Il personaggio protagonista che ha una doppia vita: non è un meccanismo nuovo nella cinematografia.
In Ma cosa ci dice il cervello, questo meccanismo torna però utile per mettere in scena le frustrazioni, le insoddisfazioni, i desideri repressi di molti italiani di oggi.
Questa commedia, diretta da Riccardo Milani, ha per protagonista Paola Cortellesi, attrice italiana che ha già dato buona prova di sé in precedenti film.
Nei cinema italiani dal 18 aprile 2019, ecco dunque il personaggio di Giovanna, interpretato da Paola Cortellesi: all’apparenza, Giovanna si occupa di pratiche amministrative e fiscali, come impiegata in un Ministero, e quando esce dall’ufficio si occupa di sua figlia, una bambina sveglia ma ignara del vero lavoro della madre: una 007 al femminile, che svolge operazioni top secret per garantire la sicurezza nazionale.
Oltre al suo capo, interpretato da Remo Girone, soltanto il suo ex marito, pilota di aerei militari e padre della loro bambina, conosce la sua vera identità. Attorno a Giovanna, ruotano sua madre, che nonostante l’età vuole continuare a mantenere uno stile di vita giovanile, e sua figlia.
E dopo vent’anni torna in scena la migliore amica dei tempi di scuola (interpretata da Claudia Pandolfi), che invita Giovanna a una reunion con alcuni loro compagni di scuola: nonostante non sia entusiasta della proposta, Giovanna accetta. Ecco dunque l’incontro tra i cinque ormai ex adolescenti, ora alle soglie dei 40 anni d’età. Ognuno di loro ha preso strade diverse, ognuno di loro conduce una vita con alcune piccole soddisfazioni e con varie frustazioni. Quando Giovanna viene a sapere dei problemi dei loro amici, usa i suoi “poteri” per aiutarli, mettendo in difficoltà i maleducati che se la sono presa con loro.
Ecco emergere uno spaccato dell’Italia di oggi: chi cerca di fare bene il proprio lavoro e chi scarica la propria insoddisfazione di vita sugli altri.
Cosa dice, oggi, il cervello agli italiani? Nell’Italia confusa e disorientata di questi anni, abituarsi al degrado sembra essere diventato un fatto normale. Ma c’è chi non si arrende, e continua a lottare per fare qualcosa di buono nella società.
Lo stile da commedia contribuisce a rendere meno amara la narrazione, con momenti divertenti come il viaggio in Spagna, nel quale uno degli amici di Giovanna scopre la sua vera identità.
Il lieto fine – con Giovanna e il suo amico di scuola che si mettono insieme, e i maleducati che in qualche modo capiscono i propri errori – regala una speranza.
Ma mai come oggi, è necessario capire cosa dice il cervello agli italiani.