L’impatto dell’intelligenza artificiale generativa sul Made in Italy: ricerche e riflessioni in corso

Nell’immagine: un momento del XX Forum del Comitato Leonardo. Da sinistra: Matteo Danieli, Co-Founder Bending Spoons; Antonella Mansi, Presidente Centro di Firenze per la Moda Italiana; Francesco Giorgino, giornalista televisivo e direttore Ufficio Studi Rai; Renzo Rosso, Presidente OTB Group; Alberto Vacchi, Presidente e AD IMA Group. Roma, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, 15 maggio 2024.

Il Comitato Leonardo è nato nel 1993 su iniziativa dell’ICE, di Confindustria e di un gruppo di imprenditori italiani, per promuovere le doti di creatività, raffinatezza e cultura dei prodotti italiani.

Attualmente, il Comitato riunisce oltre 160 personalità e aziende sia nei settori tradizionali che in quelli tecnologici. Tra i soci del Comitato sono presenti 110 aziende il cui fatturato complessivo è di 410 miliardi di euro, con una quota media di export pari al 55%.

Ieri, nella sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, si è svolta l’edizione annuale del Forum del Comitato Leonardo, che quest’anno è stata dedicata all’analisi dell’intelligenza artificiale generativa in rapporto al futuro del Made in Italy.

Al Forum, organizzato in collaborazione con Accenture, Agenzia ICE e Confindustria, sono intervenuti il Presidente del Comitato Leonardo Sergio Dompé, il Presidente e AD di Accenture Italia Mauro Macchi, il Presidente dell’Agenzia ICE Matteo Zoppas, il Direttore Generale di Confindustria Raffaele Langella, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

Alla tavola rotonda, moderata da Francesco Giorgino, hanno preso parte Matteo Danieli, Co-Founder Bending Spoons; Antonella Mansi, Presidente Centro di Firenze per la Moda Italiana; Renzo Rosso, Presidente OTB Group; Alberto Vacchi, Presidente e AD IMA Group.

Alberto Antonietti, Strategy Lead ICEG di Accenture ha presentato lo studio “Strategie per la valorizzazione del brand Italia e del Sistema Paese”, realizzato per l’occasione.

L’analisi di Accenture parte dalla considerazione che i settori tipici del Made in Italy (tessile-abbigliamento, alimentari-bevande, legno-arredo, nautica, ceramica, oreficeria) sono da sempre fortemente votati all’export. Il percepito di eccellenza sintetizzato nel “brand Made in Italy” permette all’Italia di posizionarsi come leader, rispetto all’export globale complessivo, incrociando la domanda delle nicchie alto-spendenti internazionali. Secondo questa ricerca, i diversi settori del Made in Italy possono rafforzare la propria competitività attuando strategie industriali declinate in due linee di azione: da una parte l’adozione a scala dell’innovazione tecnologica e dall’altra il rafforzamento delle politiche globali di branding con l’estensione del “brand Made in Italy” a settori economici eccellenti non tradizionalmente compresi nella definizione (come la meccatronica, la farmaceutica, la chimica) con politiche sistemiche di comunicazione e marketing. Tali strategie comporterebbero un incremento della produttività e un ampliamento dell’export, grazie ad una rinnovata competitività verso l’estero.

Complessivamente, si tratta di un potenziale aggiuntivo del PIL dei settori “estesi” del Made in Italy di 80 Miliardi di euro entro il 2030. 50 miliardi sarebbero conseguenza dell’incremento di valore aggiunto prodotto dall’applicazione dell’AI Generativa nel Made in Italy, affiancata da politiche di potenziamento delle competenze necessarie. Altri 30 miliardi potrebbero arrivare dall’estensione del “brand Made in Italy” a nuovi settori e ad aree geografiche emergenti. L’impatto sull’occupazione, nei settori manifatturieri interessati, si tradurrebbe nella creazione di circa 300 mila nuovi posti di lavoro.

Gli investimenti in tecnologia e in particolare in AI – conclude lo studio di Accenture – saranno essenziali per colmare i gap accumulati in alcuni settori e potenziare il “genio italico” in ogni fase della catena del valore: dal design delle collezioni e dei prodotti, dove la Generative AI può facilitare in modo esponenziale il lavoro creativo grazie alla capacità di aggregare e combinare dati per la creazione e l’adattamento continuo di contenuti, alla produzione pianificata e ottimizzata tramite i “gemelli digitali”, in grado di creare una rappresentazione in diretta dello stato dei macchinari per monitorare in tempo reale la linea produttiva e il suo funzionamento, fino alla capacità di aumentare l’efficacia della forza vendita grazie agli assistenti virtuali basati sulla Generative AI.

«Lo sviluppo tecnologico sempre più rapido pone le nostre imprese di fronte a nuove sfide che possono diventare grandi opportunità. Il Made in Italy è un concetto in evoluzione che dobbiamo aggiornare costantemente. Per continuare a competere con successo a livello globale, l’industria italiana richiede politiche che guardino al futuro con programmazione e investimenti sulla formazione e lo sviluppo di competenze specialistiche nelle nuove tecnologie. Lo studio di Accenture sottolinea quanto sia importante inserire a pieno titolo nel “brand Made in Italy” settori di eccellenza meno tradizionali nei quali le nostre imprese si distinguono nel mondo. Le aziende presenti oggi e quelle che recentemente hanno vinto i Premi Leonardo 2024, attive in campi come l’aerospazio, il digitale, il farmaceutico, sono un esempio tangibile dell’importanza crescente dei settori di frontiera e tecnologici per il Made in Italy», ha dichiarato Sergio Dompé, Presidente del Comitato Leonardo.