Nell’immagine: Paolo Rosa (1949 – 2013), artista e co-fondatore di Studio Azzurro. © by Giada Totaro.
«Un artista è plurale non soltanto perché fa parte di un gruppo creativo. È colui che sviluppa la propria attenzione verso il coinvolgimento e il dialogo con il pubblico. Questo dialogo è spesso imprevedibile e implica una pratica potente e conflittuale perché ciò significa dare spazio all’altro all’interno di sé stessi». Così Paolo Rosa nel libro L’Arte fuori di sé, scritto assieme a Andrea Balzola e pubblicato da Feltrinelli nel 2011.
Due anni dopo, il 20 agosto 2013 in Grecia, Paolo Rosa moriva improvvisamente, lasciando un vuoto nel mondo dell’arte: un mondo che aveva contribuito a plasmare durante la sua vita, fondando nei primi anni Ottanta a Milano Studio Azzurro assieme a Leonardo Sangiorgi e Fabio Cirifino.
Ho avuto il piacere di conoscere Paolo Rosa. Ricordo la sua apertura mentale e il suo stile immaginifico e concreto allo stesso tempo. Qui l’intervista che mi aveva rilasciato nel 2012.
Nel 2016, è stato pubblicato un libro dedicato a Paolo Rosa, intitolato Paolo Rosa. Un artista plurale, a cura di Elisabetta Longari, SilvanaEditoriale.
Tra i numerosi progetti ai quali ha lavorato Rosa c’è anche il percorso espositivo del Museo Laboratorio della Mente, ideato assieme a Pompeo Martelli, specialista in Salute Mentale nella ASL Roma 1. E nel 2024 verrà dedicata a Paolo Rosa l’inaugurazione del nuovo percorso espositivo che verrà realizzato da Martelli e da Studio Azzurro nell’ambito del progetto “Portatori sani di diversità” previsto nelle attività di Lazio Innova in tema di ricerca e sviluppo di tecnologie per la valorizzazione del patrimonio culturale.