Un tuffo nella storia dell’immaginario televisivo

Nell’immagine: l’attore statunitense David Hasselhof, negli anni Ottanta, mentre interpreta il personaggio di Michael Knight nella serie televisiva Supercar – Knight Rider.

Alcuni periodi storici tornano ciclicamente in voga.

È il caso degli anni Ottanta: amati o detestati che siano, furono indiscutibilmente l’ultimo periodo storico prima della rivoluzione tecnologica.

Erano anni in cui esisteva ancora l’Italia pane al pane e vino al vino, dove si rideva di cuore (al giorno d’oggi, invece, in Italia spesso si ride per non piangere).

In quella epoca accaddero molti avvenimenti. Soltanto per citarne alcuni: stava per finire la Guerra Fredda iniziata dopo la Seconda Guerra Mondiale, stava per cadere il Muro di Berlino, alla Casa Bianca c’era Ronald Reagan (1911 – 2004) e a Downing Street c’era Margaret Thatcher (1925 – 2013). Michael Jackson (1958 – 2009) riscrisse le regole della musica pop, Madonna diventò la regina del pop. In passerella iniziavano a sfilare modelle che sarebbero diventate celebrities globali (tra cui Naomi Campbell ed Elle Macpherson). Giorgio Armani, Elio Fiorucci (1935 – 2015), Gianni Versace (1946 – 1997), Valentino Garavani, Gianfranco Ferré (1944 – 2007) erano i simboli della moda italiana, la pubblicità televisiva era il principale canale di comunicazione delle aziende. Esordì nelle edicole italiane il fumetto di Dylan Dog (1986), l’editoria cartacea era ancora abbastanza viva, sugli schermi cinematografici scorrevano film come Harry ti presento Sally e Ritorno al Futuro. Arrivavano in commercio gli orologi “creativi” ideati dall’azienda svizzera Swatch. Joe Cocker (1944 – 2014) cantava You Can Leave Your Hat On per il film Nove Settimane e ½. L’Italia – dopo la vittoria della Nazionale di Calcio ai Mondiali del 1982 – si preparava a vivere le notti magiche dei Mondiali di Calcio del 1990. Nella serie A italiana, andavano in campo l’Inter dei tedeschi (Matthäus, Brehme, Klinsmann), il Milan degli olandesi (Van Basten, Gullit, Rijkaard), il Napoli dei sudamericani (Maradona, Careca, Alemão), la Roma di Giannini e Völler, la Juventus di Platini. I tornei dello Slam erano vinti da tennisti come Ivan Lendl, John McEnroe, Boris Becker, Stefan Edberg, Martina Navratilova, Steffi Graf. Aprendo il bancone dei gelati al bar si trovavano cose come il calippo, i giochi da tavolo erano la norma per chi voleva giocare a qualcosa, e anche i creatori di video games erano in piena attività.

Ma fu soprattutto in televisione che ci fu una vera e propria “esplosione” creativa: furono anni interessanti anche per la televisione italiana, sia pubblica sia privata. In quel periodo, Alberto Abruzzese fu uno dei pochi intellettuali italiani ad interessarsi al medium televisivo, ed intuì il successo che avrebbero avuto le televisioni commerciali negli anni successivi. In quel decennio, inoltre, Carlo Massarini esplorò l’immaginario mediale con programmi tv come Mister Fantasy e Non Necessariamente.

Negli 80s, peraltro, avvenne una doppia “invasione” globale di prodotti culturali televisivi: dal Giappone arrivò una ondata di anime (cartoni animati), dagli Stati Uniti giunsero numerosi serials televisivi e soap operas.

L’immagine che apre questo post, ad esempio, è tratta dalla serie tv Supercar, andata in onda dal 1982 al 1986 negli Usa con il titolo Knight Rider (e dal 1984 al 1987 in Italia). La persona appoggiata all’automobile è l’attore statunitense David Hasselhoff, all’epoca era un trentenne. L’automobile è KITT. Al giorno d’oggi, si parla sempre più di intelligenza artificiale. Ecco, KITT era una automobile dotata di intelligenza artificiale (ovviamente, in quegli anni si trattava di una intelligenza artificiale alla “volemose bene”) che aiutava l’agente Michael Knight (interpretato da Hasselhof) a sconfiggere le forze del male.

E al giorno d’oggi, gli anni Ottanta sono diventati anche una serie televisiva: The Goldbergs, giunta alla quarta stagione (2013 – in onda, in Italia su Mediaset Premium). Si tratta di una serie che narra le vicende di una “tipica” famiglia americana degli anni Ottanta.

Anche il decennio successivo è stato un decennio interessante, e anche quel periodo storico sta tornando in televisione: da mercoledì 10 maggio 2017, in Italia, su Cielo TV (il mercoledì alle ore 21,15) va in onda il sequel de I Segreti di Twin Peaks: una celebre serie tv andata in onda per la prima volta dal 1990 al 1991 negli Usa (e anche in Italia), centrata sulle indagini relative ad un assassinio avvenuto in una cittadina della provincia statunitense. Si parlerà di questo ritorno de I Segreti di Twin Peaks a Milano, nell’incontro Twin Peaks: 25 anni dopo, all’Università di Lingue e Comunicazione IULM, via Carlo Bo 1, mercoledì 17 maggio 2017, ore 15 – 19,30, in aula Seminari, sesto piano, ingresso gratuito. Tra gli speakers: Giusto Toni (attualmente CEO e chairman di Wiz Media Consulting), Fabio Guarnaccia (direttore della rivista Link-Idee per la Televisione), Antonio Visca (direttore Sky Atlantic), Matteo Marino (autore, con Claudio Gotti, del libro Il Mio Primo Dizionario Delle Serie Tv Cult e fondatore di DavidLynch.it), Alice Cucchetti (Film Tv).

Le donne che negli anni Ottanta/Novanta erano bambine/adolescenti potrebbero apprezzare l’esposizione Parimpampùm. Le bambine magiche nelle figurine, che ripercorre la storia di eroine dell’immaginario televisivo come L’incantevole Creamy, Magica magica Emi, Sandy dai mille colori, Lulù l’angelo dei fiori, Ransie la strega, Magica Doremi, Sailor Moon. Questa mostra si svolge a Modena dall’11 marzo al 16 luglio 2017, a Palazzo Santa Margherita, Corso Canalgrande 103, orari: mercoledì-venerdì: 10,30-13 e 16-19.30, sabato, domenica e festivi: 10.30-19.30, chiuso il lunedì e il martedì, ingresso gratuito. Parimpampùm. Le bambine magiche nelle figurine si svolge all’interno della mostra 80 – 90. Televisione, Musica, Sport in Figurina, a cura di Francesca Fontana e Thelma Gramolelli.

La televisione di quegli anni accoglieva diversi punti di vista, come è stato evidenziato anche nella presentazione del libro Enzo Biagi. Lezioni di Televisione (a cura di Giandomenico Crapis, Rai-Eri editore 2017), svolta l’8 marzo 2017 alla libreria IBS + Libraccio di Roma. Si tratta di un libro dedicato al modo di fare informazione televisiva di Enzo Biagi (1920 – 2007), uno dei più noti giornalisti italiani del secondo Novecento.

Tornando al versante dell’intrattenimento, Rosario Fiorello è tra i migliori showmen italiani, e con Edicola Fiore, da lui condotto assieme a Stefano Meloccaro (giornalista Sky Sport), propone un “format” nel quale le notizie d’attualità (tratte dalla carta stampata e dal web) vengono commentate in maniera ironica. Il programma va in onda su TV8 dal lunedì al venerdì, ore 8 e ore 20,30. Il set è un bar di Roma, dove Fiorello si ritrova con gli “amici del bar” e con gli ospiti di puntata.

Riprendendo il tema delle fiction, è recentemente terminata anche in Italia la messa in onda (su Mediaset Premium) di Heroes Reborn (2015 – 2016): è il sequel di Heroes (2006 – 2010), una delle più interessanti serie tv degli ultimi anni. Fantascienza, fumetto, filosofia si mescolano in Heroes, dando vita ad una serie corale in cui l’umano trascende la realtà e dialoga con l’immaginario fantastico. Il tutto, all’insegna di persone con super poteri.

Una iniziativa di formazione per studenti, sceneggiatori, produttori e registi è la Summer School Cinema Projects Development, organizzata dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano in collaborazione con la Fondazione Perseus – Studi Internazionali per le Comunicazioni Sociali, in programma a Rimini dal 17 al 23 settembre 2017. A tenere lezione, sarà Bobette Buster: docente di Sceneggiatura audiovisiva alla University of Los Angeles (Usa) e consulente per sviluppo di film, TV movie, miniserie. Per informazioni su ammissione e quote di iscrizione: qui.

Sono nato nel 1980. L’immaginario televisivo ha accompagnato la crescita della mia generazione, con prodotti che erano accattivanti e godibili. Noi nati in quel periodo non potevamo immaginare che da adulti ci avrebbe atteso una Italia così difficile. E ogni tanto, rituffarsi nella storia dell’immaginario fa bene (smile).