Come si costruisce una strategia digitale efficace in questa epoca in cui centinaia di milioni di persone usano regolarmente i servizi di comunicazione online?
Nel mare magnum della Rete, si trova di tutto. E si trovano persone di tutti i tipi, che usano gli strumenti di comunicazione sul web per gli obiettivi più disparati: esibizionismo, pubblicità, divulgazione scientifica, insegnamento, informazione, politica, religione, comunicazioni di pubblica utilità, corteggiamento, lavoro, aggiornamento professionale, intrattenimento con amici, soltanto per citarne alcuni.
Il tema della costruzione di una strategia digitale è ormai fondamentale sia per chi si trova a dover fare personal branding in Rete sia per chi lavora nell’area della comunicazione aziendale.
Si tratta di una materia sempre in evoluzione, sulla quale sta per arrivare il libro Strategia Digitale di Alice Avallone (Apogeo editore), disponibile in formato cartaceo ed elettronico dal 14 aprile 2016.
L’autrice, classe 1984, astigiana, giramondo con predilezione per l’Australia e gli Stati Uniti, si occupa da oltre un decennio di strategie digitali per clienti aziendali ed enti pubblici, e nel 2009 ha fondato anche il portale di viaggi e creatività Nuok.it. Attualmente, vive a Torino.
Per scrivere un libro sulla strategia digitale, Avallone ha deciso di scomporla per far capire quali siano gli elementi fondamentali. Il libro, infatti, prende come riferimento il Tangram: un gioco-rompicapo cinese nel quale ci sono sette tavolette che possono combinarsi in diversi modi. Il Tangram è conosciuto anche con l’espressione “le sette pietre della saggezza”, perché in Oriente si pensava che chi avesse padronanza di questo gioco possedesse lo strumento per ottenere saggezza e talento.
E in base al metodo Tangram, anche una strategia digitale può essere definita con sette elementi: il mittente, il destinatario, i contenuti, i professionisti in campo, il coinvolgimento del pubblico, i social networks, il monitoraggio dei risultati.
Abbiamo chiesto ad Alice Avallone di parlarci di questo libro: “Questo manuale ha un approccio ludico e concreto – spiega l’autrice – che invita il lettore a giocare con gli elementi della comunicazione. Ci sono numerosi parti del libro che attingono ad altri campi, dalla matematica alla filosofia fino alla storia. Ciascuno dei sette pezzi del Tangram ha un significato preciso, e messo in relazione con gli altri ci permette di visualizzare la direzione da prendere“.
Al giorno d’oggi, sempre più persone ricorrono al mondo online per farsi notare. Quale rapporto c’è tra strategia digitale e personal branding? “Qui – prosegue Avallone – entra in gioco il buon senso. Il digitale è lo specchio dove il nostro io e la nostra vita si riflettono. L’effetto boomerang è sempre dietro l’angolo; gli errori che commettiamo tornano indietro, e la memoria da elefante del web non perdona. Inoltre, la reputazione personale si costruisce, all’interno e all’esterno della Rete, solo con pazienza e tramite rapporti lontani dall’opportunismo del momento. Di conseguenza, essere influenti in Rete vuol dire avere ottenuto nel tempo la fiducia di chi ci ascolta“.
Quali sono i consigli per le organizzazioni aziendali che usano il web per fare comunicazione commerciale? “Bisogna capire che essere presenti online è una vera e propria responsabilità. Se apriamo un blog o una pagina su Facebook dobbiamo essere coscienti del perché lo stiamo facendo. Il ragionamento del ‘tanto per esserci’ non paga mai. Non bisogna pensare che i social media siano la soluzione per vendere di più. In realtà, sono solo presìdi dove si stimolano e generano conversazioni“.
Come evolverà l’idea di strategia digitale? “Sarà inevitabile non fare più distinzione tra offline e online: una vera strategia è tale sia nel mondo reale che in quello digitale. Le pianificazioni che ottengono più risultati sono quelle che riescono a legare a doppio filo questi due mondi. Come spiego nel libro – conclude Avallone -, l’ambiente naturale in cui si muove una strategia digitale è, paradossalmente, quello non digitale: qualsiasi azione pianificata e attuata online avrà un impatto sulla vita fuori dagli schermi del computer e dello smartphone“.