Nell’immagine: presentazione della quarta edizione del progetto Coding Girls. Da sinistra: Paola Andreozzi (Responsabile Microsoft Philanthropies), Mirta Michilli (Direttore Generale Fondazione Mondo Digitale), Kelly Degnan (Vice Ambasciatrice degli Stati Uniti in Italia), Gloria F. Berbena (Ministro Consigliere per i Public Affairs e gli Affari Culturali dell’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia), Donatella Solda Kutzmann (Dirigente del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca Scientifica). Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia, Roma, 11 ottobre 2017.
Si è svolta questa mattina a Roma – all’Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia, in sala Young – la presentazione della quarta edizione di Coding Girls: il progetto della Fondazione Mondo Digitale (Roma) e dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia, in collaborazione con Microsoft, per sostenere la formazione di studentesse italiane (in età adolescenziale) in campo scientifico-tecnologico e fornire alle generazioni più giovani competenze utili per il mondo del lavoro.
Avviato nel 2014, questo progetto è cresciuto fino a diventare un programma formativo della durata di un anno, con contenuti dedicati al pensiero computazionale, allo storytelling, all’imparare facendo, al team building.
Durante la mattinata, è stata presentata anche l’Associazione Nazionale di Promozione Culturale “Coding Girls”, costituita legalmente il 27 settembre 2017 a Roma. Si tratta di un movimento dal basso, che parte dalle scuole italiane con l’idea di coinvolgere tutta la società civile, per sostenere i giovani talenti femminili italiani nel settore dell’ICT – Information and Communication Technology. A guidare l’Associazione: Mirta Michilli (presidente), Cecilia Stajano (vice presidente), Rosy D’Elia (segretaria), Manuela Martina (tesoriere).
A livello internazionale, secondo le ricerche Ocse – Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, soltanto il 20 per cento delle donne lavora nel settore ICT: un gender gap non solo quantitativo ma anche qualitativo (solamente il 15 per cento ricopre posizioni manageriali). I Paesi emergenti sembrano recuperare più rapidamente rispetto alle economie più avanzate: in Estonia, le donne nell’informatica sono lo stesso numero degli uomini, in Italia soltanto una su tre si occupa di ICT, mentre negli Stati Uniti il loro numero è andato drasticamente diminuendo negli anni, tanto che la Casa Bianca ha annunciato un impegno di 200 milioni di dollari all’anno per l’istruzione informatica in tutte le scuole statunitensi.
L’edizione 2016 del progetto Coding Girls ha visto la partecipazione di oltre 2 mila studentesse provenienti da scuole superiori di Roma, Milano e Napoli.
Nell’edizione di quest’anno, sessanta studentesse tra le più talentuose, dopo essersi allenate alla Summer School di Coding Girls, introdurranno al coding 4 mila compagne più giovani, arrivate da scuole superiori di Roma, Milano, Napoli e Catania. Guidate dalla coach statunitense Emily Thomforde (Code Educator e specialista in Science, Technology, Engineering, Arts and Mathematics), le studentesse parteciperanno ad una staffetta formativa itinerante (dal 6 novembre al 17 novembre 2017), con lo svolgimento di quattro hackathon regionali. Per le giovani che desiderano diventare tutor, sono previste ulteriori sessioni formative.
Gloria F. Berbena, Ministro Consigliere per i Public Affairs e gli Affari Culturali dell’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia, ha dato il benvenuto all’incontro: «Siamo molto lieti di iniziare la quarta edizione di questo progetto, al quale teniamo».
Kelly Degnan, Vice Ambasciatrice degli Stati Uniti in Italia, ha affermato: «Il progetto Coding Girls è rilevante per tre motivi: il primo è lo sviluppo che porta con sé, il secondo è dato dalle opportunità che può generare, il terzo è l’implementazione del rapporto fra donne e tecnologia. Siamo in un momento importante per quanto riguarda la progettazione del futuro. Le abilità tecnologiche possono diventare la chiave di accesso al mondo del lavoro. Per noi, è una priorità favorire lo studio nell’area delle scienze, della tecnologia, dell’ingegneria, della arti, della matematica. Coding Girls offre alle donne la possibilità di confrontarsi con le tecnologie. Le competenze tecnologiche richiedono un impegno di studio importante. Questo progetto intende sviluppare le potenzialità tecnologiche e creative delle giovani donne. Ragazze, siete in grado di accettare nuove sfide. Spostate più lontano il limite dei vostri sogni. Auguro a tutte voi di imparare molto da Coding Girls, e di farlo divertendovi».
Mirta Michilli, direttore generale della Fondazione Mondo Digitale, ha spiegato: «Quattro anni fa, questa era una iniziativa locale, ed oggi è cresciuta fino a diventare una Associazione nazionale: per noi, questo fatto è importante. Raggiungere la parità di genere è fondamentale per la crescita economica e sociale del Paese. Negli ultimi anni, dal punto di vista del gender gap, c’è stato qualche miglioramento, ma bisogna fare di più. La mancata partecipazione delle donne al mercato del lavoro è un problema per l’economia italiana. La diversità è un valore essenziale per la crescita. Quante sono le donne nelle professioni tecnico-scientifiche? Secondo una ricerca del 2017 di Netconsulting Cube, del 60 per cento di addetti nell’ICT, soltanto il 13 per cento sono donne. Fra le professioni più innovative, soltanto il 25 per cento dei Big Data Engineers è donna, mentre la percentuale di donne specializzate nei settori dell’Internet of Things, sicurezza informatica e applicazioni è tra il 15 e il 25 per cento, e nella professione di Data Scientist la percentuale è addirittura ferma allo 0 per cento».
Fra le testimonianze delle Coding Girls, c’è stata anche quella delle 20enne Aurora Pani – che ha deciso di studiare Ingegneria Informatica all’Università La Sapienza di Roma – :«Partecipando a questo progetto, ho trovato la mia strada. Ma su trecento matricole di questo corso di laurea, noi ragazze siamo soltanto in dieci. Per me, il coding non è soltanto studio o lavoro, ma è anche divertimento».
L’esperienza svolta negli anni scorsi ha dimostrato, peraltro, come l’apprendimento della programmazione informatica sia pienamente compatibile con le attività didattiche.
Paola Andreozzi, responsabile Microsoft Philanthropies, ha aggiunto: «In Microsoft, abbiamo iniziato ad occuparci di questi temi già dal 2002. Le competenze digitali possono fare la differenza. Il settore dell’Information Technology ha bisogno di persone qualificate e ha difficoltà nel trovarle. La diversità di genere è un valore. La tecnologia può essere un alleato anche per le professioni più tradizionali: ad esempio, i droni e i Big Data possono aiutare archeologi e storici dell’arte a lavorare meglio. Progetti come Coding Girls aiutano a creare i lavori del futuro e a superare i propri limiti».
Donatella Solda Kutzmann, dirigente, Ufficio di Gabinetto, Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca Scientifica, ha concluso l’incontro affermando: «Fino a qualche anno fa, vivevo all’estero ed ero una ricercatrice nell’area della giurisprudenza. Nel 2012, sono rientrata in Italia, con un incarico di advisor al Ministero dell’Istruzione. Qualsiasi professione del futuro avrà a che fare con il coding e con la gestione di grandi quantità di dati. Spesso, le ragazze non si interessano alle materie scientifiche: ciò può essere dovuto al fatto che queste materie vengono insegnate in maniera ipertecnologica, e in generale l’ambiente sociale in Italia non induce molto a rivolgere l’attenzione al mondo scientifico e tecnologico. Ma il pensiero computazionale non è poi così distante dagli interessi delle ragazze. Al Ministero dell’Istruzione, vorremmo dialogare anche con soggetti esterni, soprattutto del mondo dell’imprenditoria».