Vivere e rivivere l’illusione della giovinezza, nel film Suntan

Nell’immagine: l’attore Makis Papadimitriou in una scena del film Suntan (Grecia/Germania, 2016).

Arriva domani nei cinema italiani il film Suntan.

Diretto dal regista greco Argyris Papadimitropoulos, che ne ha firmato la sceneggiatura assieme a Syllas Tzoumerkas, il film è distribuito in Italia da Trent Film.

Girato nell’estate 2015 sull’isola greca di Antiparos, il film narra il cambiamento del 42enne Kostis, medico scrupoloso interpretato da Makis Papadimitriou, dopo il contatto con un gruppo di ventenni arrivati ad Antiparos per divertirsi. Kostis si lascia coinvolgere nelle attività ludiche e festaiole di questi giovani, innamorandosi della 21enne Anna, interpretata da Elli Tringou.

Ma ciò che inizia come una inaspettata riscoperta della giovinezza diventa lentamente un’ossessione per il medico, e il personaggio di Kostis inizia a perdere le sue qualità di “eroe”.

«Un’abbronzatura è bellissima, pericolosa e svanisce rapidamente, proprio come la giovinezza. Suntan è stato girato durante l’estate sulla minuscola isola di Antiparos, quando il posto era pieno di festaioli e di feste. Girare un film durante il periodo più impegnativo della stagione su un’isola greca potrebbe sembrare una missione impossibile, ma per me è stata una scelta ovvia, per il mio film più personale. Vado ad Antiparos da quando avevo 15 anni, e continuo ad andarci nonostante lo scorrere degli anni. Kostis è un esemplare atipico del mondo adulto. Non ha una famiglia sua, a differenza della maggior parte dei suoi coetanei. Ma proprio come loro è prigioniero del proprio corpo, costretto a restare a guardarlo appassire, incapace di resistere allo spietato scorrere del tempo. Si trova di fronte a cinque ottimi esempi di giovinezza, e la giovinezza è un periodo della vita che Kostis ha superato da tempo, probabilmente non lo ha mai vissuto al massimo o come avrebbe voluto. L’eterna estate greca ha fornito lo sfondo perfetto per questa stravaganza di desiderio e tutto ciò che ne consegue, spingendosi oltre i limiti per vedere fino a che punto può arrivare il proprio corpo. Nell’esplorazione dei confini del mio eroe mi sono imbattuto in una mia terra incognita e, un po’ ironicamente, ho finito per scoprire un genere: il coming of age di mezza età», afferma il regista Argyris Papadimitropoulos.