Il mondo nel quale si muovono gli Italo Globali mostra segni di dinamicità.
Trattare il tema Italo Globali significa osservare un insieme davvero vasto di elementi. Naturalmente, le persone che lavorano nel mondo e con il mondo sono la base di partenza per ragionare su alcuni grandi temi della contemporaneità: creatività, innovazione, economia, cultura, scienza, soltanto per citarne alcuni.
Al di là dei problemi politici che ci sono in Italia, va sottolineata l’esistenza di un “filo” – di persone e di attività – che interseca vari elementi dell’italianità.
Uno dei giornalisti italiani che si occupa della rete italica è Niccolò d’Aquino, corrispondente dall’Italia di America Oggi (il quotidiano italiano di New York). Recentemente, è stata pubblicata la seconda edizione, aggiornata, del suo libro La Rete Italica. Idee per un Commonwealth, edita da Italic Digital Editions (disponibile anche in e-book). All’interno del volume, sono presenti gli interventi, tra gli altri, di Alberto Abruzzese, Sergio Mattarella, Piero Bassetti, Mauro Magatti, Riccardo Giumelli, Paolo Fabbri.
Una studiosa italiana che si occupa del tema del Nation Branding applicato all’Italia è Francesca Zilio, residente tra Roma, Milano e Berlino, storica delle relazioni internazionali specializzata in Paesi di lingua tedesca.
Nel frattempo, le relazioni economiche tra Italia e Stati Uniti stanno aumentando. Secondo dati del Bureau of Economic Analysis, nel 2016 gli investimenti italiani negli USA hanno raggiunto la cifra di 30 miliardi di dollari, superando quelli statunitensi in Italia, che si sono attestati a quota 24,7 miliardi di dollari.
Una persona che si occupa di creare un link fra le aziende italiane e il mercato americano è Roberta Marcenaro Lyon, italiana, classe 1977, co-fondatrice di Imark: società, con sede a Washington, che fornisce assistenza alle aziende italiane ed europee interessate ad investire negli Usa. Oltre all’attività in Imark, Marcenaro Lyon è anche rappresentante della Camera di Commercio d’Italia per Washington D.C. e Texas, membro del tavolo Sistema Italia dell’Ambasciata d’Italia a Washington, socia dell’American Society of Civil Enginneers, socia della Society of Military Engineers, socia dell’American Marketing Association, socia dell’American Planning Association.
Una occasione per parlare dell’innovazione digitale in Europa e negli Stati Uniti sarà l’incontro L’innovazione digitale in Europa e USA: un algoritmo sostenibile?, in programma martedì 12 dicembre 2017 a Roma al Centro Studi Americani. Interverranno, tra gli altri, Marco Simoni, Consigliere Economico del Presidente del Consiglio dei Ministri; Giovanni Casto, Amministratore Delegato Softlab SpA; Antonio De Palmas, Presidente Boeing Italia e Managing Director Boeing Southern Europe; Andrea Falleni, Amministratore Delegato Capgemini Italia & Europa Orientale. Ingresso gratuito, programma di dettaglio e modalità di iscrizione all’evento nel file .PDF di seguito.
Programma Evento ”L’innovazione digitale in Europa e in USA” – Roma, 12 dicembre 2017 .PDF
Ancora a Roma, dove giovedì 19 dicembre 2017 si svolgerà un aperitivo di business networking organizzato da BAIA – Business Association Italy America. Per registrarsi, gratuitamente, qui.
Roma è anche la sede di We The Italians: il network, culturale e di business, creato da Umberto Mucci per favorire la conoscenza delle “Italian Things” negli Stati Uniti, e per portare alle luce le storie di italo americani a volte poco conosciuti.
Una artista italiana che vive tra Roma e New York è Pax Paloscia. Attualmente a Roma è in corso la sua mostra personale, intitolata Alice. Down to the rabbit hole, incentrata sui temi e sulle contraddizioni del periodo dell’adolescenza, con opere su tela, disegni, fotografie e video. La mostra si svolge allo spazio Rosso20sette arte contemporanea, Via del Sudario 39, fino al 13 gennaio 2018, orari: dal martedì al sabato 11.00 – 19.30, domenica e lunedì chiuso. Pax Paloscia collabora da anni con agenzie pubblicitarie e con case editrici, realizzando progetti fotografici e illustrativi. Tra i suoi clienti: Rolling Stone, Urban, Enville, Sole24Ore, Feltrinelli, Einaudi, McCann Erickson, Leo Burnett, Saatchi & Saatchi, J. W. Thompson, Publicis, Ogilvy, IBM, Nike, Mazda, Omnitel, EMI, Findus, Levi’s, Fnac, Mandarina Duck. Diplomata all’International Center of Photography di New York, le sue opere sono state pubblicate in diversi progetti editoriali ed esposte in mostre personali e collettive in numerosi musei e gallerie in Italia e all’estero.
Passano gli anni, e la moda rimane sempre uno dei maggiori simboli della creatività italiana. In Italia sono più di seicento le PMI del settore della moda. Si tratta di un segmento dinamico, che raccoglie i brands del cosiddetto contemporary fashion Made in Italy. E Styloose.com è una startup fondata nel 2017 a Milano, che si rivolge ai brands del contemporary fashion Made in Italy come retailer digitale, per integrare i loro canali di vendita e supportarli nell’espansione internazionale, principalmente negli Stati Uniti, in Canada e nel Regno Unito. Styloose.com si presenta come una e-boutique di brands emergenti della moda italiana, ancora poco conosciuti al grande pubblico ma con un’identità forte, fatta di esclusività e ricerca stilistica. Brunella Caccaviello, fondatrice e CEO di Styloose.com, vanta una lunga carriera nella moda e nel lusso, come consulente di stile e designer per brands come Emilio Pucci e Alberta Ferretti, tra gli altri. «I brand contemporary hanno un’identità forte, fatta di esclusività e ricerca stilistica. Sono un’alternativa accessibile alle griffe del lusso e una via d’uscita all’omologazione del mercato di massa. Ancora poco conosciute, queste collezioni sono pillole di stile e femminilità, presenti nelle boutique in affiancamento alle prime linee. Sono questi i brands che si possono comprare su Styloose. In Italia, il sistema moda è così forte e radicato da offrire uno spettro davvero ampio di scelte stilistiche e identitarie. Con un prezzo retail tra i 250 e gli 800 euro, la moda contemporary risulta appetibile sia per i luxury shoppers sia per i consumatori aspirazionali. Styloose offre lo stile del Dress in Italy a moltissime consumatrici che difficilmente potrebbero trovarlo nei negozi delle loro città», spiega Brunella Caccaviello.
Dopo molta America, vediamo cosa succede nel Regno Unito.
Proseguendo in tema di creatività per il pubblico femminile, una delle più note bloggers italiane residenti a Londra – Chiara Cecilia Santamaria – ha recentemente co-fondato Stars and Storms: e-shop di accessori di moda e design per donne.
TechItalia:Lab nasce a Londra ed è un acceleratore per start-ups e scale-ups che abbiano almeno un co-fondatore italiano. Oltre al percorso di mentoring, di accesso agli investimenti, di business networking, questo acceleratore ha anche l’obiettivo di sostenere le start-ups italo globali nella crescita sui mercati dove si parla la lingua inglese.
Oltre al mondo di lingua anglosassone, c’è anche il mondo ispanico.
E nei giorni scorsi, a Madrid, l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid ha ospitato due interessanti iniziative a tema enogastronomico.
Il 20 novembre 2017 è stato presentato il Master in Filosofia del Cibo e del Vino dell’Università Vita e Salute San Raffaele di Milano, diretto dal prof. Massimo Donà.
Il 27 novembre 2017 si è svolto l’incontro 2017 Rivoluzione in cucina. Vite che cambiano intorno a un progetto. Si è trattato di un incontro con giovani piccole e medie imprese italiane dell’enogastronomia, centrato sul cambiamento individuale e sociale generato dall’attività lavorativa nel settore della gastronomia e del vino. Sono intervenute le imprese: Food on the road, Apicoltura Romagnoli, Misceliamo Coffee Emotion, Casa Editrice Zona/La Buona Spesa.
A sud della Spagna, c’è il continente africano, dove l’agenzia pubblicitaria italiana The Big Now (Milano/Roma), guidata da Emanuele Nenna, è all’avanguardia nella comunicazione pubblicitaria pensata e realizzata per gli africani. In Africa, The Big Now opera tramite Now Available Africa (di cui detiene il 51 per cento), e dopo l’apertura di una sede in Ghana, ad Accra, è in corso una espansione in Costa d’Avorio e in Nigeria. Nello scorso mese di novembre, la Advertising Association of Ghana ha premiato Now Available Africa per la Migliore Comunicazione Digitale. «Nella regione del Central West Africa, il nome di Now Available Africa è ormai molto riconosciuto – commenta Emanuele Nenna, CEO di The Big Now – e in questi ultimi due anni sono sempre di più le aziende e i brands che si affidano al nostro team di Accra per le loro strategie di comunicazione, sul digitale e sul territorio. Forti della fiducia dei nostri clienti, dopo aver aperto una sede a Lagos, in Nigeria, nei prossimi mesi annunceremo l’apertura di un nuovo ufficio, ad Abidjan, in Costa d’Avorio, per coprire al meglio le esigenze nell’Africa francofona».
L’Africa, peraltro, è un continente dove la presenza cinese è sempre più rilevante. Così come è sempre più rilevante l’interesse dei cinesi per il calcio, e per tutto ciò che è ad esso collegato. Ad esempio, il calcio a 5 (detto anche calcetto) è una variante del calcio: si gioca in cinque contro cinque, su un campo di dimensioni ridotte rispetto ad un tradizionale campo di calcio.
E il calcetto sta arrivando anche in Cina: a settembre 2017, è stata inaugurata Five Factory a Shanghai. Non è un “semplice” club di calcetto, l’idea è quella di creare una soccer experience con varie articolazioni, sul modello di quelle recentemente avviate in Francia, in Spagna, negli Stati Uniti. Five Factory, infatti, è un’area con tre campi indoor, due campi outdoor, un punto vendita di abbigliamento sportivo, una lounge e un bar, oltre a una serie di altri servizi.
L’investimento iniziale per l’apertura è stato di oltre 875 mila euro, ed è prevista l’apertura di altri due centri all’anno su tutto il territorio cinese.
Nello Strategic Board di Five Factory, c’è anche WSBSport, azienda italiana di settore che ha già all’attivo l’apertura di altri club di calcetto in altri Paesi. Ha commentato Pierfrancesco Iazeolla, CEO di WSBSport: «L’investimento di Five Factory vuole rispondere a una crescente domanda di calcio da parte della popolazione cinese». Secondo ricerche di mercato fatte dall’istituto internazionale Nielsen, il 31 per cento dei residenti nelle città cinesi dice di essere interessato al calcio, e il numero sta crescendo costantemente. Il Governo cinese intende spingere sullo sviluppo del calcio in Cina, con almeno 20 mila centri di formazione e 70 mila campi di gioco entro il 2020. Anche le scuole-calcio sono in continua crescita: ad esempio, Jack Ma (a capo del colosso cinese dell’e-commerce Alibaba) ha investito 140 milioni di euro per costruire la più grande scuola-calcio per bambini in Cina.
Aggiunge Iazeolla: «Un altro Paese dove ci attendiamo un grande sviluppo del calcio sono gli Stati Uniti. Un fatto interessante, se si pensa che è un Paese dove la cultura calcistica non è molto sviluppata, e il football americano, il basket, il baseball, l’hockey su ghiaccio sono considerati come gli sport nazionali». Attualmente, sono tre i club realizzati da WSBSport negli USA, a Los Angeles, a New York e a Philadelphia.
Il mondo italo globale è in movimento.