Cose del futuro, del presente e del passato

Le sorprese migliori sono quelle con un certo grado di imperfezione: cioè che un po’ le immagini, ma non osi sperarci”: questo recente tweet dello scrittore Tito Faraci è buono per riprendere il NòvaBlog dopo la stagione estiva (anche se io e Tito ci vediamo raramente, entrambi apprezziamo alcune cose della vita come ad esempio i fumetti, la musica, la buona cucina).

E nell’ultimo mese, ci sono state numerose sorprese nel mondo: alcune positive, altre negative, per finire poi con quelle “prevedibili”.

Ma prima rivediamo cosa è successo nelle puntate precedenti: ad agosto, mi ero avventurato in un post sull’evoluzione dell’immaginario erotico, nel quale avevo citato anche Alberto Abruzzese (un artista che per molti anni ha insegnato mediologia all’università), il quale, a modo suo, ha gradito (smile). Oltre a questo pezzo, cari lettori, ultimamente avete apprezzato parecchio anche i post sui temi Italo Globali (se tutto va bene, cari Global Italians, ci rivediamo presto) e sui temi cinematografici/audiovisivi. È bello e impegnativo avere un pubblico di buongustai e buongustaie (smile). A proposito di gusto e palato, care lettrici, avete ormai visto che anche Pierfrancesco “Picchio” Favino fa pubblicità di prodotti gastronomici (se può interessare, anch’io me la cavo a cucinare pasta, smile). Tornando a questo blog, stanno diventando una piacevole consuetudine le visite provenienti dalle isole Hawaii (smile). Ma anche nel resto degli States e da Londra arrivano segni di vita italo globale (smile).

Sorprese di tutti i tipi, dicevamo. Partiamo da quelle positive, che ci sono state soprattutto nel mondo dello sport. In qualità di tifoso Interista, ho il dovere morale di citare la vittoria 1-0 nel derby di ieri sera sul Milan, che lancia la Beneamata in testa alla classifica di serie A (se il campionato continuasse così, potrebbe ritornare il duello Inter-Roma di un decennio fa). Passando ad altri sport, sono arrivare due big news dal tennis: la finale tutta italiana allo US Open femminile 2015 tra Flavia Pennetta e Roberta Vinci, vinta 7-6 6-2 dalla Pennetta, che durante la premiazione ha annunciato anche il proprio ritiro dal tennis professionistico (il tennis è uno sport talmente particolare, a livello mentale e fisico, che meriterebbe un post a parte). Altra sorpresa positiva per una grande volpe del motociclismo come Valentino Rossi (Interista anche lui), è stata la caduta del suo rivale Jorge Lorenzo nel GP di San Marino di ieri, fatto che ha permesso al Dottore di guadagnare punti forse decisivi per vincere il Mondiale di quest’anno. Inoltre, il ciclista sardo Fabio Aru ha vinto la Vuelta (il Giro di Spagna), e la Nazionale Italiana di basket è ai quarti dell’Europeo (mercoledì 16 settembre contro la Lituania).

Ci sono state poi le sorprese negative, come narrano le cronache italiane di queste settimane, soprattutto per quanto riguarda fatti accaduti sul territorio romano. E poi le sorprese “prevedibili”: le migrazioni di massa dal Medio Oriente, dove la situazione non si può risolvere in tempi brevi, e il crollo della borsa cinese ad agosto (vedremo se i politici cinesi riusciranno a gestire in maniera autoritaria anche lo sviluppo economico della Cina, che nonostante le sue dimensioni di massa non poteva crescere per sempre a ritmi del 10-12% annuo). In campo economico-finanziario, c’è anche attesa per giovedì 17 settembre, quando la FED (la banca centrale degli Usa) farà sapere se alzerà o no il costo del denaro (allo stato attuale, l’ipotesi più probabile sembra quella del no, ma c’è ancora incertezza sulla decisione).

Giovedì di questa settimana, inizia in Italia la messa in onda televisiva della terza stagione di Orange is the New Black: una delle più interessanti serie di questi anni di nuova golden age della fiction americana. Peraltro, la tendenza alla serie corale è ormai convalidata da oltre un decennio, con Lost che in qualche modo ha mostrato in “anteprima” l’arrivo di questa epoca d’incertezza.

La triade comunicazione/tecnologia/finanza “governa” i ritmi sociali delle società occidentali (questo fatto può anche non piacere, ma è ormai evidente) e, in tal senso, l’innovazione con la quale avremo a che fare tra una decina d’anni sarà di tipo diverso rispetto a quella che stiamo vivendo oggi.

D’altra parte, l’Italia sta scontando una serie di errori politici ed economici commessi nei decenni scorsi, con un mondo del lavoro che ormai è diviso in tre grandi blocchi: i garantiti, i precari, gli esclusi. Il tempo presente, infatti, è segnato dallo scontro (a volte esplicito, a volte implicito) tra le cose del passato e quelle del futuro.

Già, il passato. Ovviamente, non è proprio tutto da buttare. Ad esempio, ho quasi finito di rileggere 31 canzoni di Nick Hornby, e continuo a seguire un amico di lunga data come Dylan Dog, che questo mese (albo n. 348) ha fatto un’indagine da incubo nel mondo dell’arte. Durante questa estate, rimettendo un po’ in ordine fra le mie cose, ho ritrovato anche l’autografo che mi fece, alla fine degli anni Novanta, Gabriel Batistuta: ex calciatore, argentino, oggi 46enne allenatore e commentatore televisivo, tra gli anni Novanta e i primi Duemila è stato uno dei più forti attaccanti del mondo, in Italia giocò con Fiorentina, Roma e Inter. Ero andato allo stadio di S. Siro per vedere una partita dell’Inter (una vittoria con reti di Ronaldo e Djorkaeff), e durante il viaggio di ritorno a casa, per puro caso, lo incontrai e al volo gli chiesi un autografo, che lui fu disponibile a fare (fu una domenica gradevole). All’epoca, il calcio era già un business con cifre importanti, ma c’era ancora quella componente sanguigna e passionale che lo rendeva un grande rito collettivo. Al giorno d’oggi, la dimensione economica è diventata prevalente, e si è perso quel “sapore” di calcio di una volta. Ma nella vita bisogna pur avere qualche passione (smile).

E un paio di anni fa, ho letto un romanzo sul calcio come non se ne leggevano da tempo da parte di autori italiani: Atletico Minaccia Football Club di Marco Marsullo (Einaudi editore, 2013). L’autore (napoletano, classe 1985, milanista) è uno dei più talentuosi scrittori italiani della nuova generazione e quest’anno ha pubblicato un romanzo (in parte autobiografico) sul complesso tema del rapporto genitori-figli: il libro si intitola I miei genitori non hanno figli (Einaudi editore) e la prima presentazione con l’autore si svolgerà sabato 19 settembre 2015 a Nocera Superiore (Salerno), ore 18, Hotel Villa Albani, via Pecorari, 33, in collaborazione con le associazioni culturali Fedora e Rosa Aliberti, ingresso libero. Come avrete capito, sia io sia Marsullo siamo appassionati di sport (calcio, in particolare, e questa settimana ricominciano anche le coppe europee): un linguaggio e un’attività che esistevano ieri, esistono oggi ed esisteranno domani.