Questa mattina, a Roma (all’Auditorium V. Bachelet, The Church Palace, Domus Mariae), è stata presentata la quattordicesima edizione del Rapporto Italiani nel Mondo realizzato dalla Fondazione Migrantes (organismo pastorale della CEI – Conferenza Episcopale Italiana).
Dal 2006, questa importante e corposa ricerca (oltre 500 pagine in formato cartaceo) monitora l’evoluzione dei flussi migratori degli italiani.
Nel corso degli anni, hanno contribuito e contribuiscono alla realizzazione del Rapporto numerosi autori (70 fra studiosi e liberi professionisti nell’edizione di quest’anno), residenti in Italia e all’estero, con il coordinamento di Delfina Licata.
I dati numerici sono parte rilevante di questo Rapporto.
Su un totale di poco più di 60 milioni di cittadini residenti in Italia al Primo gennaio 2019, alla stessa data l’8,8% è residente all’estero. In termini assoluti, gli iscritti all’AIRE – Anagrafe Italiani residenti all’estero, aggiornati al Primo gennaio 2019, sono 5.288.281 persone.
Dallo studio si evidenzia che dal 2006 al 2019 la mobilità italiana è aumentata del +70,2% passando, in valore assoluto, da poco più di 3,1 milioni di iscritti all’AIRE nel 2006 ai quasi 5,3 milioni di oggi.
Quasi la metà degli italiani iscritti all’AIRE è originaria del Sud (48,9%, di cui il 32% Sud e il 16,9% Isole), il 35,5% proviene dal Nord (il 18% dal Nord-Ovest e il 17,5% dal Nord-Est) e il 15,6% dal Centro.
Oltre 128 mila iscritti all’AIRE per espatrio nell’ultimo anno: da 107 province e verso 195 destinazioni diverse nel mondo. Da gennaio a dicembre 2018 si sono iscritti all’AIRE 242.353 italiani, di cui il 53,1% (pari a 128.583 persone) per espatrio.
L’attuale mobilità italiana continua a interessare prevalentemente i giovani (18-34 anni, 40,6%) e i giovani adulti (35-49 anni, 24,3%). Il 71,2 è in Europa e il 21,5% in America (il 14,2% in America Latina). Il Regno Unito, con oltre 20 mila iscrizioni, risulta essere la prima meta prescelta nell’ultimo anno (+11,1% rispetto all’anno precedente). Al secondo posto, con 18.385 connazionali, vi è la Germania. A seguire la Francia (14.016), il Brasile (11.663), la Svizzera (10.265) e la Spagna (7.529).
Tra le regioni da cui sono partite più persone, al primo posto la Lombardia (con 22.803 partenze), seguita dal Veneto (13.329), dalla Sicilia (12.127), dal Lazio (10.171), dal Piemonte (9.702).
Oltre 2,8 milioni di italiani (54,3%) risiedono in Europa, oltre 2,1 milioni (40,2%) in America. Nello specifico, però, sono l’Unione Europea (41,6%) e l’America Centro-Meridionale (32,4%) le due aree continentali maggiormente interessate dalla presenza dei residenti italiani. Le comunità più consistenti si trovano in Argentina (quasi 843 mila), in Germania (poco più di 764 mila), in Svizzera (623 mila), in Brasile (447 mila), in Francia (422 mila), nel Regno Unito (327 mila) e negli Stati Uniti d’America (272 mila).
Delfina Licata, coordinatrice del Rapporto Italiani nel Mondo: «Auspichiamo che questo studio possa aiutare al rispetto della diversità e di chi, italiano o cittadino del mondo, si trova a vivere in un Paese diverso da quello in cui è nato».
Mons. Stefano Russo, Segretario Generale della CEI – Conferenza Episcopale Italiana, intervenuto alla presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo, ha affermato: «Se dovessi riassumere il Rapporto Italiani nel Mondo direi che è un volume di domande per le quali troviamo anche le risposte. Non capita sempre, anzi succede raramente. È più semplice lanciare le situazioni problematiche e lasciarle prive della parte costruttiva attraverso la quale si prova a superarle. Da troppi anni ormai, anche dalle pagine del Rapporto Italiani nel Mondo, viene posto l’accento sulle problematiche costanti e divenute più che strutturali per l’Italia: la pregnante disoccupazione; l’invecchiamento della popolazione; la grave denatalità; la mancanza di politiche d’integrazione e di sostegno alle famiglie e ai giovani che, sempre più demotivati e per troppo tempo tagliati fuori dal mondo del lavoro e dal welfare, si rivolgono all’estero; la regressione culturale che ha portato a rigurgiti xenofobi e all’individualismo più sfrenato. Viviamo un tempo paradossale: gli strumenti a nostra disposizione hanno reso il mondo a portata di un click. Abbiamo sicuramente tutti molta più possibilità di conoscere la realtà, ma finiamo col lasciarci influenzare, molto più che in passato, dal sentito dire, dalle fake news a volte strumentalmente costruite per distorcere quanto vediamo intorno a noi».
Giuseppe Provenzano, ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, intervenendo alla presentazione del Rapporto, ha dichiarato: «Mettiamo a fuoco la vera questione sociale e democratica che nel nostro Paese torna a essere l’emigrazione dei giovani dal Sud verso il Centro Nord e da tutta l’Italia verso il resto del mondo. Il Governo vuole riavviare un processo di sviluppo che sani le fratture sociali e territoriali. Bisogna intervenire nelle aree interne, nelle campagne deindustrializzate. Lì bisogna attuare maggiori politiche di sviluppo, garantire servizi e una possibilità di occupazione che consenta ai giovani di costruire un futuro in quei territori. Noi abbiamo raddoppiato le risorse per la strategia nelle arie interne. Nella Legge di Bilancio abbiamo anticipato alcune misure che servono all’impresa e all’industria. Ci sarà un piano per il Sud che sarà pronto entro fine anno: riavvierà non solo la possibilità di programmare nuovi investimenti ma, soprattutto, di realizzarli. La sfida non è tanto mettere risorse in bilancio ma spendere bene quelle previste, in cinque direzioni: la lotta alla povertà educativa e minorile; le infrastrutture sociali; rafforzare al Sud il modello di sviluppo degli investimenti green; puntare sullo sviluppo tecnologico, e guardare al Mediterraneo non come un mare di morte ma come un mare di opportunità».
Il Rapporto Italiani nel Mondo 2019 è acquistabile al prezzo di 20 euro. Per ordinazioni e per presentazioni, e-mail a: rapportoitalianinelmondo@migrantes.it e/o a redazione@rapportoitalianinelmondo.it.