Al giorno d’oggi è più che lecito chiedersi in quale mondo viviamo.
Gli ultimi anni hanno portato una serie di cambiamenti in aree come il commercio, gli investimenti, l’energia, la tecnologia, la cultura, con effetti importanti sui rapporti internazionali.
Tra le pubblicazioni più recenti su questi temi c’è il libro Il grande scollamento. Timori e speranze dopo gli eccessi della globalizzazione dell’economista Marco Magnani, Egea-Bocconi University Press 2024.
Residente da oltre 30 anni tra Italia e Stati Uniti, Magnani insegna International Economics all’Università LUISS di Roma e all’Università Cattolica di Milano. Senior Research Fellow alla Harvard Kennedy School, ha lavorato in investment banking in J.P.Morgan a New York e in Mediobanca a Milano. È consigliere indipendente di comitati scientifici, advisory board e consigli di amministrazione. Collabora con Il Sole 24 Ore.
In questo libro, Magnani ripercorre dapprima i grandi processi di internazionalizzazione nel corso della Storia e successivamente si sofferma su benefici e limiti della globalizzazione moderna. Pur tra eccessi e contraddizioni, sostiene l’autore, la globalizzazione ha generato straordinario benessere, sradicando dalla povertà miliardi di persone, consentendo un enorme progresso scientifico e riducendo i conflitti. Eppure, da diversi anni è entrata in crisi. Molto dipende dal cambiamento del rapporto tra Stati Uniti e Cina, passato dall’essere un legame virtuoso a una rivalità strategica, con la possibilità che degeneri in conflitto. Ma soprattutto sembrano essersi inceppati alcuni dei motori che avevano spinto la diffusione della globalizzazione e si è indebolita la cornice politica che l’aveva favorita. Fino all’attuale situazione di un mondo diviso in blocchi, all’interno dei quali esiste un certo grado di collaborazione ma che verso l’esterno tendono a erigere barriere.
Questo scenario è reso più complesso non soltanto da un numero crescente di conflitti “aperti” tra Paesi, ma anche dall’emergere di nuove arene in cui gli Stati potranno decidere se collaborare o competere: la regione Artica, il Subacqueo, lo Spazio e il Digitale saranno, secondo Magnani, i terreni su cui si misurerà lo stato di salute di una globalizzazione in affanno.
Intanto, nel nuovo mondo frammentato l’autore individua tre grandi tendenze di fondo. La prima è una forte regionalizzazione, con la crescente importanza di alleanze locali. La seconda è la crescente prevalenza della politica sull’economia, in nome di interessi geopolitici e di sicurezza nazionale. La terza è l’elevata volatilità delle relazioni internazionali, sempre più basate su interessi temporanei e dipendenti dalle leadership del momento. Difficile, secondo l’autore, capire se lo scollamento in atto porterà alla de-globalizzazione, cioè un arretramento del processo di integrazione internazionale, o a una ri-globalizzazione, cioè una riconfigurazione delle relazioni internazionali secondo nuovi e diversi criteri economici e geopolitici.
«Il punto di arrivo – spiega Magnani – potrebbe essere un’internazionalizzazione a scartamento ridotto che si adatti pragmaticamente al nuovo mondo diviso in blocchi per mantenere almeno alcuni dei benefici, soprattutto economici, dell’integrazione. Oppure una globalizzazione basata su una governance internazionale riformata, allargata e condivisa, che prenda in considerazione i nuovi equilibri mondiali. O ancora una globalizzazione guidata dalle democrazie liberali che prevalgono nel confronto con le autocrazie, superano le crescenti insidie interne e continuano a essere il principale motore della Storia contemporanea».
«È mia ferma convinzione – sottolinea Magnani – che la globalizzazione non abbia esaurito le proprie potenzialità. Ma queste difficilmente potranno essere colte in un mondo caratterizzato da scontri per l’egemonia globale o da una guerra fredda tra schieramenti contrapposti, da un’eccessiva frammentazione o dal predominio di potenze autoritarie. L’auspicio è che alla circolazione di merci, servizi, capitali, persone e conoscenza, si possa in futuro sempre più affiancare la diffusione delle libertà individuali, sociali e politiche».
Il libro sarà presentato a Roma lunedì 20 maggio 2024 alle 17:30 al Centro Studi Americani, via Michelangelo Caetani 32.
Alla presenza dell’autore, ne discuteranno: Giuliano Amato, Presidente Onorario del Centro Studi Americani, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, già Presidente del Consiglio; Marta Dassù, Vicepresidente vicario del Centro Studi Americani, Direttore Aspenia. A moderare il dibattito: Alessandro Marchetti, Rai News.
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