Alla ricerca di small data e fenomeni emergenti, con il progetto editoriale BUNS

Source: Visualcapitalist.com, October 2025.

BUNS nasce da un’idea di Alice Avallone, ricercatrice indipendente, esperta di etnografia online e tra i pionieri nell’uso degli small data per leggere e interpretare i comportamenti umani.

Classe 1984, da vent’anni Avallone osserva come la cultura digitale plasmi le vite delle persone, i linguaggi e le relazioni. Dopo esperienze in Usa e in Australia, è rientrata in Italia, dove lavora con brand, scuole di formazione e istituzioni pubbliche, costruendo progetti che uniscono ricerca, creatività e strategia.

BUNS è l’evoluzione di BeUnsocial: un progetto nato nel 2019, sempre a cura di Alice Avallone, per osservare il mondo digitale da una prospettiva diversa, senza inseguire la frenesia dei social.

Il payoff di BUNS è: dati sensibili. Perché dietro ogni numero c’è un gesto, un’emozione, una storia. E il lavoro di BUNS è scoprire quei gesti, ascoltare quelle storie e trasformarle in insights, idee e progetti.

Sul fronte editoriale, ogni settimana si raccontano fenomeni emergenti, micro-tendenze e segnali culturali che spesso passano inosservati, ma che stanno già modellando il presente e, a volte, anticipando il futuro.

Sul fronte dello studio di ricerca e consulenza, BUNS lavora con aziende, istituzioni culturali e organizzazioni che vogliono capire meglio le persone per cui esistono. Si usano metodi di etnografia digitale, analisi qualitativa e interpretazione dei dati – soprattutto small data – per individuare insights culturali che siano davvero utili a prendere decisioni, sviluppare prodotti, immaginare campagne o progettare servizi.

L’esperienza di Avallone si intreccia con una rete di collaboratori e professionisti per dare vita a un approccio in cui i dati sono raccontati con cura e usati per prendere decisioni migliori.

«BUNS è l’acronimo di Big Understanding of Small data, una grande comprensione a partire dalle piccole cose, perché sono proprio i dettagli a raccontare le storie migliori e a farci capire davvero le persone. Con “Dati sensibili”, BUNS vuole dire che i dati non sono solo cifre da calcolare, ma frammenti di vita che meritano ascolto. Non basta contare, bisogna capire. Non basta osservare, bisogna sentire. “Sensibili” perché vanno trattati con cura, come richiede il loro lato più tecnico e delicato. Ma anche “sensibili” perché sanno entrare in sintonia con chi li legge, rivelando emozioni, intenzioni e sfumature umane. Che si tratti di un articolo su un fenomeno pop, di una ricerca per un’azienda o di un’analisi di tendenza, l’obiettivo è sempre lo stesso: restituire il senso profondo che si nasconde dietro i numeri e far emergere l’umanità che li attraversa», spiega Alice Avallone.