Pre-Visioni sugli scenari culturali

Artes
Dopo molti anni in cui è stata considerata soltanto come un costo, la cultura sta oggi vivendo un ritorno d'attenzione.

E' sempre più evidente, infatti, la capacità della cultura di essere un laboratorio in cui cercare e trovare soluzioni innovative, sia per le aziende sia per la dimensione politico-sociale.

Lo scenario culturale di questi anni, in Italia e nel mondo, è senza dubbio camaleontico, con la presenza di tendenze, soggettività, stili, rituali, creatività provenienti da diversi mondi.

Nei giorni scorsi, è stato diffuso uno studio previsionale sui contenuti e i modelli di gestione delle attività culturali nei prossimi anni. La ricerca – intitolata 10 Visioni. Nuovi scenari culturali per le città al tempo della crisi – è stata coordinata da due professionisti che lavorano nel mondo della cultura: Daniele Pittèri (con la sua società Mohma, operante a Napoli, Roma e Milano) e Renato Quaglia (tra le sue esperienze: la direzione artistica del Napoli Teatro Festival). La ricerca-mappa è frutto del lavoro svolto all'interno di HeiLab – Heritage Entertainment & Innovation Lab di Mohma, il centro di ricerca sui nuovi modelli di gestione della cultura e dello spettacolo fondato nel 2011 da Daniele Pittèri e Renato Quaglia.

Domani, giovedì 28 giugno 2012, i due curatori presenteranno la ricerca a Roma, nella sede AGIS-Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, via di Villa Patrizi, 10, alle ore 12, ingresso libero. Sono previsti anche gli interventi di: Emanuele Bevilacqua (fondatore casa editrice Cooper ed amministratore delegato del settimanale Internazionale), Luca Sossella (fondatore casa editrice Sossella), Antonello Caporale (giornalista La Repubblica), Paolo Taggi (autore televisivo), Michele Trimarchi (presidente Tools for Culture), Massimo Lo Cicero (economista e docente all'Università La Sapienza di Roma), Enrico Menduni (docente di culture della televisione e media digitali all'Università di Roma Tre).

Il dibattito prenderà avvio dagli esiti della ricerca, che è stata realizzata incrociando: 50 fra i maggiori eventi culturali annuali nel mondo; gli scenari elaborati da alcuni istituti di ricerca; i modelli di sviluppo ipotizzati a livello internazionale. Oltre alla presentazione romana di domani, i curatori sono disponibili ad illustrare la ricerca a tutti coloro che siano interessati, come ad esempio assessori alla cultura, direttori di eventi ed operatori culturali.

Abbiamo chiesto alcuni approfondimenti ai curatori della mappa, che può essere scaricata in versione sintetica qui sotto (file .pdf al termine del post).

Come spiega Daniele Pittèri: "Ognuna delle 10 Visioni costituisce una prospettiva, una 'filosofia' di vita e di sviluppo. Si pensi, ad esempio, alla tendenza che abbiamo definito Macro+Micro. È un’idea di mondo basata sull’alleanza fra grandi e piccoli e non sul loro conflitto. È la consapevolezza che processi e forme organizzative tipiche delle grandi organizzazioni globali possano fondersi con le modalità tipiche di strutture piccolissime e quindi fortemente connotate dal 'carattere' della loro componente umana. E determinare nuovi modi di produzione e di relazione, a livello culturale o industriale. Ad esempio mix di big corporations e micro aziende: in Toscana, il brand globale Gucci fonde i propri processi produttivi con i tempi e le modalità di lavoro di piccole botteghe artigiane. Oppure fusioni di linguaggi diversi: nascono format di intrattenimento pensati per pubblici di adulti e di bambini, che condividono gli stessi spazi e gli stessi tempi, ma non gli stessi contenuti. Oppure mix di low e high tech: 'factory' creative sperimentano e producono prodotti ad alta tecnologia, attraverso un processo artigianale, quasi manuale. Tutto questo testimonia una visione diversa di mondo, che non ha solo impatto sull’economia o sui processi della conoscenza, ma che rivisita anche il concetto di 'tempo', che si dilata nuovamente: proprio perché prezioso, non va consumato velocemente, ma esplorato".

Aggiunge Renato Quaglia:"C'è un estremo bisogno di saperi, competenze, sguardi, visioni nuove. Servono nuove strategie di comprensione di un mondo che si presenta a noi sempre più complesso, indecifrabile, incomprensibile, anche se interconnesso e privo di barriere come non mai. Il prossimo futuro è così diverso da come avremmo immaginato solo tre, quattro anni fa, da chiedere nuove parole, nuovi modi che provengono da contesti, culture, competenze e saperi differenti, che vanno cercati rifiutando il modello dell'autosufficienza su cui si è costruita una parte del Novecento. L'autosufficienza, la solitudine che basta a se stessa, l'iperspecializzazione incapace di adattarsi a problematiche non previste dai manuali d'uso, sono oggi disvalori. Non si tratta di invocare l'ormai usurata multidisciplinarietà, ma di apprezzare l'indisciplina: giocosa, curiosa, disposta ad accostare quello che non si sarebbe previsto accostabile, di usare formule che si ritenevano appannaggio esclusivo di altri campi, mescolando, provando ad applicare e a sbagliare senza sosta. Si tratta forse di replicare ed elevare a metodo i meccanismi apparentemente incoerenti che alimentano il pensiero disordinato (che al tempo della crisi non è più debole, forte o laterale, ma soprattutto multidirezionale, sovrapposto, plurale, e quindi contemporaneo) con cui costruiamo e smontiamo ogni giorno la nostra mappa di valori e comportamenti. Il cambiamento è diventato un flusso continuo di fatti, pensieri, strategie, ipotesi, crisi, una condizione permanente di riconfigurazione del contesto, che chiede saperi e competenze dinamiche. Saperi da attingere a contesti diversi, ad aree e generi una volta distinti e distanti, ora fluttuanti come zattere lungo uno stesso torrente del mutamento in atto".

Scarica Sintesi Mappa '10 Visioni – nuovi scenari culturali per le città al tempo della crisi', a cura di Daniele Pittèri e Renato Quaglia – giugno 2012