Le riflessioni del medico italoamericano Michele Carbone sui vaccini e sul rispetto della propria vita e di quella degli altri

Nell’immagine: Michele Carbone, M.D., Ph.D., William & Ellen Melohn Chair in Cancer Biology, director of thoracic oncology at the University of Hawaii Cancer Center.

A metà degli anni Ottanta, il medico Michele Carbone partì dall’Italia, dove si era laureato, e andò negli Stati Uniti.

Nel corso degli anni, Carbone è diventato uno dei maggiori studiosi di oncologia a livello mondiale.

Dal 2006, lavora alle isole Hawaii, alla University of Hawaii.

Nel 2018, il Centro Studi Americani di Roma lo ha inserito tra i vincitori del Prize for American Italian Relations.

Oltre all’attività in campo scientifico, Michele Carbone è anche Console Onorario dell’Italia alle Isole Hawaii.

Nei giorni scorsi, Star Advertiser, uno dei media più noti nelle Hawaii, ha pubblicato un intervento di Carbone sulla situazione attuale della pandemia in questo stato degli Usa.

Carbone osserva come niente nella vita sia sicuro al 100%, nemmeno i farmaci e le medicine.

Ma il rischio di contrarre il virus è vicino al 100% se non ci si vaccina, poiché le varianti del Coronavirus sono molto trasmissibili.

E vivendo in un ambiente sociale, abbiamo delle responsabilità verso gli altri.

Se gli ospedali si riempiono di persone che hanno contratto il Covid perché non si sono vaccinate, vi saranno ritardi nelle cure ai pazienti di altri reparti, e chi ha bisogno di essere operato a causa di tumori, problemi cardiaci e altre malattie dovrà aspettare di più, con il rischio concreto di morire.

Dunque, la decisione di non vaccinarsi ha ripercussioni sulla vita degli altri.

Ecco perché, conclude Carbone, vaccinarsi serve a salvare la propria vita e a rispettare quella degli altri.

Considerazioni che valgono sia alle Hawaii sia in Italia.