Con l’avvento della Rete, è cambiato anche il modo di apprendere.
Alcuni se ne sono accorti, altri fanno finta di non vedere.
Tra coloro che se ne sono accorti e hanno capito l’importanza di fare formazione pensando al futuro, ci sono casi interessanti, a diversi livelli e mirati a pubblici di diversa età.
Sicuramente, educare al digitale e alle nuove tecnologie è una parte importante della formazione di oggi e di domani.
Ad esempio, a Londra c’è l’iniziativa istituzionale di Digital Schoolhouse, partita nel 2014 e finalizzata a formare all’uso delle nuove tecnologie gli insegnanti che lavorano a scuola con bambini e adolescenti, in modo che poi questi docenti possano insegnare materie come il coding e il computing ai propri studenti.
Il mondo del web è ricco di stimoli per i più piccoli, ma è anche popolato di malintenzionati. Per assicurare una navigazione sicura ai bambini, c’è Freestyle PC for Kids: una chiavetta USB da inserire in qualsiasi computer, che contiene un sistema operativo in grado di garantire una navigazione sicura nel web e una serie di attività educative per bambini dai 3 ai 10 anni d’età. Si tratta di una idea realizzata in Italia, da Stefano Tagliabue, sviluppatore di siti web che lavora a Paderno Dugnano (Milano).
A Roncade (Treviso), nella tenuta di Ca’ Tron, c’è invece H-Farm, uno dei principali acceleratori italiani di startups, che ha anche un’area dedicata all’education. Dal 13 giugno al 2 settembre 2016, sono in programma i laboratori estivi di formazione all’uso delle tecnologie digitali per bambini e adolescenti dai 7 ai 18 anni d’età. Tra i temi: coding, digital fabrication, robotica, digital storytelling, video games design. Informazioni: qui.
Inoltre, al Sud, a Cava de’ Tirreni (Salerno) c’è Medaarch: centro di formazione, ricerca e consulenza sui temi della progettazione architettonica nell’era digitale, della digital fabrication, dell’ecologia urbana e della sostenibilità energetica e sociale.
Andiamo ora a Roma, dove il 17 marzo 2016, al Liceo Classico Giulio Cesare, si è svolto il workshop promosso da AIPOS-Associazione Italiana per l’Orientamento Scolastico. Come spiega Edoardo Bellafiore, presidente AIPOS: “Ciò che facciamo è dare ai ragazzi gli strumenti per conoscere a tutto tondo il mondo del lavoro: le professioni di oggi e di domani. Cerchiamo anche di far capire quali sono le competenze richieste e come possono essere conseguite“. La prossima giornata di workshop sarà il 28 maggio 2016 e ci si può prenotare a: info@aipos.it.
A Roma, si trova anche Do Lab School: una struttura che fa formazione per chi desidera lavorare nel mondo dei media digitali. Le attività si svolgono in collaborazione con Luiss EnLabs (uno dei maggiori acceleratori di startups in Italia, situato al piano superiore della stazione ferroviaria Termini di Roma) e hanno un taglio fortemente operativo.
Molto pratico è anche il master in Management Dinamico organizzato da Fior di Risorse: associazione di esperti in gestione delle risorse umane, coordinata da Osvaldo Danzi. Il master si svolge interamente nelle aziende, è itinerante sul territorio italiano, ed è rivolto soprattutto a manager e professionisti che ricoprono o dovranno ricoprire ruoli decisionali.
Già, le aziende e il mondo del digitale. Come nota Giancarlo Novara, Ceo della piattaforma di social learning Lebu.it: “La digital disruption, con particolare riferimento ai social networks, deve essere gestita in maniera strategica e un primo passo da compiere è aggiornare i dipendenti su ciò che sta accadendo. Quasi tutti i nostri clienti ci hanno chiesto corsi specifici per gestire il cambiamento epocale arrivato con il mondo digitale, e molti hanno chiesto di partire dalle basi. Le aziende non hanno ancora un’idea precisa su come usare al meglio i canali di comunicazione digitale. Le aziende che vogliono davvero evolvere con la digital disruption hanno bisogno di leaders lungimiranti che sappiano progettare strategie in grado di coinvolgere tutta l’organizzazione aziendale, e anche le risorse umane dovranno diventare uno strumento fondamentale per mettere in pratica questo cambiamento“.
Molto spesso, cambiare è difficile. Ma “giocando seriamente” può essere più semplice arrivare al cambiamento. Come fanno, ad esempio, coloro che sanno utilizzare il metodo del Lego Serious Play. Avete presente i mattoncini Lego? Bene, usandoli in un certo modo, sono di aiuto per pensare nuove idee di business. Naturalmente, ci deve essere una persona adulta che sappia come usare questa tecnica con persone di diverse età (dalla didattica innovativa per bambini e adolescenti fino al problem solving per adulti). In Italia, ad esempio, se ne occupa Paola Santoro.
L’epoca dell’apprendimento rigido e a compartimenti stagni è ormai al tramonto, e imparare in maniera ludica e interattiva è una frontiera che si può raggiungere.