Nuovo appuntamento con le interviste del ciclo "Un caffè con…"
Hall Powell è un autore e sceneggiatore americano. In qualità di scrittore, si è occupato di film e serie televisive, tra cui Law&Order; Law&Order: Criminal Intent; New York, I love you. Ha lavorato anche in Italia ed attualmente è impegnato in produzioni cinematografiche indipendenti.
Come hai iniziato la tua carriera? Ho scritto sempre, fin da quando avevo circa otto anni. Mio padre era pittore e mia madre era storica dell'arte: la nostra casa era piena immagini. Tutto ciò era molto visuale. Nel lavoro, ho iniziato a teatro con Alan Schneider: negli Stati Uniti era il più importante regista teatrale delle opere di Samuel Beckett. Ho lavorato con lui per un anno e mezzo ed è stato un buon inizio di carriera. Dopo, ho lavorato con Roman Polanski in Italia, a Spoleto. In seguito, ho frequentato l'università in Germania. Successivamente, sono andato a Los Angeles, dove ho iniziato come assistente al montaggio ma ho capito che quel tipo di lavoro, con le tecnologie allora disponibili, non faceva per me. Nel frattempo, ho venduto la mia prima sceneggiatura e sono arrivato ad Hollywood, dove ho fatto film per la televisione, serie, miniserie e ho venduto molte idee per il cinema. Anche se non ero propriamente uno sceneggiatore, era un lavoro che mi permetteva di guadagnare: ho scritto per Law&Order e per altre serie. Poi sono tornato a New York. E dopo un anno sono ritornato in Italia, dove ho lavorato con Enzo Decaro per una produzione con Mike Bongiorno. Negli ultimi sei-sette anni ho lavorato prevalentemente nel cinema e, più recentemente, nel cinema indipendente.
Quali sono i passaggi creativi più importanti nella stesura di un testo audiovisivo? E' sempre diverso: dipende dal progetto. In questo momento sto leggendo Il Conte di Montecristo con grande piacere: è una old-fashion story meravigliosa. Ho letto molto di Samuel Beckett perché ho lavorato con il suo più importante regista in Usa. Mi interesso sempre di teatro: a New York, vado a vedere ogni novità teatrale in arrivo da Londra.
Quali sono le differenze tra il lavoro di sceneggiatore in Italia e negli Stati Uniti? Ho parecchi amici che lavorano in Italia adesso. Due mi sembrano importanti: Leonardo Valenti e Barbara Petronio. Loro due sono un esempio di 'sceneggiatori del mondo', anche se vivono e lavorano in Italia e mi sembra che amino il loro paese. Posso parlare con loro perché conoscono il cinema americano e sono andati ad Hollywood. Loro possono lavorare negli Stati Uniti ma spero che rimangano a lavorare qui perché è importante per l'ambiente italiano. Mi sembra che oggi sia possibile fare qualcosa di nuovo con i new media, che libereranno molta creatività e la possibilità di fare lavori sofisticati in proprio. L'importante, comunque, è fare.
I nuovi media di oggi come influenzano il lavoro dello sceneggiatore? A livello globale, coloro che hanno occhi aperti si rendono conto del cambiamento in arrivo: questo è un fatto importante. Queste persone con gli occhi aperti hanno iniziato a trovare una nuova via e questa via è nelle loro mani: è una fatto che, in prospettiva, dà potere. Perché non bisogna aspettare il grande produttore o la raccomandazione.
Al momento, sei impegnato in produzioni cinematografiche indipendenti. Vantaggi e svantaggi? Normalmente, nella televisione, la retribuzione è maggiore rispetto al cinema. Attualmente, sto lavorando a due-tre progetti ma non c'è una strada univoca. Quando si scrive per una serie, c'è un lavoro definito di circa un anno ma non si può prevedere tutto. L'importante è saper pensare ed agire in pratica: non è semplice navigare nel cinema indipendente.
Oggi, in rete, scorre molta creatività audiovisiva. Cosa ne pensi? Questo è il futuro, per tutti noi. Peccato per coloro che non la pensano così. E' meglio stare in avanti. Per una persona, pensare in avanti dovrebbe essere un obbligo.
Cosa consigli ad un giovane italiano che voglia intraprendere questo lavoro? L'ambiente italiano è diverso rispetto ad Hollywood. In Italia, si deve fare di più per trovare il lavoro e la realizzazione professionale. Ma il fatto importante è che non bisogna aspettare: bisogna fare tutto il possibile nel proprio ambiente. Prima di pensare a vendere la sceneggiatura, è necessario realizzare il lavoro al meglio delle proprie capacità. Oggi si devono fare lavori per il telefonino e per il piccolo schermo, e anche cortometraggi, con una durata breve o brevissima, senza o con poco montaggio. E' difficile ma oggi è diventato importante saperlo fare.