© immagine: Aura S.p.A., 2021.
Nei prossimi tempi, sarà necessario adeguare i televisori ai nuovi standard tecnologici.
E saranno oltre 15 milioni i televisori da rottamare nei prossimi 15 mesi: ecco le stime per questa transizione che coinvolgerà milioni di italiani.
La prima fase inizierà gradualmente dal 15 ottobre 2021 e consisterà nell’oscuramento di tutti gli apparecchi che non dispongono dell’alta definizione. Secondo le previsioni dei fornitori, a fronte di una vendita annuale standard di circa 4.5 milioni di televisori, per l’anno solare in corso ne è stata ipotizzata la vendita di 6.5 milioni, stima che cresce fino a 9 milioni per il prossimo anno. La seconda fase scatterà dal primo gennaio 2023: da questa data sarà necessario dotarsi di un apparecchio con Digitale Terrestre di seconda generazione (DVB-T2).
In Abruzzo, a L’Aquila (in località Boschetto di Pile), opera Aura: una delle maggiori aziende italiane specializzate nel riciclo del RAEE, ossia dei rifiuti composti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. L’azienda conta circa 80 dipendenti e processa 60.000 tonnellate all’anno di rifiuti elettrici ed elettronici, con un capacità di recupero dei materiali fra il 95% e il 99% (la media nazionale italiana si aggira attorno all’80% e quella europea al 90%). Il processo di lavorazione dei rifiuti, mediante passaggi successivi di affinamento, permette un riutilizzo ottimale dei materiali.
«Come consumatore – spiega Italo Soncini, presidente esecutivo Aura – ritengo che il Decreto Rottamazione TV rappresenti un cruciale passo avanti nel processo di innovazione tecnologica del Sistema Italia, ma, come operatore del trattamento RAEE sono certo che andrà a creare un flusso straordinario di vecchie apparecchiature: le strutture per lo smaltimento saranno sottoposte a forte pressione. Per il successo dell’iniziativa occorre quindi che il settore del trattamento RAEE venga messo nelle condizioni di ricevere questo ingente flusso di televisori e che i processi aziendali dei singoli operatori guardino sia alla massimizzazione delle materie prime seconde, separando plastica, schede, vetro e metallo per dare loro una seconda vita, sia alla riduzione a zero dei rifiuti in discarica».