Qual è lo stato dell’arte del venture capital in Italia?
Rispondere a questa domanda significa capire cosa sta succedendo nell’area dei finanziamenti destinati a startups ad alto contenuto di innovazione.
Anche in Italia, ci sono società che si occupano di finanziare imprenditori con idee di business innovative e concrete.
Tra le principali realtà italiane in questo settore, c’è anche United Ventures, fondata nel 2013 a Milano da Massimiliano Magrini e Paolo Gesess. Attualmente, United Ventures gestisce un fondo d’investimento di circa 70 milioni di euro, raccolti da investitori istituzionali italiani e internazionali.
Oltre alle attività di valutazione di business e investimento, United Ventures organizza anche un evento annuale, nel quale propone idee e valutazioni sul settore del venture capital in Italia, facendo riferimento anche alle prospettive di sviluppo economico e sociale. Qualche giorno fa (6 ottobre 2016), a Milano, si è svolto questo evento, dal quale è emerso che c’è ancora molto lavoro da fare in Italia.
Massimiliano Magrini, Co-fondatore e Managing Partner di United Ventures, ha dichiarato: “Gli investimenti in società innovative continuano a rappresentare una grande opportunità, e in Italia esiste ancora una forte gap tra domanda imprenditoriale e offerta di capitale di rischio. In Italia, gli operatori di venture capital che possono vantare risultati di successo nel settore sono ancora un numero esiguo. Ciò non toglie che il mondo delle nuove imprese innovative, grazie alle continue innovazioni apportate dalla digital transformation, sia un settore in grande crescita e con ottime prospettive anche in Italia, dove paradossalmente il ritardo tecnologico, rispetto ad altri Paesi, lascia aperte buone opportunità per gli investitori e per le imprese”.
Paolo Gesess, Co-fondatore e Managing Partner di United Ventures, ha aggiunto: “È fondamentale che si sviluppino ancora di più investimenti con logiche di venture capital che possano garantire un concreto apporto di equity agli imprenditori più innovativi, con il giusto e coerente orizzonte temporale per permettere alle imprese di crescere”.