ma bisogna sapere cosa fare e come farlo: il mercato Usa è competitivo e complesso, e senza una strategia ben delineata non si può pensare di ottenere risultati.

Per gli imprenditori italiani che desiderano aprire una sede e/o uffici commerciali sul territorio degli Stati Uniti, una delle prime questioni da affrontare è la scelta del luogo in cui aprire l’attività.

Gli Usa hanno quattro fusi orari, che aumentano considerando anche gli stati delle Hawaii e dell’Alaska (che non hanno la continuità territoriale con gli altri stati degli Usa).

In tal senso, Select USA è uno strumento utile per orientarsi. Si tratta di una iniziativa istituita dall’Amministrazione Obama nel 2011, per facilitare, in modo geograficamente neutrale e senza privilegiare una località a scapito di un’altra, gli investimenti delle aziende estere nei 50 Stati USA, nel District of Columbia e nei 5 Territori USA.

Questa mattina, a Roma, nella sede dell’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia, si è svolta la prima giornata degli Italy Seminars, che proseguiranno domani, 20 marzo 2019, a Milano, e giovedì 21 marzo 2019 a Vicenza.

L’incontro di questa mattina è stato coordinato da Todd Avery, Ministro Consigliere per gli Affari Commerciali dell’Ambasciata USA in Italia.

Gerardo Iamunno, Vice Presidente Unindustria, dove è Responsabile Global Markets e della promozione del Made in Italy, ha spiegato: «Gli Stati Uniti sono il terzo Paese di sbocco dell’export italiano, dopo Germania e Francia. La Regione Lazio è il terzo esportatore regionale italiano verso gli USA. Anche il turismo è un settore importante: nel 2018, il 23 per cento degli arrivi di stranieri a Roma è stato costituito da cittadini americani».

Chiara Petrò, responsabile delle attività promozionali dell’Agenzia ICE di Milano, ha sottolineato: «Gli Usa sono un mercato complesso e competitivo. Per avere successo lì bisogna avere un mix di fattori, tra cui: esperienza nel settore dell’export, conoscenza degli usi locali di business, conoscenza delle abitudini di consumo, capacità di fare marketing usando anche i social media. Attualmente, ci sono opportunità di investimento nei settori: tecnologie green, beni di consumo, aerospazio, macchinari e apparecchiature, ICT, energia, industria automobilistica».

Ryan Wallace, International Investment Specialist di Select USA, ha ricordato che l’evento principale di Select USA, durante il 2019, si svolgerà dal 10 giugno al 12 giugno a Washington.

Andrea Rosa, responsabile di Select USA in Italia, presso il Consolato Generale degli Stati Uniti d’America a Milano, ha spiegato: «I nostri servizi sono gratuiti, sono neutrali nel senso che non privilegiano nessun territorio particolare degli Stati Uniti, inoltre manteniamo la privacy sulle informazioni che le aziende ci forniscono. Select USA lavora con aziende di tutti i tipi, ed è essenziale che l’azienda italiana apra almeno un ufficio commerciale sul territorio degli Stati Uniti e crei occupazione sul territorio locale. All’incontro di oggi, ci sono i rappresentanti di 22 stati su 50 degli Stati Uniti».

Successivamente, si è svolto il panel relativo ai casi aziendali, nel quale cinque dirigenti d’azienda italiani hanno illustrato l’esperienza della propria azienda con gli Stati Uniti.

Diego Gaggioli, Rail Sales & Project Manager di Elettromar: «Noi operiamo nel business dei sistemi di trasporto e delle ferrovie, e abbiamo avuto una buona accoglienza in Florida. Trovare tecnici specializzati, sul mercato americano, non è semplice».

Marco Checchi, Ceo di Pelliconi & C. :«Abbiamo un fatturato di 180 milioni di euro, il 90 per cento del quale viene realizzato all’estero. Produciamo tappi per bottiglie di acqua, vino, birra. Un consiglio: quando si va negli Stati Uniti, bisogna dimenticare la mentalità italiana, ma non bisogna dimenticare la qualità dei prodotti delle piccole e medie aziende italiane. Anche noi siamo presenti in Florida. Abbiamo iniziato l’attività negli Usa nel 2010, con 10 persone, e oggi siamo arrivati a 70 persone che lavorano per noi negli Stati Uniti».

Marco Brugnoli, Managing Director Cosmed: «Siamo partiti da Albano, una cittadina nella campagna a sud di Roma, e oggi siamo presenti negli stati dell’Illinois e della California. Produciamo e commercializziamo apparecchiature medicali. Attualmente, abbiamo un fatturato di 50 milioni e 180 dipendenti. La nostra esperienza negli Usa è iniziata nel 2001. Il mercato statunitense è aperto a nuovi players, riconosce la qualità ed è disposto a pagarla. Se si riesce a fare bene negli Usa, è probabile che si riesca a fare bene ovunque. Abbiamo una sede a Chicago: una città meno costosa rispetto ad altre metropoli americane. Per avviare un business negli Stati Uniti bisogna: trovare un buon avvocato e un buon commercialista, registrare un business name, trovare una sede, costruire un team. Negli Usa, il cliente viene prima dell’azienda».

Michelangelo Morlicchio, presidente Tecnocap: «La nostra azienda produce chiusure metalliche per: alimenti, cosmetici, prodotti farmaceutici, bottiglie, bombole d’alluminio. Attualmente, abbiamo 170 milioni di euro di fatturato, 900 dipendenti, 3 centri di ricerca e sviluppo. Negli Usa, siamo presenti in West Virginia. Le istituzioni americane sono state disponibili a dialogare con noi. La banca americana si interessa al progetto industriale dell’azienda e lo segue. I sindacati americani sono diversi da quelli italiani. Gli operai americani hanno bisogno di accordi chiari e scritti. Avere dirigenti italo americani può essere utile come elemento di collegamento con i lavoratori americani».

Fabio Bordignon, direttore finanziario di Fincantieri negli Usa: «In Wisconsin, costruiamo navi per la marina militare americana. Siamo negli Usa dal 2009 e fino ad oggi Fincantieri ha investito 175 milioni di dollari nelle attività negli Stati Uniti. Lo stato del Wisconsin ha supportato Fincantieri con 100 milioni di dollari: è un partner attivo, e viene a visitare la sede locale di Fincantieri».

A conclusione dell’incontro, è intervenuto Lewis M. Eisenberg, Ambasciatore degli Stati Uniti d’America in Italia e presso la Repubblica di San Marino, affermando: «Gli Stati Uniti sono un luogo bellissimo nel quale investire. Ringrazio l’ICE e Confindustria per la collaborazione realizzata per Select USA. Ringrazio i relatori di questa mattina, il nostro team e i presenti a questo incontro. Select USA è una opportunità da non perdere per le aziende italiane».