Corpo, mente e tecnologia nel film The Shrouds di David Cronenberg

Il regista, sceneggiatore e produttore canadese David Cronenberg, classe 1943, esplora da decenni le zone di confine dell’immaginario collettivo.

Nel caso del suo film The Shrouds, il territorio è quello all’incrocio tra corpo, morte, mente e tecnologia.

Presentato in concorso al Festival di Cannes 2024, il film segna il ritorno sul grande schermo del cineasta canadese e vede protagonisti gli attori Vincent Cassel, Diane Kruger, Guy Pearce e Sandrine Holt.

Il film arriverà nei cinema italiani il 3 aprile 2025, è distribuito da Europictures in collaborazione con Adler Entertainment, e l’Italia sarà il primo Paese al mondo a distribuirlo nelle sale.

Dopo la proiezione del film avvenuta oggi a Roma al Cinema Quattro Fontane, Cronenberg si è collegato da remoto e rispondendo alle domande degli addetti ai lavori ha spiegato come questo lavoro sia nato per elaborare il lutto della perdita, nel 2017, di sua moglie Carolyn Zeifman, che era parte integrante della sua vita e della sua cinematografia. Cronenberg ha affermato anche di essere più un osservatore della condizione umana che un visionario. Inoltre ha spiegato come la tecnologia, inclusa l’intelligenza artificiale, sia un riflesso di ciò che siamo come esseri umani. Secondo il regista canadese, il corpo è tecnologia e la tecnologia è corpo.

Nel film, il protagonista è Karsh (interpretato da Vincent Cassel), un uomo d’affari che, in seguito alla morte dell’amata moglie, ha inventato una controversa tecnologia che permette ai vivi di monitorare i propri cari defunti avvolti nei sudari. Una notte, diverse tombe ad alto contenuto tecnologico, inclusa quella di sua moglie, vengono profanate: Karsh decide così di mettersi sulle tracce dei responsabili. Inizia dunque una vicenda che vede Karsh dialogare con un avatar di intelligenza artificiale che all’apparenza sembra consigliarlo per il meglio ma in seguito si rivela un interlocutore non disinteressato. Il protagonista intreccia poi un ambiguo rapporto con due donne e scoprirà una realtà che non avrebbe mai immaginato.

«In inglese, la parola shroud designa il velo funerario ma ha anche altri significati. Può significare ‘coprire’ e ‘nascondere’. La maggior parte dei rituali funebri riguarda proprio l’evitare la realtà della morte e ciò che accade a un corpo. Direi che, nel nostro film, questa è un’inversione della normale funzione di un sudario. Qui serve a rivelare piuttosto che a celare. Ho scritto questo film mentre affrontavo il dolore per la perdita di mia moglie. Per me è stata un’esplorazione, perché non si trattava solo di un esercizio tecnico ma anche di un esercizio emotivo», ha dichiarato David Cronenberg.